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Stefano Benni

Saltatempo

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 17-04-2014 da Pia
Aggiornato il 17-04-2014 da Pia
Disponibile in 18 librerie
Inserito il 17-04-2014 da Pia
Aggiornato il 17-04-2014 da Pia
Disponibile in 18 librerie

Lo incontriamo da ragazzino mentre "scarpagna" verso le Bisacconi (le scuole elementari del paese). Sono gli anni '50 e mentre ruba in una vigna un grappolo di schizzozibibbo, Lupetto, così lo chiamano, vede un uomo alto, con una barba immensa e un vecchio cane. E' una divinità pagana, sozza come un letamaio, che gli regala una facoltà meravigliosa: un orologio interno, un orobilogio, che gli consentirà di correre avanti nel tempo. Così Lupetto diviene Saltatempo, cresce bislacco e distratto, mentre il paese dove vive si sta trasformando e l'orobilogio con i suoi giri improvvisi e vorticosi prospetta il tempo che verrà.

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Denise Salis

Un libro ricco e corale che mi ha fatto cambiare idea tante volte. Mentre leggevo continuavo a chiedermi se ci fosse necessità di tutti quei particolari sulla vita sessuale (seppure descritti con fresca fanciullezza) del protagonista..e poi la politica, uh quanta politica..E però si legge con avidità perchè si sta come le montagne russe. Un momento di grande ilarità spezzato da un lutto, la tristezza di una riflessione solitaria e un tuffo nella verve delle battute di Saltatempo, o di una di quelle strane divinità del bosco.. E poi tutti quei brani che avrei voluto riportare, nei miei quaderni privati e anche qui..che parlano d'altri tempi ma sono terribilmente attuali. Il modo migliore per sottolineare che c'è un tempo rettilineo segnato dall'orologio, e poi c'è l'orobilogio, che segna l'altro tempo, quello ingarbugliato, quello dell'eterno ritorno..

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Editore: Feltrinelli

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 265

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8807016028

ISBN-13: 9788807016028

Data di pubblicazione: 2001

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Lo incontriamo da ragazzino mentre "scarpagna" verso le Bisacconi (le scuole elementari del paese). Sono gli anni '50 e mentre ruba in una vigna un grappolo di schizzozibibbo, Lupetto, così lo chiamano, vede un uomo alto, con una barba immensa e un vecchio cane. E' una divinità pagana, sozza come un letamaio, che gli regala una facoltà meravigliosa: un orologio interno, un orobilogio, che gli consentirà di correre avanti nel tempo. Così Lupetto diviene Saltatempo, cresce bislacco e distratto, mentre il paese dove vive si sta trasformando e l'orobilogio con i suoi giri improvvisi e vorticosi prospetta il tempo che verrà.

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Un libro ricco e corale che mi ha fatto cambiare idea tante volte. Mentre leggevo continuavo a chiedermi se ci fosse necessità di tutti quei particolari sulla vita sessuale (seppure descritti con fresca fanciullezza) del protagonista..e poi la politica, uh quanta politica..E però si legge con avidità perchè si sta come le montagne russe. Un momento di grande ilarità spezzato da un lutto, la tristezza di una riflessione solitaria e un tuffo nella verve delle battute di Saltatempo, o di una di quelle strane divinità del bosco.. E poi tutti quei brani che avrei voluto riportare, nei miei quaderni privati e anche qui..che parlano d'altri tempi ma sono terribilmente attuali. Il modo migliore per sottolineare che c'è un tempo rettilineo segnato dall'orologio, e poi c'è l'orobilogio, che segna l'altro tempo, quello ingarbugliato, quello dell'eterno ritorno..

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