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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Rebecca Johns

La contessa nera

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (2)
Inserito il 28-09-2017 da Luisa
Aggiornato il 28-09-2017 da Luisa
Disponibile in 4 librerie
Inserito il 28-09-2017 da Luisa
Aggiornato il 28-09-2017 da Luisa
Disponibile in 4 librerie

Ungheria, 1611. L'alba illumina l'imponente castello di Csejthe. Nella torre più alta, una donna completamente vestita di nero è sveglia da ore. Il suo sguardo austero è rivolto verso una feritoia nel muro che mostra solo un piccolo squarcio di cielo. Quello squarcio di cielo è l'unica cosa che scorgerà per il resto della vita. Murata viva in quella stanza fino alla morte: così ha decretato il conte palatino. Ma la contessa Erzsébet Báthory non ha nessuna intenzione di accettare supinamente il destino che le viene imposto. Non l'ha mai fatto nella sua vita. Fin da bambina Erzsébet è stata una ribelle, innamorata solo dei libri e delle folli corse con il suo cavallo, sorda ai severi insegnamenti della madre sulle arti femminili. Ha solo sei anni quando, nella sua dimora tra i freddi monti della Transilvania, assiste ad atti di violenza indicibili. Atti che la segnano nel profondo e che non dimenticherà mai. Neanche quando, appena adolescente, è costretta a sposare l'algido e violento Ferenc Nádasdy. Un uomo sempre lontano, più interessato alla guerra e alle scorribande che a lei. Erzsébet è sola, la responsabilità dei figli e dell'ordine nel castello di Sárvár è tutta sulle sue spalle. Spetta a lei gestire alleanze politiche e lotte di potere. Lotte sanguinose, piene di sotterfugi e tranelli, che fanno emergere la parte più oscura della contessa, un'anima nera. Strane voci iniziano a spargersi sul suo conto. Sparizioni di serve torturate e uccise, nobildonne svanite nel nulla. Chi è davvero la donna imprigionata tra le gelide pietre di Csejthe? È solo vittima di una cospirazione per toglierle il potere? O il male è l'unico modo per Erzsébet di sopravvivere in un mondo dominato dagli uomini? "La contessa nera" si ispira alla figura della prima serial killer della storia, Erzsébet Báthory, la contessa sanguinaria.

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Recensioni

Denise Salis

il libro in se non ha nulla per cui essere rimproverato: è scorrevole, è ben scritto, è piuttosto documentato e credibile. Un ottimo romanzo storico, spunto per approfondire alcune conoscenze geografiche e storiche sull'Europa dell'est. La mia riserva è dovuta al potenziale che l'autrice non ha sfruttato. Con una protagonista come la contessa Bathory sarebbero potute svilupparsi situazioni intriganti e ambientazioni noir di tutto rispetto e invece la scelta stilistica su cui è improntato tutto il romanzo nega a priori ogni accenno alla leggendaria crudeltà della protagonista. La lettera dal carcere indirizzata al figlio non può che contenere un tentativo di discolparsi, di minimizzare e nascondere i fatti più truci e di captatio benevolentia da parte della madre. Così tutta la narrazione in prima persona è permeata del vittimismo di Erzebeth: tradita dal marito, derisa dalle serve che le mancano di rispetto, tradita dagli amici e dagli amanti. Tutti ingrati nei suoi confronti, che la costringono a rivalersi in qualche modo. Le sevizie ai danni delle servette non sono altro che uno sfogo di una rabbia incontenibile che offusca la mente della Bathory mentre perpetua le violenze. Narrativamente tutto ciò è di grande effetto, ma è assai poco credibile vista la fama della "contessa dracula" per essere stata la prima vera serial killer della storia. Centinaia di omicidi provati, feroci quanto futili i suoi, che sarebbero stati, tra leggenda e verità, ottimo spunto letterario e che evidentemente sono stati sprecati. Ho trovato più nero e torbido "La regina maledetta" di Jeanne Kalogridis, se può interessare.

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Luisa

Non conoscevo la storia della contessa Bathory.Il romanzo è interessante perchè raccontato in forma di diario dalla stessa protagonista che dando la sua versione dei fatti prova a farci ragionare sul suo passato e su ciò che ha contribuito a farla diventare quello che è diventata, ma questo non basta a redimerla.L'efferatezza e la crudeltà con cui ha picchiato, torturato e ucciso tutte quelle povere ragazze senza provare mai pentimento non ha giustificazioni, anche se nella sua mente malata lei le trova semplicemente nel fatto che essendo la padrona poteva fare tutto ciò che voleva delle persone al suo servizio, perchè erano di sua proprietà!Forse fu la prima ma purtroppo non l'ultima....

