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E intanto, mentre non c'eri...

Maria Agostina


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Il Dottor Živago
Borìs Pasternàk

Durante la lettura è impossibile separare il romanzo dal contesto storico più conosciuto. I personaggi sono dei rappresentanti di oggetti più [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

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Pablo D'Ors

Il debutto

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (2)
Inserito il 21-01-2019 da LaCasula
Aggiornato il 21-01-2019 da LaCasula
Disponibile in 11 librerie
Inserito il 21-01-2019 da LaCasula
Aggiornato il 21-01-2019 da LaCasula
Disponibile in 11 librerie

Uno sconosciuto pronto ad abbracciarti ogni volta che entri a bere qualcosa in un bar; una donna slovacca che è andata a letto con i cento più grandi scrittori del secolo; una studentessa spagnola che va a Firenze per scrivere una tesi sulla Divina Commedia e diventa ogni giorno più bassa, fino all'inesistenza... Nei racconti di Pablo d'Ors, apparentemente realistici, lo straordinario si impossessa del quotidiano fino a distorcerlo. D'Ors scrive per far pensare e per far ridere, ma anche per regolare i conti con quegli scrittori che, per la loro vita, il loro stile o per i temi a loro cari, hanno dato forma al suo universo letterario: Thomas Bernhard, Milan Kundera, Günter Grass, Dante, Calvino, Boccaccio, Pessoa, Goethe, Dickens... Pablo d'Ors li trasforma in personaggi, e questo esorcismo letterario sancisce il suo debutto nella narrativa europea.

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Recensioni

Pier Franco Fadda

Pablo d’Ors è così abile a condurci nelle sue atmosfere che, per un po’, ci illudiamo che ogni racconto sia scritto alla “maniera di”, sorridendo nel riconoscere le astuzie letterarie o le citazioni. Ma è, appunto, solo un’illusione, poiché (e ce ne accorgiamo dopo un paio di racconti) lo scrittore spagnolo non cambia di una virgola la sua eccellente costruzione stilistica, non adatta la lingua ai protagonisti, ma costruisce un contesto che è, lui si, profondamente evocativo dell’opera e della personalità dello scrittore cui quel racconto è dedicato, senza sacrificarvi la sua cifra linguistica. Non si tratta, quindi, del classico divertimento per letterati, più o meno ironico, più o meno riuscito. No, qui l’autore costruisce il racconti che hanno incidentalmente come protagonisti  scrittori noti, o ne evoca i contesti narrativi, sempre e solo come punto di partenza per una ben più profonda analisi della condizione umana, e l’opera o la personalità dei personaggi  richiamati a noi, è il grimaldello per  farci  accedere alla rappresentazione dell’  Io universale e del suo destino di mascherata solitudine. Tutto questo rimanendo sul piano di un delicata, quasi affettuosa, condivisione ed una lieve ironia di fondo.

Pier Franco Fadda

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Antonio Boggio

Quando decisi di leggere Palo d’Ors, non potevo ancora sapere che avrei letto uno tra i migliori libri che “parla” di scrittori: letteratura che si nutre di letteratura.

Il libro è composto di sette racconti, divertenti per alcuni aspetti e toccanti per altri, poiché sembrano portare intrinsecamente l’onere di far riflettere sulla condizione umana; sullo straordinario che si fonde nel quotidiano.

Con poche righe Pablo d’Ors riesce ad abbigliare dei mosti sacri della letteratura con vesti umane, innescando un passaparola che inevitabilmente ci porterà a voler (per chi non l’avesse ancora fatto) esplorare le pagine di Grass, Pessoa e Milan Kundera con una rinnovata curiosità.

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Editore: Aìsara

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 188

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8861040977

ISBN-13: 9788861040977

Data di pubblicazione: 2012

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Aggiornato il 21-01-2019 da LaCasula
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Pier Franco Fadda

Pablo d’Ors è così abile a condurci nelle sue atmosfere che, per un po’, ci illudiamo che ogni racconto sia scritto alla “maniera di”, sorridendo nel riconoscere le astuzie letterarie o le citazioni. Ma è, appunto, solo un’illusione, poiché (e ce ne accorgiamo dopo un paio di racconti) lo scrittore spagnolo non cambia di una virgola la sua eccellente costruzione stilistica, non adatta la lingua ai protagonisti, ma costruisce un contesto che è, lui si, profondamente evocativo dell’opera e della personalità dello scrittore cui quel racconto è dedicato, senza sacrificarvi la sua cifra linguistica. Non si tratta, quindi, del classico divertimento per letterati, più o meno ironico, più o meno riuscito. No, qui l’autore costruisce il racconti che hanno incidentalmente come protagonisti  scrittori noti, o ne evoca i contesti narrativi, sempre e solo come punto di partenza per una ben più profonda analisi della condizione umana, e l’opera o la personalità dei personaggi  richiamati a noi, è il grimaldello per  farci  accedere alla rappresentazione dell’  Io universale e del suo destino di mascherata solitudine. Tutto questo rimanendo sul piano di un delicata, quasi affettuosa, condivisione ed una lieve ironia di fondo.

Pier Franco Fadda

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Antonio Boggio

Quando decisi di leggere Palo d’Ors, non potevo ancora sapere che avrei letto uno tra i migliori libri che “parla” di scrittori: letteratura che si nutre di letteratura.

Il libro è composto di sette racconti, divertenti per alcuni aspetti e toccanti per altri, poiché sembrano portare intrinsecamente l’onere di far riflettere sulla condizione umana; sullo straordinario che si fonde nel quotidiano.

Con poche righe Pablo d’Ors riesce ad abbigliare dei mosti sacri della letteratura con vesti umane, innescando un passaparola che inevitabilmente ci porterà a voler (per chi non l’avesse ancora fatto) esplorare le pagine di Grass, Pessoa e Milan Kundera con una rinnovata curiosità.

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