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José Saramago

Le intermittenze della morte

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 01-12-2012 da
Aggiornato il 16-06-2020 da Akribia
Disponibile in 2 librerie
Inserito il 01-12-2012 da
Aggiornato il 16-06-2020 da Akribia
Disponibile in 2 librerie

Un Paese senza nome, 31 dicembre, scocca la mezzanotte. E arriva l’eternità, nella forma più semplice e quindi più inaspettata: nessuno muore più. La gioia è grande, la massima angoscia dell’umanità sembra sgominata per sempre. Ma non è tutto così semplice: chi sulla morte faceva affari per esempio perde la sua fonte di reddito. E cosa ne sarà della Chiesa, ora che non c’è più uno spauracchio e non serve più nessuna resurrezione? I problemi, come si vede, sono molti e complessi. Intanto la morte, con fattezze di donna, segue i suoi imprendibili ragionamenti: dopo sette mesi annuncia, con una lettera scritta a mano, affidata a una busta viola e diretta ai media, che sta per riprendere il suo usuale lavoro, fedele all’impegno di rinnovamento dell’umanità che la vede da sempre protagonista. Da lì in poi le lettere viola partono con cadenza regolare e raggiungono i loro sfortunati (o fortunati?) destinatari, che tornano a morire come si conviene. Ma un violoncellista, dopo che la lettera a lui indirizzata è stata rinviata al mittente per tre volte, costringe la morte a bussare alla sua porta per consegnarla di persona... Una grande creazione fantastica, nella migliore vena del grande premio Nobel portoghese .

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Michela L.

L'argomento è più che interessante, ma a mio avviso è sviluppato in maniera da rendere la lettura un po' piatta..
Le ultime pagine valgono le tre stelline di tutto il libro: belle, tristi e molto umane!

 

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Editore: Feltrinelli Editore

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 224

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8858805674

ISBN-13: 9788858805671

Data di pubblicazione: 2012

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Le intermittenze della morte

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Un Paese senza nome, 31 dicembre, scocca la mezzanotte. E arriva l’eternità, nella forma più semplice e quindi più inaspettata: nessuno muore più. La gioia è grande, la massima angoscia dell’umanità sembra sgominata per sempre. Ma non è tutto così semplice: chi sulla morte faceva affari per esempio perde la sua fonte di reddito. E cosa ne sarà della Chiesa, ora che non c’è più uno spauracchio e non serve più nessuna resurrezione? I problemi, come si vede, sono molti e complessi. Intanto la morte, con fattezze di donna, segue i suoi imprendibili ragionamenti: dopo sette mesi annuncia, con una lettera scritta a mano, affidata a una busta viola e diretta ai media, che sta per riprendere il suo usuale lavoro, fedele all’impegno di rinnovamento dell’umanità che la vede da sempre protagonista. Da lì in poi le lettere viola partono con cadenza regolare e raggiungono i loro sfortunati (o fortunati?) destinatari, che tornano a morire come si conviene. Ma un violoncellista, dopo che la lettera a lui indirizzata è stata rinviata al mittente per tre volte, costringe la morte a bussare alla sua porta per consegnarla di persona... Una grande creazione fantastica, nella migliore vena del grande premio Nobel portoghese .

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Le ultime pagine valgono le tre stelline di tutto il libro: belle, tristi e molto umane!

 

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