Pubblicato il 15-08-2012
In Italia molte voci si sono levate negli ultimi anni contro l'iperproduzione editoriale, che sforna 200 titoli al giorno e che ha accorciato di molto la vita di un romanzo o di un saggio sugli scaffali delle librerie. Se fino agli anni 80 un libro poteva stare in libreria per molti mesi anche se nell'immediato non vendeva granché, oggi il tempo di permanenza, in assenza di vendite significative, non va oltre i 30 giorni: poi si torna in resa all'editore. Alcuni editori italiani - per esempio Minimum Fax - stanno cercando di invertire la tendenza producendo volontariamente meno libri; poi la crisi recente ha costretto anche chi non lo avrebbe voluto fare a ridurre le produzioni e a promuovere meglio e più a lungo i titoli che invece escono. Dall'Argentina arriva invece un'idea certamente provocatoria che mette in evidenza come la vita di un libro, specialmente di un esordio, sia ancora scandalosamente troppo breve per garantirgli la giusta evidenza e la possibilità reale di raggiungere il lettore. Grazie agli amici di Wuz che ci hanno raccontato la storia dei libri che si autodistruggono.
Volete leggere il libro di un esordiente? Avete due mesi per farlo.
Se l’ansia di lettura vi attanaglia e i libri riposti sullo scaffale aspettano l’estate per essere finalmente letti, di certo non apprezzerete la bizzarra iniziativa della casa editrice argentina Eterna Cadencia.
Questa, infatti, per lanciare una antologia di nuovi scrittori latino-americani, a dispetto dell’aggettivo che definisce il suo nome – Eterna, appunto -, ha deciso di adottare un inchiostro che, a contatto con luce e aria, scompare prima progressivamente e poi definitivamente nell’arco di due mesi.
Un “crudele” espediente per stimolare alla lettura degli autori emergenti perchè, come fa notare la voce narrante del video, “se le persone non leggessero il primo libro non potrebbero arrivare al secondo”. Un modo un po' originale per responsabilizzare il lettore nei confronti delle opere prime che potrebbero determinare il successo e il futuro di giovani scrittori.
Come dire: leggete in fretta il libro di un esordiente e passate parola nel caso vi sia piaciuto. Se non lo farete, rischierete di tarpare le ali a un potenziale protagonista della storia della letteratura.
Nasce con questo intento “il libro che non può aspettare”.
Se infatti Borges, Soriano o Cortázar possono attendere pazientemente per giorni, mesi e anni sugli scaffali, di certo questo privilegio non lo hanno gli autori alle prime armi.
Non si sa bene se sperare che il progetto abbia successo oppure, invece delle parole sui libri, scompaia del tutto anche l’iniziativa.
Per presentarsi. Liberos.it è un social network, quindi uno spazio dove farsi riconoscere come soggetti individuali e interagire con gli altri. Qui, dietro ai nickname, ci sono sempre delle persone.
Per appartenenza. Gli altri social network sono piattaforme globali, non tematiche e non legate a un luogo fisico preciso: chi si iscrive a Facebook non si identifica in Facebook, ma nella propria rete personale di contatti. Nello spazio virtuale di liberos.it si incontra invece una comunità reale di appassionati di libri, radicata in un territorio e coesa da un codice etico. Iscriversi a liberos.it significa riconoscere l'ideale di questa appartenenza.
Perché personalizza le scelte. Avere le statistiche di iscrizione ci rende precisi, perché ci permette di applicare dei filtri allo scambio di informazioni. I dati facoltativi sui nostri gusti e sulla nostra geolocalizzazione ci aiutano a scegliere - in mezzo a tutte gli stimoli disponibili - cosa vogliamo fare e cosa ci interessa davvero sapere.