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Yukio Mishima

Confessioni di una maschera

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (2)
Inserito il 20-03-2014 da JohnGrady
Aggiornato il 20-03-2014 da JohnGrady
Disponibile in 9 librerie
Inserito il 20-03-2014 da JohnGrady
Aggiornato il 20-03-2014 da JohnGrady
Disponibile in 9 librerie

Un giovane, cui "difetta in via assoluta qualsiasi forma di voglia carnale per l'altro sesso", deve imparare a vivere celando la propria autentica identità. In pagine in cui risultano indissolubilmente commisti sessualità e candore, esultanza e disperazione, il protagonista di questo romanzo, un classico della letteratura giapponese moderna, confessa le esperienze cruciali attraverso le quali è giunto a conoscere se stesso: dalla "adorazione indicibile" per un paio di calzoni all'elaborazione di fantasie sadomasochistiche, dall'identificazione con personaggi femminili celebri alle sconcertanti interpretazioni di fiabe e motivi iconografici occidentali... L'accettazione di se stesso come uomo diverso dagli altri uomini non si attua senza una lotta, tanto strenua quanto vana, per conquistare la normalità: simula vizi immaginari per far passare inosservate le proprie vere inclinazioni, si costringe a corteggiare giovinette per chiarire sino a qual punto la donna possa offrire piaceri reali, corregge con zelo manifestazioni di rischiosa passionalità...
Ma "le emozioni non hanno simpatia per l'ordine fisso" e i suoi sentimenti reali rimangono, tenaci, quelli nascosti dalla maschera della correttezza ufficiale.

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Recensioni

Francesca

Una scrittura sontuosa, un personaggio che con lo scorrere delle pagine si fa carne e vive sotto i nostri occhi, con le sue umane ossessioni. Bellissimo libro.

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Alberto Rossi

Voto 4 al romanzo: non sono un grande conoscitore della letteratura giapponese, se si escludono i nomi più noti come Akutagawa e Kawabata (oltre alle miserevoli porcate oggi di moda quali Banana Yoshimoto e Haruki Murakami), ed esattamente come nel caso di Kawabata quest'opera di Mishima m'ha lasciato la forte impressione di inadeguatezza di un lettore di fronte a qualcosa di più grande di lui. O, se non più grande, quantomeno troppo distante. Il romanzo in sé è in più punti formidabile, ma in altri, fortunatamente pochi, m'ha annoiato; eppure, fermandomi a riflettere su quelle parti, non c'era nulla di formalmente sbagliato, nulla che a livello teorico annoiasse. Probabilmente il Sol Levante è ancora troppo distante da noi occidentali, o perlomeno da me occidentale, e alcune impressioni sono troppo fortemente legate alla cultura per essere comprese appieno. Un punto in meno per la traduzione; dubito che Mishima scrivesse con tale magniloquenza, soprattutto lessicale. Nella versione italiana ci si ferma invece spesso di fronte a parole che stonano e parecchio. Diciamocelo francamente, menomo anziché minimo non si può proprio sentire, è eccessivamente arcaico oltre che dal suono fastidioso. Ed è solo il caso più eclatante, visto che si ripete innumerevoli volte nel testo. A questo si aggiungano alcuni errori grammaticali ed il gioco è fatto.

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Editore: Feltrinelli Editore

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 224

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8807809567

ISBN-13: 9788807809569

Data di pubblicazione: 2002

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Disponibile in 9 librerie
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Aggiornato il 20-03-2014 da JohnGrady
Disponibile in 9 librerie

Un giovane, cui "difetta in via assoluta qualsiasi forma di voglia carnale per l'altro sesso", deve imparare a vivere celando la propria autentica identità. In pagine in cui risultano indissolubilmente commisti sessualità e candore, esultanza e disperazione, il protagonista di questo romanzo, un classico della letteratura giapponese moderna, confessa le esperienze cruciali attraverso le quali è giunto a conoscere se stesso: dalla "adorazione indicibile" per un paio di calzoni all'elaborazione di fantasie sadomasochistiche, dall'identificazione con personaggi femminili celebri alle sconcertanti interpretazioni di fiabe e motivi iconografici occidentali... L'accettazione di se stesso come uomo diverso dagli altri uomini non si attua senza una lotta, tanto strenua quanto vana, per conquistare la normalità: simula vizi immaginari per far passare inosservate le proprie vere inclinazioni, si costringe a corteggiare giovinette per chiarire sino a qual punto la donna possa offrire piaceri reali, corregge con zelo manifestazioni di rischiosa passionalità...
Ma "le emozioni non hanno simpatia per l'ordine fisso" e i suoi sentimenti reali rimangono, tenaci, quelli nascosti dalla maschera della correttezza ufficiale.

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Voto 4 al romanzo: non sono un grande conoscitore della letteratura giapponese, se si escludono i nomi più noti come Akutagawa e Kawabata (oltre alle miserevoli porcate oggi di moda quali Banana Yoshimoto e Haruki Murakami), ed esattamente come nel caso di Kawabata quest'opera di Mishima m'ha lasciato la forte impressione di inadeguatezza di un lettore di fronte a qualcosa di più grande di lui. O, se non più grande, quantomeno troppo distante. Il romanzo in sé è in più punti formidabile, ma in altri, fortunatamente pochi, m'ha annoiato; eppure, fermandomi a riflettere su quelle parti, non c'era nulla di formalmente sbagliato, nulla che a livello teorico annoiasse. Probabilmente il Sol Levante è ancora troppo distante da noi occidentali, o perlomeno da me occidentale, e alcune impressioni sono troppo fortemente legate alla cultura per essere comprese appieno. Un punto in meno per la traduzione; dubito che Mishima scrivesse con tale magniloquenza, soprattutto lessicale. Nella versione italiana ci si ferma invece spesso di fronte a parole che stonano e parecchio. Diciamocelo francamente, menomo anziché minimo non si può proprio sentire, è eccessivamente arcaico oltre che dal suono fastidioso. Ed è solo il caso più eclatante, visto che si ripete innumerevoli volte nel testo. A questo si aggiungano alcuni errori grammaticali ed il gioco è fatto.

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