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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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George Orwell

La fattoria degli animali

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (2)
Inserito il 10-05-2017 da Roberto
Aggiornato il 10-05-2017 da Roberto
Disponibile in 24 librerie
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Aggiornato il 10-05-2017 da Roberto
Disponibile in 24 librerie

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Recensioni

LukeCiro

“La fattoria degli animali” è l’opera che, unitamente a “1984”, ha fatto la fortuna di George Orwell, pseudonimo di Eric Arthur Blair. Il libro, iniziato nel 1943 e terminato l’anno successivo, si proponeva come una parodia della dittatura Sovietica. Erano gli anni della minaccia nazista e Stalin era un vitale alleato per l’Inghilterra; la pubblicazione e diffusione del testo si resero dunque complicate. Orwell non nascose certo il suo sdegno contro quella che definì “vigliaccheria intellettuale”, presagendo il futuro epilogo dell’ammirazione Russa in terra Inglese. Si badi bene, l’oscuramento legalizzato o censura, non era allora nemico quanto la vigliaccheria dell’intellighenzia: Orwell è tagliente: “Sono i liberali ad aver paura della libertà, e sono gli intellettuali a voler infangare l’intelletto”. Parole, non so, che mi paiono fresche come l’uovo del mattino. Riparto da quest’ultima considerazione per ribadire la scioccante attualità di richiamo delle vicende svoltesi nella fattoria. Ad essere onesti, ben poche volte nella nuvoletta fumosa sopra la mia testolina si sono materializzati i lineamenti di Stalin mentre procedevo con la lettura. E’ vero, oggi non si compiono massacri, non ci si chiama gli uni con gli altri “Compagni”, e non si esibisce un’uguaglianza di facciata ma altre tematiche ci fanno sbattere il culo sul quel pavimento duro che calpestiamo ogni giorno lasciandoci miseramente interdetti: demonizzazione dell’avversario politico, culminante con attività di “dossieraggio” a carico del rivale; norme e legislazione perennemente violentate alle esigenze della classe dirigente; mistificazione della realtà e tentativi di riscrizione della Storia per legittimare il regime in atto; populismo per rapire il consenso guidato da “ministri della propaganda” zelanti. Di porci dal codino ritto e nervoso che grugniscono la dose giornaliera di antiverità ne vediamo ogni giorno sui telegiornali. Orwell è il monito che viene dal passato. L'occasione fa il porco.. uomo, e l'uomo sarà sempre uomo.

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Silfant

Forse avevo sentito parlare già troppo di questo libro, e non me lo sono potuta gustare fino in fondo. Un'idea geniale che nel 2012 ha purtroppo qualcosa di scontato, soprattutto per noi adulti. Ciò non toglie che Orwell sia un grande autore e questo libro in particolare lo consiglio a tutti i 18 enni!

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Editore: Arnoldo Mondadori Editore

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 125

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 880449252X

ISBN-13: 9788804492528

Data di pubblicazione: 2011

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LukeCiro

“La fattoria degli animali” è l’opera che, unitamente a “1984”, ha fatto la fortuna di George Orwell, pseudonimo di Eric Arthur Blair. Il libro, iniziato nel 1943 e terminato l’anno successivo, si proponeva come una parodia della dittatura Sovietica. Erano gli anni della minaccia nazista e Stalin era un vitale alleato per l’Inghilterra; la pubblicazione e diffusione del testo si resero dunque complicate. Orwell non nascose certo il suo sdegno contro quella che definì “vigliaccheria intellettuale”, presagendo il futuro epilogo dell’ammirazione Russa in terra Inglese. Si badi bene, l’oscuramento legalizzato o censura, non era allora nemico quanto la vigliaccheria dell’intellighenzia: Orwell è tagliente: “Sono i liberali ad aver paura della libertà, e sono gli intellettuali a voler infangare l’intelletto”. Parole, non so, che mi paiono fresche come l’uovo del mattino. Riparto da quest’ultima considerazione per ribadire la scioccante attualità di richiamo delle vicende svoltesi nella fattoria. Ad essere onesti, ben poche volte nella nuvoletta fumosa sopra la mia testolina si sono materializzati i lineamenti di Stalin mentre procedevo con la lettura. E’ vero, oggi non si compiono massacri, non ci si chiama gli uni con gli altri “Compagni”, e non si esibisce un’uguaglianza di facciata ma altre tematiche ci fanno sbattere il culo sul quel pavimento duro che calpestiamo ogni giorno lasciandoci miseramente interdetti: demonizzazione dell’avversario politico, culminante con attività di “dossieraggio” a carico del rivale; norme e legislazione perennemente violentate alle esigenze della classe dirigente; mistificazione della realtà e tentativi di riscrizione della Storia per legittimare il regime in atto; populismo per rapire il consenso guidato da “ministri della propaganda” zelanti. Di porci dal codino ritto e nervoso che grugniscono la dose giornaliera di antiverità ne vediamo ogni giorno sui telegiornali. Orwell è il monito che viene dal passato. L'occasione fa il porco.. uomo, e l'uomo sarà sempre uomo.

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Silfant

Forse avevo sentito parlare già troppo di questo libro, e non me lo sono potuta gustare fino in fondo. Un'idea geniale che nel 2012 ha purtroppo qualcosa di scontato, soprattutto per noi adulti. Ciò non toglie che Orwell sia un grande autore e questo libro in particolare lo consiglio a tutti i 18 enni!

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