Pubblicato il 22-04-2014
Il calcio e i libri sembrano due mondi antitetici, ma un breve viaggio in una qualunque libreria basterebbe a dimostrare che non è affatto così. Gli scaffali sono pieni di libri, saggi o romanzi, sul gioco che, a dispetto degli scandali e delle truffe, per molti tifosi resta ancora il più bello del mondo. Questo significa solo due cose: o i lettori sono attratti dalla potenza narrativa del gioco anche se non sono particolarmente sportivi, oppure gli appassionati di calcio leggono molto di più di quanto i comuni pregiudizi portino a credere. Perché quindi non approfittare della pausa del campionato per leggersi un libro sul calcio, se è bello e appassiona come la più pulita delle partite di un girone locale? Saltando a più pari le biografie di calciatori scritte dai ghost writer, segnaliamo un po' di libri che possono mettere d'accordo dribbling e lettura. C'è anche un classico sul calcio della narrativa sarda recente, perché non importa che il calcio vi piaccia più giocato o letto: l'importante è restare capaci di vederci dentro una bella storia. Se poi siete stanchi dei campionati truccati, delle scommesse sottobanco e dei calciatori sporchi, ma avete ancora voglia del gioco vero, vi consigliamo anche una partita: venerdì 3 agosto alle 21 nel campo sportivo di Fordongianus la nazionale catalana e quella sarda si sfidano in una partita di calcio a 5 organizzata dalla Federazione Isport Natzionale Sardu.
(la selezione dei libri si è avvalsa dei contributi qualificati di Paolo Maccioni, Michele Fioraso alias Banana, Antonio Meloni Zedda, Francesca Casula e Roberta Mocco)
Sport sporco. "Fuori gioco" è il ritratto dell'oligarchia italiana vista attraverso il calcio di serie A e la storia dei suoi presidenti. Una galleria di dieci personaggi (il nuovo arrivato Thomas Di Benedetto, Claudio Lotito e la Lazio del dopo-Cragnotti, i gemelli diversi Enrico Preziosi e Silvio Berlusconi, gli Agnelli e Diego Della Valle), quasi una squadra. Senza dimenticare i potenti del tempo che fu, che accompagnano ciascun capitolo, da Ferlaino a Cecchi Gori, da Sensi a Tanzi. E con due storie poco note ma molto significative: il re dei supermercati Maurizio Zamparmi alla guida del Palermo e il patron dell'Udinese Gianpaolo Pozzo. I presidenti sgomitano, attaccano, fanno gol o li subiscono, tra affari, cordate e lobby, patti di sindacato, banche e giornali, operazioni immobiliari e finanziarie, rapporti con la politica, in tribuna e fuori dallo stadio. La trama del potere vista attraverso il calcio passa dalla Prima alla Seconda Repubblica, da Andreotti a Berlusconi, da Geronzi a Profumo. In queste dieci storie c'è l'Italia. Ci sono i banchieri e i furbetti del quartierino, la Tangentopoli di ieri e quella di oggi, bancarotta, evasione fiscale e criminalità organizzata. Una trama senza soluzione di continuità, che arriva fino ai giorni nostri, all'ondata d'indignazione che attraversa il paese e aggredisce il Palazzo, ma guai a chi tocca il calcio e la squadra del cuore. C'è chi l'ha capito e continua indisturbato a giocare la propria partita.
La Bibbia dei libri sul calcio. Centravanti di buone speranze - "ricordo di aver fatto più di trenta goal in campionato" -, fino a che la carriera calcistica non gli viene stroncata da un incidente, Osvaldo Soriano diviene innanzi tutto cronista sportivo e solo in seguito, con "Triste, solitario y final", del 1973, uno dei romanzieri più amati e acclamati dell'America latina. Ma questa sua passione per lo sport, e per il fútbol in particolare, non l'ha mai lasciato. Scrive con la stessa passione e lo stesso amore di grandi campioni - uno tra tutti Diego Armando Maradona - e di oscuri portieri, di arbitri improbabili, di allenatori in pensione. Storie di calcio, di memoria, di personaggi indimenticabili, come il figlio di Butch Cassidy o il míster Peregrino Fernández, ma "imperfetti" (come diceva lui stesso), che giocano partite senza fine, contro un avversario o contro la vita. Venticinque bellissimi racconti di calcio che attraversano l'intera sua produzione letteraria, con sei racconti in più rispetto all'edizione precedente.
