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Thomas Bernhard

Il soccombente

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 28-10-2013 da Andrea
Aggiornato il 28-10-2013 da Andrea
Disponibile in 3 librerie
Inserito il 28-10-2013 da Andrea
Aggiornato il 28-10-2013 da Andrea
Disponibile in 3 librerie

A un corso di Horowitz, a Salisburgo, si incontrano tre giovani pianisti. Due sono brillanti, promettenti. Ma il terzo è Glenn Gould: qualcuno che non brilla, non promettente, perché è. Una magistrale variazione romanzesca sul tema della grazia e dell'invidia, di Mozart e Salieri, ma ancor più sul tema terribile del "non riuscire a essere".
Il soccombente è un romanzo in parte autobiografico dello scrittore austriaco Thomas Bernhard. È il primo in una trilogia sulle Arti (musica, teatro e pittura) che l'autore scrisse tra il 1983 e il 1985: ad esso seguirono A colpi d'ascia e Antichi maestri.
Una delle opere più note di Bernhard, Il soccombente tratta del fittizio rapporto tra il famoso pianista canadese Glenn Gould e due suoi giovani compagni di studio al Mozarteum di Salzburg negli anni cinquanta. Sotto la guida di Vladimir Horowitz il trio studia musica e contemporaneamente sviluppa un rapporto di amicizia che si rivelerà drammatico per tutti e fatale per uno dei tre, il soccombente appunto. Il narratore (un semi-reale Bernhard) e il suo amico Wertheimer abbandonano gli studi di pianoforte appena si rendono conto del genio superiore di Gloud, quando lo sentono suonare le Variazioni Goldberg di Bach. Nessuno dei due può reggere il paragone con la sovrumana virtuosità del terzo. Alla fine, i due lasceranno il Mozarteum in profonda depressione, per non suonare mai più: uno dopo qualche anno commetterà suicidio e l'altro - il narratore ossessivo, mordace e autocritico all'estremo - si ritirerà nella più completa oscurità.
Brillante meditazione su successo, fallimento e fama, l'opera è scritta come ininterrotto monologo, riprendendo quasi l'immagine di un cantante sotto il tremendo sforzo di sostenere il proprio respiro fino alla fine di un'aria incredibimente lunga e fiorita. Oppure, per usare un'analogia storica presente nel libro stesso, l'immagine di un conte insonne che ascolta Goldberg mentre suona senza tregua le variazioni di Bach.

