Cristo si è fermato a Eboli è il racconto del confino di Carlo Levi in Lucania durante il regime fascista, ed è riconosciuto come uno dei libri più importanti della letteratura europea. Il viaggio verso sud e la permanenza nel piccolo paese di Gagliano permettono all’autore di entrare in un universo a lui fino ad allora sconosciuto. E in questo mondo fuori dalla storia, pagano e magico, così lontano dai precedenti orizzonti esistenziali e così vicino proprio perché reale e tangibile, Levi troverà un’umanità diversa, forte e affascinante. Superando la barriera dell’estraneità, si fa portavoce dei “suoi” contadini, penetra con rispetto nella loro quotidianità di fatiche, dolore, fatture e spiriti; racconta il loro sentirsi ed essere abbandonati da dio e dagli uomini. Il podestà Magalone e Donna Caterina, Sanaporcelle e il fido cane Barone, che lo accompagna nella consueta passeggiata fino al cimitero: il lento scorrere dei giorni del confino (temporaneo per Levi, eterno per i contadini) è affollato di personaggi e vicende che l’autore descrive con toccante realismo in un racconto meditativo che lascia – ancora oggi – senza fiato.