Pubblicato il 22-04-2014
Riuscite a immaginare 7 campi da calcio pieni zeppi di libri presi d'assalto da 300mila lettori? Vi viene in mente una libreria così immensa da contenere tutti i cataloghi di 1400 editori? Se la risposta è sì state immaginando il Salone del libro di Torino, dove ogni lettore, come un musulmano alla sua Mecca, sogna di andare almeno una volta nella vita. Se avete deciso che la vostra volta è questa, sappiate che tra le centinaia di stand dei quattro padiglioni del Lingotto troverete anche quello di Lìberos, che a nemmeno un anno dalla sua nascita ufficiale ha deciso che al più grande evento dell'editoria italiana bisognava essere presenti in forze: una squadra di sei operatori per trenta eventi, sei editori, 70 mq di spazio espositivo e cafè letterario. Qual è il motivo di tanto spiegamento?Per presentarsi. Liberos.it è un social network, quindi uno spazio dove farsi riconoscere come soggetti individuali e interagire con gli altri. Qui, dietro ai nickname, ci sono sempre delle persone.
Per appartenenza. Gli altri social network sono piattaforme globali, non tematiche e non legate a un luogo fisico preciso: chi si iscrive a Facebook non si identifica in Facebook, ma nella propria rete personale di contatti. Nello spazio virtuale di liberos.it si incontra invece una comunità reale di appassionati di libri, radicata in un territorio e coesa da un codice etico. Iscriversi a liberos.it significa riconoscere l'ideale di questa appartenenza.
Perché personalizza le scelte. Avere le statistiche di iscrizione ci rende precisi, perché ci permette di applicare dei filtri allo scambio di informazioni. I dati facoltativi sui nostri gusti e sulla nostra geolocalizzazione ci aiutano a scegliere - in mezzo a tutte gli stimoli disponibili - cosa vogliamo fare e cosa ci interessa davvero sapere.