Lìberos

Libro

La mia Libreria

Devi effettuare l'accesso per visualizzare le tue informazioni utente.

Accedi ora o registrati


E intanto, mentre non c'eri...

Maria Agostina


Don Chisciotte
Questo mese, 10-05-2025
Il Dottor Živago
Borìs Pasternàk

Durante la lettura è impossibile separare il romanzo dal contesto storico più conosciuto. I personaggi sono dei rappresentanti di oggetti più [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Devi effettuare l'accesso per visualizzare le informazioni sulla tua libreria.

Accedi ora o registrati

Devi effettuare l'accesso per inserire questo libro nella tua libreria.

Accedi ora o registrati

Nicola Lecca

Il corpo odiato

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (4)
Inserito il 21-01-2019 da LaCasula
Aggiornato il 21-01-2019 da LaCasula
Disponibile in 13 librerie
Inserito il 21-01-2019 da LaCasula
Aggiornato il 21-01-2019 da LaCasula
Disponibile in 13 librerie

A diciannove anni, Gabriele decide di lasciare il suo piccolo paese perso nell'Appennino marchigiano per andare a vivere in Francia. Parte da un giorno all'altro, senza salutare nessuno: fugge dalla noia di un'infanzia borghese e da una famiglia incapace di condividere le sue emozioni. A Parigi cerca una camera in cui dormire e trova lavoro come commesso in una famosa gioielleria dell'avenue Montaigne. Ancora non lo sa: ma il suo vero viaggio comincia proprio ora. Sarà un viaggio doloroso, ma necessario, alla scoperta di sé, verso l'atroce accettazione di un desiderio lontanissimo da tutte le regole che fino a quel momento si è ferreamente imposto: il desiderio di avere un corpo perfetto e degno di essere amato da un altro ragazzo. Questo romanzo è il diario preciso, metodico e implacabile di una guerra: quella di un giovane uomo contro se stesso, contro i propri desideri più profondi, e, soprattutto, contro la propria "imperfezione". Passo dopo passo, attraverso pagine scritte con strenua onestà, assistiamo al consumarsi del corpo di Gabriele, costretto alla rinuncia del cibo e al tormento di un'attività fisica portata all'estremo nel tentativo di accettarsi e di assomigliare sempre più all'irraggiungibile immagine interiore che egli ha di sé. Partecipiamo a momenti di cupo scoraggiamento, di rabbia e perfino di disgusto, ma anche ad attimi di gioia pura e di ritrovata pienezza, troppo spesso avvelenati da un senso di colpa sempre presente, inesorabile.

Devi effettuare l'accesso per inserire le tue informazioni sulla lettura di questo libro.

Accedi ora o registrati

Modifica date lettura

Inizio lettura

Fine lettura

Recensioni

Akribia

Mi è piaciuto da un lato, che è quello del contenuto: Nicola Lecca ha affrontato un tema molto difficile, inedito (credo) e che meritava che il velo fosse squarciato. E lo ha affrontato con coraggio, correndo il rischio che si puntasse subito il dito sul sospetto di autobiografia. Credo che questo libro avrà molto successo. Ho letto la recensione terribile che ne fa Avvenire: credo che la realtà sia all'opposto di quello che c'è scritto: questo libro servirà (brutta parola, lo so) a tanti ragazzi che hanno un rapporto difficile col proprio corpo, con la propria sessualità, con l'omosessualità. I cattolici si nascondono dietro un dito, e hanno paura di questi libri. Io penso che Lecca abbia dato un messaggio di speranza, col finale, che io ho interpretato, per dirla grossolanamente, così: non sei quello che gli altri vedono, la tua felicità dipende da come tu ti vedi, da quanto decidi di amarti. Non sono gli altri a decidere come devi essere. Non so, magari non era neanche questo che voleva dire, ma c'è la possibilità che altri lo leggano così, e credo che anche i bigotti lo leggano così (e non lo accettino).
Ciò che invece non mi piace è l'evolvere della sua scrittura, dovuto senz'altro alla forma diaristica, ma comunque... Mi piaceva il suo stile dell'inizio, ipotattico, con frasi strutturate, subordinate, pensieri complessi, sfumati. Una scrittura capace di rapirmi. La paratassi, le frasi brevi, spezzate, il punto (mi rallegro invece della scoperta dei due punti!), i salti di palo in frasca. Tutto coerente col diario di un ragazzo, ma, appunto per questo, una scrittura come tante. Preferivo una scrittura come poche.
In definitiva, comunque, è un libro che consiglierò e che ritengo necessario, proprio perché, come dice il suo stroncatore, "un lettore di romanzi cerca nella letteratura qualcosa che comunque lo aiuti a capire e a migliorare la vita". Credo che questo libro aiuti tutti noi che non abbiamo mai provato un'esperienza del genere a capire, a vivere una vita che non è la nostra (a cos'altro servono i libri?).