Un gioco, come la politica. L'Italia fascista ha rotto in tempo l'alleanza con Hitler e anzi ne ha contrastato le mire, guadagnandosi nel 1945 un posto al tavolo dei vincitori. Dal conflitto, destinato a entrare nella memoria degli italiani come la Nostra guerra, il Duce esce trionfatore; anche Casa Savoia è eliminata dalla scena politica, e la nuova costituzione "laica e littoria" priva la Chiesa del suo ruolo sociale. Per il Paese, ora rinominato Repubblica d'Italia, sono stagioni di relativo prestigio internazionale e prosperità economica, ma la vita quotidiana ristagna, avvelenata da decenni di autoritarismo: gli oppositori veri o presunti subiscono la deportazione nelle ex colonie africane, ora dotate di una formale autonomia e promosse al rango di "Repubbliche associate". Nel 1960, quindici anni dopo l'armistizio, Benito Mussolini è un uomo di settantasette anni ormai prossimo alla fine, e i gerarchi si preparano a dare battaglia per la successione... In questo scenario si svolge il viaggio in Africa Orientale del trentenne Lorenzo Pellegrini, brillante cronista sportivo che, per un'inopportuna relazione amorosa, viene depennato dalla lista dei giornalisti accreditati per le Olimpiadi di Roma e retrocesso a un incarico inatteso: dovrà seguire le ultime giornate della Serie Africa, la lega che raduna il meglio del calcio eritreo, etiope e somalo sotto l'egida della Federcalcio di Roma.
Metafora e simbolo. Il calcio italiano, fatto di violenza, passione, denaro e follia, è anche un complesso meccanismo di simboli, un codice sociale e, alla fin fine, un linguaggio con cui un paese antico e scettico esprime la sua vecchia saggezza.
In questo libro si raccolgono gli articoli che Enric González ha scritto sul nostro campionato quando era corrispondente del “País” in Italia. Il risultato è «una cronaca dell’Italia attraverso il calcio», la cronaca disordinata e tragicomica di una società capace di sopportare tutto, tranne una sconfitta al derby.
Religione laica. John Foot concentra in questo libro la sua conoscenza di storico dell'Italia contemporanea e la grande passione per lo sport: tifoso dell'Arsenal, attento osservatore e profondo conoscitore del nostro campionato, ci presenta una panoramica del calcio italiano completa e dettagliata, dal primo torneo ufficiale dell'8 maggio 1898 fino ai giorni nostri. Un'opera che affronta lo sport nazionale attraverso una lettura per temi: dal campanilismo dei club all'evoluzione della figura dell'arbitro, dalle prime radiocronache alle moviole dei processi televisivi, dal ruolo del manager e dell'allenatore al cambiamento delle strategie di gioco e dei suoi interpreti. I campioni come Meazza, Rivera, Mazzola, Maradona, Balotelli, ma anche i più celebri "brocchi"; squadre indimenticabili come il Torino degli anni Quaranta, la grande Inter e il Milan di Sacchi; la storia della Nazionale azzurra, le tragedie e gli scandali. Uno spaccato di questa "religione laica" che tanto fa gioire e soffrire i tifosi, e che da noi come in nessun altro Paese ha un legame strettissimo con il potere economico, la politica, i mezzi di comunicazione, la vicenda di un popolo.
Sport della memoria. Chi non si ricorda del mondiale di calcio del 1982? Chi non ricorda il miracolo Paolo Rossi? A distanza di trent'anni da quel mitico 1982, Paolo Rossi ripercorre i giorni che hanno cambiato la sua vita, che lo hanno reso eterno. E i giorni che ci hanno tenuti inchiodati davanti al televisore. Aneddoti e ricordi si intrecciano a emozioni, paure, sensazioni. Fino alla finalissima Italia-Germania con cui l'Italia vince il campionato. Un campionato rimasto nel cuore degli italiani che, dopo il racconto di Paolo Rossi, fanno sentire la loro voce, i loro ricordi, le loro emozioni. Un libro che è insieme la testimonianza di un grande campione e i ricordi di quegli italiani che ancora hanno impresso nel loro cuore l'esultanza del presidente Pertini e l'urlo indimenticabile del telecronista Martellini: "Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo!".
