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E intanto, mentre non c'eri...

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Michela L.


Huckelberry Finn
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I nomi epiceni
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"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
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La zona d'interesse
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"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

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Simonetta Agnello Hornby

Vento scomposto

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (2)
Inserito il 04-07-2014 da loredana
Aggiornato il 04-07-2014 da loredana
Disponibile in 3 librerie
Inserito il 04-07-2014 da loredana
Aggiornato il 04-07-2014 da loredana
Disponibile in 3 librerie

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Michela L.

Per chi, come me, conosce e ama Simonetta Agnello Hornby, in questo libro troverà argomentazioni ed impostazione del romanzo totalmente differenti dai precedenti libri, rimanendone però piacevolmente colpiti.
Ambientato in Gran Bretagna, racconta l’incredibile storia di una famiglia come tante, i Pitt, che si ritrovano a fare i conti con un’accusa terrificante di abuso sessuale minorile. Tutto inizia a causa di una zelante maestra d’asilo che attribuisce un significato sessuale ai disegni della piccola Lucy Pitt, figlia secondogenita di Mike e Jenny, e il conseguente intervento dei servizi sociali.
Quasi tutto il libro è segnato da una sottile ambiguità che renderà difficile non schierarsi e sarà ancora più complicato riuscire a rimanere imparziali cercando di non dimenticare che in ogni indagine, anche in quelle che riguardano i bambini, è imprescindibile il diritto alla presunzione di innocenza.
La Hornby in questo romanzo fa largo utilizzo delle sue conoscenze come avvocato dei minori, dando un’immagine trasparente e a volte sconcertante del sistema legale inglese, spiegando come accuse non certe possano sconvolgere profondamente le famiglie e come troppo spesso i servizi sociali si siano dimostrati incompetenti ed arroganti nei confronti delle famiglie.
Mi sono calata così tanto nella storia che leggevo, che ho sofferto con i protagonisti, ho creduto in loro e ho anche dubitato di loro in quelle occasioni nelle quali emergevano ricordi dal passato che potevano in qualche modo andare contro i genitori della piccola Lucy.
I bambini devono assolutamente essere protetti ma spesso chi è adibito a farlo non agisce con imparzialità e lucidità, finendo con il causare problemi e dolore.

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Anita Rudcliff

.Iniziarlo è stata una tragedia, la lettura non è scorrevole, irta di balzi nella narrazione , spesso frenetica, altri momenti statica.Io però non mi sono arresa , e alla fine ho capito che ciò che mi aveva tanto infastidito all inizio non è altro che l esatta rappresentazione dell agire dei protagonisti , e mentre la lettura prosegue ,questa frenesia e questeincursioni narrative aiutano il lettore a calarsi ancora di più nel cuore delle vicende, che avvengono intorno a uno studio legale che si occupa di casi di abuso sui bambini .Vicende dapprima indipendenti l una dall altra, ma che alla fine si intersecano e si intrecciano , fino a formare una fitta ragnatela di coincidenze , e culminano in un finale sicuramente sperato ,ma mai realmente intuìto.Bel libro, se all inizio si è pazienti,e si sa aspettare ....

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Editore: Feltrinelli

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 405

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8807017725

ISBN-13: 9788807017728

Data di pubblicazione: 2009

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Ambientato in Gran Bretagna, racconta l’incredibile storia di una famiglia come tante, i Pitt, che si ritrovano a fare i conti con un’accusa terrificante di abuso sessuale minorile. Tutto inizia a causa di una zelante maestra d’asilo che attribuisce un significato sessuale ai disegni della piccola Lucy Pitt, figlia secondogenita di Mike e Jenny, e il conseguente intervento dei servizi sociali.
Quasi tutto il libro è segnato da una sottile ambiguità che renderà difficile non schierarsi e sarà ancora più complicato riuscire a rimanere imparziali cercando di non dimenticare che in ogni indagine, anche in quelle che riguardano i bambini, è imprescindibile il diritto alla presunzione di innocenza.
La Hornby in questo romanzo fa largo utilizzo delle sue conoscenze come avvocato dei minori, dando un’immagine trasparente e a volte sconcertante del sistema legale inglese, spiegando come accuse non certe possano sconvolgere profondamente le famiglie e come troppo spesso i servizi sociali si siano dimostrati incompetenti ed arroganti nei confronti delle famiglie.
Mi sono calata così tanto nella storia che leggevo, che ho sofferto con i protagonisti, ho creduto in loro e ho anche dubitato di loro in quelle occasioni nelle quali emergevano ricordi dal passato che potevano in qualche modo andare contro i genitori della piccola Lucy.
I bambini devono assolutamente essere protetti ma spesso chi è adibito a farlo non agisce con imparzialità e lucidità, finendo con il causare problemi e dolore.

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Anita Rudcliff

.Iniziarlo è stata una tragedia, la lettura non è scorrevole, irta di balzi nella narrazione , spesso frenetica, altri momenti statica.Io però non mi sono arresa , e alla fine ho capito che ciò che mi aveva tanto infastidito all inizio non è altro che l esatta rappresentazione dell agire dei protagonisti , e mentre la lettura prosegue ,questa frenesia e questeincursioni narrative aiutano il lettore a calarsi ancora di più nel cuore delle vicende, che avvengono intorno a uno studio legale che si occupa di casi di abuso sui bambini .Vicende dapprima indipendenti l una dall altra, ma che alla fine si intersecano e si intrecciano , fino a formare una fitta ragnatela di coincidenze , e culminano in un finale sicuramente sperato ,ma mai realmente intuìto.Bel libro, se all inizio si è pazienti,e si sa aspettare ....

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