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Capsicum

Un amico, che si chiama Francesco Tacconi (e che non scrive recensioni su aNobii, chiedete a lui perché, io non lo so) mi dice, qualche settimana fa: dovresti leggere Thomas Bernhard, e me lo dice perché, lascia intendere, quel che sto cercando di fare scrivendo va nella direzione in cui si trova lui. Regalatelo per Natale, mi dice. Ed io vado nella pausa pranzo nella nuova libreria davanti al mio studio, e trovo un paio di libri interessanti e poi mi fermo alla cassa; vorrei parlare col libraio che mi ha suggerito "I migliori anni della nostra vita", ma è impegnato in un lavoro che sembra avere a che fare con l'inventario di inizio anno, così mi rivolgo alla ragazza e le chiedo se hanno qualcosa del Nostro. Ora guardo, dice lei, e cerca nel PC e chiede al libraio come si scriva Bernhard, allora lui alza lo sguardo, aveva chiaramente ascoltato tutto, e dice dovrei avere parecchia roba, e neppure guarda me o lei, ma gli occhi si voltano verso uno scaffale, e si dirige lì, e a colpo sicuro allunga la mano, la destra, verso destra e tira fuori un libro, e intanto allunga anche la sinistra, verso sinistra (un altro ambidestro vero, caspita, affinità inattese!), e tasta una fila di libri, poi con entrambe le mani ne tira fuori almeno sette o otto, tutti in fila e dice: ecco, Bernhard, scelga quello che vuole, e io dico sono tanti, non so, non lo conosco, non ho mai letto nulla di lui, lei con cosa comincerebbe? e lui senza esitare tira fuori Il soccombente e dice: questo, certamente questo. Poi aggiunge: è un po' peso (nel gergo locale vuol dire angosciante, o anche difficile da digerire, da capire), è un po' peso, è vero, ma è enormemente significativo. Io ne vorrei scegliere anche un altro e lui ride e dice li prenda tutti. Io rispondo no, ho almeno venti libri da leggere a casa, e lui, io ne ho degli scaffali interi, ma non importa, se porta a casa dei libri porta comunque della ricchezza, i libri che io non ho letto forse li leggeranno i miei figli, o forse lo farò io, avere in casa libri da leggere è come avere cibo da mangiare, e poi parliamo ancora un momento e lo ringrazio per l'altro libro, e parliamo ancora un po' e io mi porto a casa Il soccombente ed eccomi qui. Sono debitrice al mio amico che mi ha consigliato l'autore e al libraio che mi ha suggerito il titolo. Quel che fa Bernhard con questo libro è straordinario, è proustiano ma è di più, ritaglia un pezzo della sua anima, del suo passato e del suo presente, uno scorcio di tempospazio lasciandone i brodi scabri e taglienti, vivi, senza cosmesi, lo ritaglia, appunto, e lo ripiega elegantemente e ce lo mette davanti, come una comunione cartacea, carta e inchiostro come pane e vino, e alla fine mi prudono le dita per il desiderio dei tasti d'avorio ed ebano, io che non so più suonare, e non ascolterò mai più Glenn Gould suonare le Variazioni Goldberg senza pensare a lui che abbatte un frassino dal tronco largo mezzo metro, in una giornata inclemente, e non ascolterò mai più le Variazioni suonate da nessuno senza "vedere" Wertheimer impietrito sulla porta di uno studio, mentre piovono fuori le note di uno Steinway animato da Gould e ad una ad una gli uccidono l'anima. Buona lettura, non ve lo lasciate scappare.

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Editore: Adelphi

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 186

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8845914933

ISBN-13: 9788845914935

Data di pubblicazione: 1999

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A un corso di Horowitz, a Salisburgo, si incontrano tre giovani pianisti. Due sono brillanti, promettenti. Ma il terzo è Glenn Gould: qualcuno che non brilla, non promettente, perché è. Una magistrale variazione romanzesca sul tema della grazia e dell'invidia, di Mozart e Salieri, ma ancor più sul tema terribile del "non riuscire a essere".
Il soccombente è un romanzo in parte autobiografico dello scrittore austriaco Thomas Bernhard. È il primo in una trilogia sulle Arti (musica, teatro e pittura) che l'autore scrisse tra il 1983 e il 1985: ad esso seguirono A colpi d'ascia e Antichi maestri.
Una delle opere più note di Bernhard, Il soccombente tratta del fittizio rapporto tra il famoso pianista canadese Glenn Gould e due suoi giovani compagni di studio al Mozarteum di Salzburg negli anni cinquanta. Sotto la guida di Vladimir Horowitz il trio studia musica e contemporaneamente sviluppa un rapporto di amicizia che si rivelerà drammatico per tutti e fatale per uno dei tre, il soccombente appunto. Il narratore (un semi-reale Bernhard) e il suo amico Wertheimer abbandonano gli studi di pianoforte appena si rendono conto del genio superiore di Gloud, quando lo sentono suonare le Variazioni Goldberg di Bach. Nessuno dei due può reggere il paragone con la sovrumana virtuosità del terzo. Alla fine, i due lasceranno il Mozarteum in profonda depressione, per non suonare mai più: uno dopo qualche anno commetterà suicidio e l'altro - il narratore ossessivo, mordace e autocritico all'estremo - si ritirerà nella più completa oscurità.
Brillante meditazione su successo, fallimento e fama, l'opera è scritta come ininterrotto monologo, riprendendo quasi l'immagine di un cantante sotto il tremendo sforzo di sostenere il proprio respiro fino alla fine di un'aria incredibimente lunga e fiorita. Oppure, per usare un'analogia storica presente nel libro stesso, l'immagine di un conte insonne che ascolta Goldberg mentre suona senza tregua le variazioni di Bach.

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