Valuta la recensione

lettrice

"Sono sempre stato orgoglioso della mia solitudine. L'ho scelta: l'ho ostentata. Era l'unico modo per riuscire a conviverci. Ora non so nulla di ciò che sarà. So soltanto che ho paura: paura di sbagliare ancora e di non saper affrontare la situazione in cui sono capitato. Anche prima avevo paura, ma era una paura diversa che portava altri errori. Intanto rimango chiuso nella mia camera iperbarica. Ci sono i vetri spessi e il pericolo rimane fuori. E' una vita blindata, lo so: ma almeno è protetta."
Il protagonista, Gabriele, diciannovenne, sceglie di lasciare una famiglia che sente lontana e un mondo ancora più lontano e triste in cui non si riconosce per catapultarsi a Parigi. Intraprende un viaggio interiore, attraverso il suo corpo fisico, cercando quasi di annullarlo con l'assenza di cibo e gli sforzi in palestra, nel tentativo di raggiungere un ideale di bellezza, nel tentativo di piacersi, di piacere. I suoi occhi osservano con minuzia il mondo circostante, la sua penna - tiene un diario dei suoi pensieri - affonda impietosa nel suo vivere quasi anestetizzato dal dolore per il suo non sentirsi.
Però nel frattempo vive, sperimenta, si detesta e si mette alla prova. Le circostanze della vita lo porteranno, pian piano, a vedere gli altri, a uscire da se stesso, a ricongiungersi col suo sentire il mondo.
Direi che tutto ciò, l'autore, l'ha reso con molto talento.

Valuta la recensione

Francesco Mastinu

Ho appena finito di leggerlo. Devo dire che mi aspettavo tutt'altro, anche se è il primo che leggo dell'autore. Mi lascia perplesso. Parla di anoressia maschile, ma da ricondursi alla omosessualità del mprotagonista e alla paura di vivere la sua natura. Parla di omosessualità temuta che si trincera nella non accettazione del proprio corpo, anche se ho faticato a vederne le analogie. E' scritto sicuramente bene, ma non mi ha sufficientemente convinto. Mi sembra incompleto.

Valuta la recensione

giumap

Mi è piaciuto da un lato, che è quello del contenuto: Nicola Lecca ha affrontato un tema molto difficile, inedito (credo) e che meritava che il velo fosse squarciato. E lo ha affrontato con coraggio, correndo il rischio che si puntasse subito il dito sul sospetto di autobiografia. Credo che questo libro avrà molto successo. Ho letto la recensione terribile che ne fa Avvenire: credo che la realtà sia all'opposto di quello che c'è scritto: questo libro servirà (brutta parola, lo so) a tanti ragazzi che hanno un rapporto difficile col proprio corpo, con la propria sessualità, con l'omosessualità. I cattolici si nascondono dietro un dito, e hanno paura di questi libri. Io penso che Lecca abbia dato un messaggio di speranza, col finale, che io ho interpretato, per dirla grossolanamente, così: non sei quello che gli altri vedono, la tua felicità dipende da come tu ti vedi, da quanto decidi di amarti. Non sono gli altri a decidere come devi essere. Non so, magari non era neanche questo che voleva dire, ma c'è la possibilità che altri lo leggano così, e credo che anche i bigotti lo leggano così (e non lo accettino). Ciò che invece non mi piace è l'evolvere della sua scrittura, dovuto senz'altro alla forma diaristica, ma comunque... Mi piaceva il suo stile dell'inizio, ipotattico, con frasi strutturate, subordinate, pensieri complessi, sfumati. Una scrittura capace di rapirmi. La paratassi, le frasi brevi, spezzate, il punto (mi rallegro invece della scoperta dei due punti!), i salti di palo in frasca. Tutto coerente col diario di un ragazzo, ma, appunto per questo, una scrittura come tante. Preferivo una scrittura come poche. In definitiva, comunque, è un libro che consiglierò e che ritengo necessario, proprio perché, come dice il suo stroncatore, "un lettore di romanzi cerca nella letteratura qualcosa che comunque lo aiuti a capire e a migliorare la vita". Credo che questo libro aiuti tutti noi che non abbiamo mai provato un'esperienza del genere a capire, a vivere una vita che non è la nostra (a cos'altro servono i libri?).

