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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Georges Simenon

La camera azzurra

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 28-09-2017 da Luisa
Aggiornato il 28-09-2017 da Luisa
Disponibile in 5 librerie
Inserito il 28-09-2017 da Luisa
Aggiornato il 28-09-2017 da Luisa
Disponibile in 5 librerie

"Sei così bello" gli aveva detto un giorno Andrée "che mi piacerebbe fare l'amore con te davanti a tutti...". Quella volta Tony aveva avuto un sorriso da maschio soddisfatto: perché era ancora soltanto un gioco, perché mai nessuna donna gli aveva dato più piacere di lei. Solo quando il marito di Andrée era morto in circostanze non del tutto chiare, e Tony aveva ricevuto da lei il primo di quei brevi, sinistri biglietti anonimi, solo allora aveva capito, e aveva cominciato ad avere paura. Ancora una volta, nel suo stile asciutto e rapido Simenon racconta la storia di una passione divorante e assoluta, che non indietreggia nemmeno di fronte al crimine. Anzi, lo ripete.

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Recensioni

Denise Salis

Un libro di personaggi che raccontano, si raccontano e vengono raccontati. Il fulcro di tutto è quella camera azzurra, da li parte la storia che il protagonista Tony ripete a non finire, interrogatorio dopo interrogatorio (ma senza mai ripetersi al lettore, anzi! tenendolo incollato alle righe), un raccontarsi estenuante che ce lo fa trovare stremato alla fine del libro, lasciandoci dubitare se sia davvero innocente o no. Flash back così ben orchestrati che fanno pensare ad una scrittura cinematografica. Un ritmo coinvolgente e la lunghezza giusta per godere una storia sensuale e morbosa per un verso, inquieta e sincopata dall'altra. Se solo gli italiani non ne uscissero con il bollino stereotipato attaccato dietro la schiena del bugiardo, don giovanni, poveraccio, emigrato!

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Editore: Adelphi

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 153

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 884591786X

ISBN-13: 9788845917868

Data di pubblicazione: 2003

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Georges Simenon

La camera azzurra

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"Sei così bello" gli aveva detto un giorno Andrée "che mi piacerebbe fare l'amore con te davanti a tutti...". Quella volta Tony aveva avuto un sorriso da maschio soddisfatto: perché era ancora soltanto un gioco, perché mai nessuna donna gli aveva dato più piacere di lei. Solo quando il marito di Andrée era morto in circostanze non del tutto chiare, e Tony aveva ricevuto da lei il primo di quei brevi, sinistri biglietti anonimi, solo allora aveva capito, e aveva cominciato ad avere paura. Ancora una volta, nel suo stile asciutto e rapido Simenon racconta la storia di una passione divorante e assoluta, che non indietreggia nemmeno di fronte al crimine. Anzi, lo ripete.

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Denise Salis

Un libro di personaggi che raccontano, si raccontano e vengono raccontati. Il fulcro di tutto è quella camera azzurra, da li parte la storia che il protagonista Tony ripete a non finire, interrogatorio dopo interrogatorio (ma senza mai ripetersi al lettore, anzi! tenendolo incollato alle righe), un raccontarsi estenuante che ce lo fa trovare stremato alla fine del libro, lasciandoci dubitare se sia davvero innocente o no. Flash back così ben orchestrati che fanno pensare ad una scrittura cinematografica. Un ritmo coinvolgente e la lunghezza giusta per godere una storia sensuale e morbosa per un verso, inquieta e sincopata dall'altra. Se solo gli italiani non ne uscissero con il bollino stereotipato attaccato dietro la schiena del bugiardo, don giovanni, poveraccio, emigrato!

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