Ulisse è il principale romanzo di James Joyce, scritto tra il 1914 e il 1921 e pubblicato a Parigi nel 1922.
Il romanzo, che si svolge in una sola giornata (il 16 giugno 1904) ed è ambientato a Dublino, è articolato in modo da ricalcare nella struttura l’Odissea di Omero. Ciascun capitolo corrisponde ad un canto dell’Odissea, ed è scritto usando ogni volta una tecnica narrativa diversa. È anche possibile identificare corrispondenze tra i personaggi dell’Odissea e quelli dell’Ulisse.
Come nell’Ulisse di Omero anche in quello di Joyce l’eroe rappresenta l’avventura dell’uomo nel mondo. Il protagonista, viaggiando, si costruisce la sua identità, arricchendosi delle diversità con cui entra in contatto, senza risultarne distrutto o assorbito. Inoltre, proprio come nell’Odissea omerica, l’opera di Joyce non ha come punto di riferimento esclusivamente la soggettività della poesia, ma la cultura e la storia dell'umanità (che nell’Odissea era rappresentata dalle diverse terre esplorate da Ulisse, nell’opera di Joyce dalle diverse personalità che l’eroe incontra). L’autore afferma infatti che:
« Nella concezione e nella tecnica ho cercato di raffigurare la terra che è pre-umana e presumibilmente post-umana. È l’epopea di due razze (israelita e irlandese) e al tempo stesso il ciclo dell’intero corpo umano, così come la storiella qualsiasi… »
Durante la passeggiata del protagonista per le vie di Dublino, i confini fra dentro e fuori si fanno sottili: l’Ulisse è il testo in cui si attua un ordine utilizzando l’esperienza con assoluto realismo sulla pagina, identificando però vita e linguaggio. Joyce sostituisce così il tipico ordine dantesco (dove le cose del mondo all’interno della ragione e della tradizione hanno un ordine) con uno di tipo estetico dove si manifestano a pieno il disordine e la mancanza di senso.
La giornata-odissea del Signor Bloom (che altro non è che un Ulisse inteso non come singolo personaggio ma come unione di coscienze frammentate) rappresenta il "naufragio" della società contemporanea che viaggia sulla propria quotidianità. Molti sono i fattori che convivono e si scontrano nella Dublino attraversata da Bloom: Omero e gli eventi quotidiani, l’Irlanda e la liturgia cattolica, le memorie della Scolastica e l’antropologia, i processi fisiologici e i riti sociali.