Valuta la recensione

Editore:

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 200

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-13: 9788804585343

Data di pubblicazione:

Devi effettuare l'accesso per tracciare questo libro.

Accedi ora o registrati


Chi lo ha letto

Nessun utente ha letto questo libro

Chi lo sta leggendo

Nessun utente sta leggendo questo libro

Devi effettuare l'accesso per visualizzare le informazioni sulla tua libreria.

Accedi ora o registrati

Devi effettuare l'accesso per inserire questo libro nella tua libreria.

Accedi ora o registrati

Nicola Lecca

Il corpo odiato

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (4)
Inserito il 21-01-2019 da LaCasula
Aggiornato il 21-01-2019 da LaCasula
Disponibile in 13 librerie
Inserito il 21-01-2019 da LaCasula
Aggiornato il 21-01-2019 da LaCasula
Disponibile in 13 librerie

A diciannove anni, Gabriele decide di lasciare il suo piccolo paese perso nell'Appennino marchigiano per andare a vivere in Francia. Parte da un giorno all'altro, senza salutare nessuno: fugge dalla noia di un'infanzia borghese e da una famiglia incapace di condividere le sue emozioni. A Parigi cerca una camera in cui dormire e trova lavoro come commesso in una famosa gioielleria dell'avenue Montaigne. Ancora non lo sa: ma il suo vero viaggio comincia proprio ora. Sarà un viaggio doloroso, ma necessario, alla scoperta di sé, verso l'atroce accettazione di un desiderio lontanissimo da tutte le regole che fino a quel momento si è ferreamente imposto: il desiderio di avere un corpo perfetto e degno di essere amato da un altro ragazzo. Questo romanzo è il diario preciso, metodico e implacabile di una guerra: quella di un giovane uomo contro se stesso, contro i propri desideri più profondi, e, soprattutto, contro la propria "imperfezione". Passo dopo passo, attraverso pagine scritte con strenua onestà, assistiamo al consumarsi del corpo di Gabriele, costretto alla rinuncia del cibo e al tormento di un'attività fisica portata all'estremo nel tentativo di accettarsi e di assomigliare sempre più all'irraggiungibile immagine interiore che egli ha di sé. Partecipiamo a momenti di cupo scoraggiamento, di rabbia e perfino di disgusto, ma anche ad attimi di gioia pura e di ritrovata pienezza, troppo spesso avvelenati da un senso di colpa sempre presente, inesorabile.

Devi effettuare l'accesso per inserire le tue informazioni sulla lettura di questo libro.

Accedi ora o registrati

Modifica date lettura

Inizio lettura

Fine lettura

Recensioni

Akribia

Mi è piaciuto da un lato, che è quello del contenuto: Nicola Lecca ha affrontato un tema molto difficile, inedito (credo) e che meritava che il velo fosse squarciato. E lo ha affrontato con coraggio, correndo il rischio che si puntasse subito il dito sul sospetto di autobiografia. Credo che questo libro avrà molto successo. Ho letto la recensione terribile che ne fa Avvenire: credo che la realtà sia all'opposto di quello che c'è scritto: questo libro servirà (brutta parola, lo so) a tanti ragazzi che hanno un rapporto difficile col proprio corpo, con la propria sessualità, con l'omosessualità. I cattolici si nascondono dietro un dito, e hanno paura di questi libri. Io penso che Lecca abbia dato un messaggio di speranza, col finale, che io ho interpretato, per dirla grossolanamente, così: non sei quello che gli altri vedono, la tua felicità dipende da come tu ti vedi, da quanto decidi di amarti. Non sono gli altri a decidere come devi essere. Non so, magari non era neanche questo che voleva dire, ma c'è la possibilità che altri lo leggano così, e credo che anche i bigotti lo leggano così (e non lo accettino).
Ciò che invece non mi piace è l'evolvere della sua scrittura, dovuto senz'altro alla forma diaristica, ma comunque... Mi piaceva il suo stile dell'inizio, ipotattico, con frasi strutturate, subordinate, pensieri complessi, sfumati. Una scrittura capace di rapirmi. La paratassi, le frasi brevi, spezzate, il punto (mi rallegro invece della scoperta dei due punti!), i salti di palo in frasca. Tutto coerente col diario di un ragazzo, ma, appunto per questo, una scrittura come tante. Preferivo una scrittura come poche.
In definitiva, comunque, è un libro che consiglierò e che ritengo necessario, proprio perché, come dice il suo stroncatore, "un lettore di romanzi cerca nella letteratura qualcosa che comunque lo aiuti a capire e a migliorare la vita". Credo che questo libro aiuti tutti noi che non abbiamo mai provato un'esperienza del genere a capire, a vivere una vita che non è la nostra (a cos'altro servono i libri?).