Orgasmo da goal. Come ogni sudamericano, l'autore del libro sognava da bambino di diventare un grande calciatore e l'essere divenuto uno scrittore di fama, non l'ha guarito dal rimpianto di esser stato il peggiore giocatore mai comparso nei campetti del suo paese. Questi racconti sono la celebrazione del sogno che il calcio rappresenta nell'immaginario della gente e del mondo che gira intorno al pallone. Un mondo in cui si incontrano i tifosi in pellegrinaggio verso lo stadio; il gol, "orgasmo" del calcio; il portiere, giocatore che con un errore può far perdere un campionato; il rigore che Meazza tirò al Brasile nei Mondiali del '38; Pelè che segna il suo millesimo gol al Maracanà; Eusebio, l'africano destinato a lustrare scarpe e diventato invece la "Pantera" della Coppa del Mondo del '66, e Maradona, che da bambino dormiva con un pallone. Galeano non ignora gli aspetti meno luminosi di uno sport che è anche un lucroso affare. Ma, come accade agli innamorati, le inevitabili miserie non diminuiscono lo splendore di questo gioco, che è festa per gli occhi di chi lo guarda e allegria delle gambe che sfidano la palla.
Un gioco per sognare. Cinque amici, un vecchio, un pallone. Sono questi gli elementi che contrappuntano l'estate di Diego, un ragazzo di tredici anni che vive per il calcio. Forse non diventerà mai un campione - ci mette tanto impegno, quello sì, ma tecnicamente è un po' scarso - eppure il pallone e la Roma sono la sua vita. Durante la vacanza trascorsa nel piccolo paese abruzzese di Villalago, riempie le sue giornate disputando interminabili partite a calcetto insieme a Stefano, il bello del gruppo, juventino, ai gemelli Tempesta e Uragano, uno dell'Inter e l'altro del Milan, e alla bellissima Nadia, sfegatata tifosa del Napoli. Nel tentativo di recuperare il pallone finito dentro un capannone per un tiro maldestro di Diego, i cinque amici faranno conoscenza del Vecchio, un personaggio misterioso, all'apparenza burbero e solitario che si rivelerà, invece, un affabulatore inesauribile di storie sul calcio degli anni Settanta e Ottanta. Raccontando le gesta di fuoriclasse assoluti e l'estro di goleador infallibili, condurrà i ragazzi alla scoperta avventurosa di un mondo che non hanno mai conosciuto. Ma chi è il Vecchio? Un bugiardo? Una vecchia gloria del passato? Nessuno lo sa. Con uno stratagemma che mescola fiction e saggistica, il libro ricostruisce leggende e aneddoti che riguardano squadre celebri diventate il simbolo stesso del calcio: dalla Lazio del '74 di Chinaglia e Maestrelli alla Roma di Liedholm e Falcào, dal Milan di Sacchi e Van Basten alla Juve del Trap e di Platini, dall'Italia di Bearzot all'Inter dei record.
Il calcio contro le mafie. C'è, nella Locride, un piccolo centro che si chiama Rizziconi e c'è in paese un terreno destinato, nei progetti dei clan locali, a diventare una lucrosa discarica. Ma il commissario prefettizio decide di farne un campo di calcio per i ragazzi. Nasce anche una scuola di calcio ma il campo, per due volte inaugurato, non viene mai utilizzato per paura di ritorsioni. Così, don Luigi Ciotti il 18 giugno 2011 invita pubblicamente la Nazionale di calcio ad allenarsi su quel campetto, per dare un segnale forte. Il libro racconta gli antefatti e la cronaca di questa strana giornata, le ansie che l'hanno accompagnata e che la seguiranno, le motivazioni che rendono indispensabili esperienze come questa. Presentazione di Cesare Brandelli. Postfazione di Nando Dalla Chiesa.
Il pallone come destino. Scontro aperto fra sport e cultura, fra la gloria del fisico e quella della mente. Il duello vede Vanni Visco, intelletto sensibile destinato dalla famiglia ai campi di calcio, solo contro la massa di sportivi e tifosi. Per Vanni, osannato fuoriclasse suo malgrado, l'unica speranza di sopravvivenza è rapportarsi in modo ingegnoso al cinico mondo del calcio. Visco il sensibile inventa soluzioni per sopportare la propria inadeguatezza. La medicina è proprio nella forza della sua mente, nella sua clandestina biblioteca mentale. Il ritmato bisbiglio di prediletti brani letterari è un'energia quasi fisica che lo protegge da un'esistenza di cui non si sente minimamente artefice, da bruciare sui campi di calcio e nel suo tormentato rapporto con le donne.
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