Già ai suoi contemporanei questo romanzo, che Goethe scrisse fra il maggio del 1808 e il settembre del 1809, appare inquietante e problematico. I commenti non tardano a farsi sentire e sono spesso discordanti, talora radicalmente opposti: c'è chi giudica Le affinità elettive un'opera immorale, una deplorevole anche se suggestiva esortazione all'adulterio; chi invece, enfatizzando la morte degli amanti, lo ritiene un'insopportabile esaltazione dell'istituto matrimoniale, la reazionaria vittoria della legge sull'inclinazione e sulla voce del cuore. Ciò che sopravvive dietro l'infuriare di tante polemiche è la complessità o, meglio, l'ambiguità dell'opera, in cui una lineare, quasi geometrica vicenda è trasposta su piani e prospettive diversi: dalla crisi matrimoniale come germinazione di un processo di sfaldamento di un'intera epoca all'oscuro epilogo di una passione che, sottratta a ogni categoria storico-sociale, intesse rapporti con le mitiche potenze del destino.