In India, alla fine degli anni Sessanta, una giovane donna con due figli gemelli lascia il marito alcolizzato e brutale e torna nella casa della sua benestante famiglia. Qui le capita di innamorarsi perdutamente di un "intoccabile", e alla sua già precaria condizione di divorziata (condizione che in India comporta la perdita di un ruolo sociale riconosciuto) si aggiunge l'"indegnità" di aver concepito un amore assolutamente proibito. La condanna della famiglia e della società si abbatterà perciò implacabile su di lei, che sarà costretta a un penoso e irrimediabile isolamento.
Nel 1997 questo romanzo ha conferito fama mondiale alla sua giovane autrice, capace di svelarci, con la durezza della denuncia ma anche con la poeticità dei sentimenti, la realtà dei modi di vita in un'India del tutto immune dagli stereotipi ascetici o pauperistici tanto cari all'immaginario occidentale. Ci viene mostrato un paese complesso e per molti versi inedito, lacerato fra le istanze di una modernità galoppante e la persistenza di tradizioni antichissime e spietate, la liberazione dalle quali costa durissime e non sempre vincenti battaglie civili.
Ma per una felice scelta creativa questo mondo così difficile ci viene fatto vedere attraverso gli occhi dei due bambini della protagonista, Estha e Rahel: occhi che registrano solo ciò che colpisce la loro vergine sensibilità, e che si soffermano su cose ordinarie, magari apparentemente insignificanti, e tuttavia cariche di signfiicati storici ed esistenziali niente affatto comuni, così come mai comune è la vicenda del conflitto eterno fra le ragioni dell'individuo e quelle spesso oppresive del contesto in cui si trova a vivere.