Dal fiume Vop al Po, dalla campagna di Russia di napoleonica memoria alla Prima guerra mondiale: il «poema molinaresco» (così lo definisce l’autore stesso) di Riccardo Bacchelli è un romanzo che danza un ritmo lento, placido, ma inesorabile, come lo scorrere di ogni grande fiume, che può proseguire inerme e tranquillo per anni e anni, per poi avere delle improvvise accelerazioni, degli scatti imprevisti capaci di trasformare un intero paesaggio nel giro di qualche giorno. Quale altra migliore immagine per descrivere la vita di ogni uomo? Un parallelo che corre lungo tutta l’opera: le nostre vite, in fondo, sono sempre le stesse, come l’acqua che scorre sempre nello stesso letto. Eppure, ogni giorno che passa, impercettibile, il corso del fiume cambia continuamente. Magari di un niente, ma cambia. Fino a una catastrofe improvvisa che ribalta completamente la situazione, stravolgendola. E via così all’infinito, un giorno dopo l’altro, un anno dopo l’altro.