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Editore: Garzanti

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 325

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8811132266

ISBN-13: 9788811132264

Data di pubblicazione: 2011

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Rebecca Johns

La contessa nera

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Ungheria, 1611. L'alba illumina l'imponente castello di Csejthe. Nella torre più alta, una donna completamente vestita di nero è sveglia da ore. Il suo sguardo austero è rivolto verso una feritoia nel muro che mostra solo un piccolo squarcio di cielo. Quello squarcio di cielo è l'unica cosa che scorgerà per il resto della vita. Murata viva in quella stanza fino alla morte: così ha decretato il conte palatino. Ma la contessa Erzsébet Báthory non ha nessuna intenzione di accettare supinamente il destino che le viene imposto. Non l'ha mai fatto nella sua vita. Fin da bambina Erzsébet è stata una ribelle, innamorata solo dei libri e delle folli corse con il suo cavallo, sorda ai severi insegnamenti della madre sulle arti femminili. Ha solo sei anni quando, nella sua dimora tra i freddi monti della Transilvania, assiste ad atti di violenza indicibili. Atti che la segnano nel profondo e che non dimenticherà mai. Neanche quando, appena adolescente, è costretta a sposare l'algido e violento Ferenc Nádasdy. Un uomo sempre lontano, più interessato alla guerra e alle scorribande che a lei. Erzsébet è sola, la responsabilità dei figli e dell'ordine nel castello di Sárvár è tutta sulle sue spalle. Spetta a lei gestire alleanze politiche e lotte di potere. Lotte sanguinose, piene di sotterfugi e tranelli, che fanno emergere la parte più oscura della contessa, un'anima nera. Strane voci iniziano a spargersi sul suo conto. Sparizioni di serve torturate e uccise, nobildonne svanite nel nulla. Chi è davvero la donna imprigionata tra le gelide pietre di Csejthe? È solo vittima di una cospirazione per toglierle il potere? O il male è l'unico modo per Erzsébet di sopravvivere in un mondo dominato dagli uomini? "La contessa nera" si ispira alla figura della prima serial killer della storia, Erzsébet Báthory, la contessa sanguinaria.

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il libro in se non ha nulla per cui essere rimproverato: è scorrevole, è ben scritto, è piuttosto documentato e credibile. Un ottimo romanzo storico, spunto per approfondire alcune conoscenze geografiche e storiche sull'Europa dell'est. La mia riserva è dovuta al potenziale che l'autrice non ha sfruttato. Con una protagonista come la contessa Bathory sarebbero potute svilupparsi situazioni intriganti e ambientazioni noir di tutto rispetto e invece la scelta stilistica su cui è improntato tutto il romanzo nega a priori ogni accenno alla leggendaria crudeltà della protagonista. La lettera dal carcere indirizzata al figlio non può che contenere un tentativo di discolparsi, di minimizzare e nascondere i fatti più truci e di captatio benevolentia da parte della madre. Così tutta la narrazione in prima persona è permeata del vittimismo di Erzebeth: tradita dal marito, derisa dalle serve che le mancano di rispetto, tradita dagli amici e dagli amanti. Tutti ingrati nei suoi confronti, che la costringono a rivalersi in qualche modo. Le sevizie ai danni delle servette non sono altro che uno sfogo di una rabbia incontenibile che offusca la mente della Bathory mentre perpetua le violenze. Narrativamente tutto ciò è di grande effetto, ma è assai poco credibile vista la fama della "contessa dracula" per essere stata la prima vera serial killer della storia. Centinaia di omicidi provati, feroci quanto futili i suoi, che sarebbero stati, tra leggenda e verità, ottimo spunto letterario e che evidentemente sono stati sprecati. Ho trovato più nero e torbido "La regina maledetta" di Jeanne Kalogridis, se può interessare.

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Non conoscevo la storia della contessa Bathory.Il romanzo è interessante perchè raccontato in forma di diario dalla stessa protagonista che dando la sua versione dei fatti prova a farci ragionare sul suo passato e su ciò che ha contribuito a farla diventare quello che è diventata, ma questo non basta a redimerla.L'efferatezza e la crudeltà con cui ha picchiato, torturato e ucciso tutte quelle povere ragazze senza provare mai pentimento non ha giustificazioni, anche se nella sua mente malata lei le trova semplicemente nel fatto che essendo la padrona poteva fare tutto ciò che voleva delle persone al suo servizio, perchè erano di sua proprietà!Forse fu la prima ma purtroppo non l'ultima....

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