Valuta la recensione

lettrice

"Sono sempre stato orgoglioso della mia solitudine. L'ho scelta: l'ho ostentata. Era l'unico modo per riuscire a conviverci. Ora non so nulla di ciò che sarà. So soltanto che ho paura: paura di sbagliare ancora e di non saper affrontare la situazione in cui sono capitato. Anche prima avevo paura, ma era una paura diversa che portava altri errori. Intanto rimango chiuso nella mia camera iperbarica. Ci sono i vetri spessi e il pericolo rimane fuori. E' una vita blindata, lo so: ma almeno è protetta."
Il protagonista, Gabriele, diciannovenne, sceglie di lasciare una famiglia che sente lontana e un mondo ancora più lontano e triste in cui non si riconosce per catapultarsi a Parigi. Intraprende un viaggio interiore, attraverso il suo corpo fisico, cercando quasi di annullarlo con l'assenza di cibo e gli sforzi in palestra, nel tentativo di raggiungere un ideale di bellezza, nel tentativo di piacersi, di piacere. I suoi occhi osservano con minuzia il mondo circostante, la sua penna - tiene un diario dei suoi pensieri - affonda impietosa nel suo vivere quasi anestetizzato dal dolore per il suo non sentirsi.
Però nel frattempo vive, sperimenta, si detesta e si mette alla prova. Le circostanze della vita lo porteranno, pian piano, a vedere gli altri, a uscire da se stesso, a ricongiungersi col suo sentire il mondo.
Direi che tutto ciò, l'autore, l'ha reso con molto talento.

Valuta la recensione

Francesco Mastinu

Ho appena finito di leggerlo. Devo dire che mi aspettavo tutt'altro, anche se è il primo che leggo dell'autore. Mi lascia perplesso. Parla di anoressia maschile, ma da ricondursi alla omosessualità del mprotagonista e alla paura di vivere la sua natura. Parla di omosessualità temuta che si trincera nella non accettazione del proprio corpo, anche se ho faticato a vederne le analogie. E' scritto sicuramente bene, ma non mi ha sufficientemente convinto. Mi sembra incompleto.

Valuta la recensione

giumap

Mi è piaciuto da un lato, che è quello del contenuto: Nicola Lecca ha affrontato un tema molto difficile, inedito (credo) e che meritava che il velo fosse squarciato. E lo ha affrontato con coraggio, correndo il rischio che si puntasse subito il dito sul sospetto di autobiografia. Credo che questo libro avrà molto successo. Ho letto la recensione terribile che ne fa Avvenire: credo che la realtà sia all'opposto di quello che c'è scritto: questo libro servirà (brutta parola, lo so) a tanti ragazzi che hanno un rapporto difficile col proprio corpo, con la propria sessualità, con l'omosessualità. I cattolici si nascondono dietro un dito, e hanno paura di questi libri. Io penso che Lecca abbia dato un messaggio di speranza, col finale, che io ho interpretato, per dirla grossolanamente, così: non sei quello che gli altri vedono, la tua felicità dipende da come tu ti vedi, da quanto decidi di amarti. Non sono gli altri a decidere come devi essere. Non so, magari non era neanche questo che voleva dire, ma c'è la possibilità che altri lo leggano così, e credo che anche i bigotti lo leggano così (e non lo accettino). Ciò che invece non mi piace è l'evolvere della sua scrittura, dovuto senz'altro alla forma diaristica, ma comunque... Mi piaceva il suo stile dell'inizio, ipotattico, con frasi strutturate, subordinate, pensieri complessi, sfumati. Una scrittura capace di rapirmi. La paratassi, le frasi brevi, spezzate, il punto (mi rallegro invece della scoperta dei due punti!), i salti di palo in frasca. Tutto coerente col diario di un ragazzo, ma, appunto per questo, una scrittura come tante. Preferivo una scrittura come poche. In definitiva, comunque, è un libro che consiglierò e che ritengo necessario, proprio perché, come dice il suo stroncatore, "un lettore di romanzi cerca nella letteratura qualcosa che comunque lo aiuti a capire e a migliorare la vita". Credo che questo libro aiuti tutti noi che non abbiamo mai provato un'esperienza del genere a capire, a vivere una vita che non è la nostra (a cos'altro servono i libri?).

Valuta la recensione

Éntula, il festival letterario diffuso CON la Sardegna

Mens Sana, festival di letteratura sportiva

Liquida, festival di letteratura giornalistica