Pubblicato il 15-07-2012
Mica è detto che li devi sempre finire tutti. Io per esempio questi li ho mollati (o sto rimandando).
Ulisse di James Joyce
Non lo capii, non l'ho capito e forse neppure lo capirò mai. E' la prova lampante della mia scarsa dedizione, limitata arguzia, altalenante pigrizia e di alto tradimento rispetto al motto "non scegliere scorciatoie". Però - oh James - non è a umiliarlo il lettore.
Kaputt di Curzio Malaparte
Una scelta determinata dall'amore sconfinato per questo romanzo-diario di guerra. Ho deciso che devo farmelo durare il più possibile. Essendo composto da sei parti (476 pagine) ne leggo solo una l'anno. Purtroppo sono alla quarta. Ma so dominarmi.
Il piccolo principe di Antoine de Saint-Exupéry
Fu un libro di lettura scolastica accolto dal resto della classe con sospiri mielosi delle prime della classe e boria maschile ("L'ho già letto un capolavoro. Ma come tu no?") quindi lo odiai per partito preso. Chiesi al mio compagno di banco di farmi lui la scheda, in cambio gli avrei fatto il compito in classe di Italiano per un trimestre. L'accordo fu siglato con reciproca soddisfazione.
Va dove ti porta il cuore di Susanna Tamaro
Me ne furono regalate tre copie. Una per Natale, una per il mio compleanno, una per aver passato l'esame da giornalista professionista, 1995. Ma non erano tempi in cui potevo ascoltare il mio cuore, tanto meno associarlo a quello di oltre 14 milioni di persone che lo lessero e lo amarono.
Non lasciarmi di Kazuo Ishiguro
Quando ho capito chi erano i bambini del collegio, i ragazzi nei cottage (cloni umani creati in laboratorio per donare i propri organi ai malati) l'ho lanciato, disperato, contro il muro. Poi l'ho rimesso con cura nella libreria. Ne leggo pezzetti, con dolore profondo. Ho deciso di guardare il film sperando che mi aiutasse ma è stata una tragedia emotiva. Forse pian piano lo finirò.
(la foto in alto è di Alec Cani)
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