Ti mancano le donne
Pubblicato il 04-06-2014
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Ma tu le donne le leggi? Se ci sono poche donne tra gli autori dei libri che hai letto, è probabile che tu abbia un'idea del mondo maniacalmente maschile.
Le antologie scolastiche non ti hanno aiutato a modificarla. Proprio due anni fa impazzava la polemica sull'assenza delle scrittrici dal cosiddetto canone letterario occidentale, ovvero l'elenco dei libri
mai-più-senza che fondano l'idea della letteratura dentro a un preciso quadro di riferimento storico-culturale. Le donne in quel canone aggiornato continuavano a essere pochissime a fronte di una dominanza di scrittori maschi tra i quali figuravano invece con facilità anche nomi oscuri o discutibili, inseriti con criteri di rilevanza difficili da comprendere. Valeria Palumbo,
dalle pagine del Corriere della Sera, si prese la briga di analizzare alcuni dei più aggiornati manuali di letteratura per i licei ed ecco cosa scoprì.
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Se già son poche nei manuali di storia, in quelli di letteratura per i licei, le donne quasi scompaiono. Eppure la letteratura, nel mondo, si declina sempre più al femminile. L’esempio più clamoroso è «Rosa fresca aulentissima», antologia della Loescher, firmata da Corrado Bologna e Paola Rocchi. In sette volumi c’è spazio anche per autori sconosciuti, ma non per le scrittrici che hanno vinto il Nobel. Eppure il manuale propone la «letteratura come visione del mondo. Nel sesto volume, che arriva agli anni Quaranta del Novecento, c’è soltanto Virginia Woolf e sono citate Sibilla Aleramo e Grazia Deledda (Nobel nel 1926), accanto a un riquadro dal significato oscuro: «ragioni del ritardo della scrittura femminile in Italia». Nel settimo, il più ricco, ci sono Elsa Morante, Natalia Ginzburg, Anna Maria Ortese, Amelia Rosselli, Alda Merini, con la Yourcenar e la Szymborska limitate all’edizione online. Nemmeno un accenno alle tante Nobel post-guerra: da Gabriela Mistral (1945) ad Alice Munro (2013). Figuriamoci alle scrittrici come Christa Wolf e Toni Morrison: non esistono. Nel volume su Neoclassicismo e Romanticismo, ci sono soltanto Madame de Staël ed Emily Brontë, in un profluvio di autori tedeschi e inglesi. Di Jane Austen, Mary Shelley, George Eliot ed Emily Elizabeth Dickinson nessuna traccia. La situazione peggiora «scendendo» nei secoli: nel Medioevo, tra un fiorire di minori, non si cita neanche Hildegard von Bingen."
Chi dovesse studiarci tra trecento anni, da questi libri dedurebbe con facilità l'evidenza che le donne nella nostra società non sapessero scrivere o comunque non scrivessero altrettanto bene degli uomini, lasciando ad essi il compito di costruire l'immaginario collettivo per tutti e tutte. I lettori maturi e critici possono difendersi dal pregiudizio che le donne non facciano testo esercitando il proprio diritto di sceglierle,
magari a partire da questo divertente (e rivelatorio) test, che ci invita a misurarci con 102 grandi titoli della letteratura delle donne per scoprire quante in realtà ne abbiamo lette davvero.