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Paolo Nori

La matematica è scolpita nel granito

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Giancarlo Zoccheddu

Poi uno sparisce e ritorna e gli chiedono e dove sei stato? boh in giro, ho nuotato, ho letto, ho guardato e il tempo è passato che poi c'è da chiedersi dove se ne va il tempo in continuazione, io vorrei tanto avere la scatola che contiene il tempo di certa gente che conosco che non ne usa niente di nulla del suo tempo e poi viene a rompere le balle a me che vuole il mio di tempo. E' un periodo che ho questa fissa del tempo mi pare. Invecchio, mi fanno male le ginocchia e mi manca il tempo. Perché se leggi un libro che racconta cose che hai visto che conosci addirittura i nomi della gente che conosci personalmente ti viene questa domanda del tempo che non c'è che quando eri bambino avevi la scatola del tempo tipo macchina del tempo e ci guardavi dentro per vedere il futuro ora ci guardi dentro per vedere il passato. Seneghe per esempio è il passato per me. Seneghe è il posto dove ogni anno da qualche anno ci fanno il festival della poesia, io ci sono andato un paio di volte. Non vado mai a Seneghe se non per quello. Ci ho vissuto da piccolo e poi basta sono andato da un'altra parte. Ecco uno va lì e ascolta quello che gli pare oppure va lì e la sera ascolta i diari di Paolo Nori che fanno il riassunto. Si siede e vede: Paolo Nori sul palco, un microfono e la luce che gli illumina la faccia, la piazza piena di gente seduta su sedie di plastica, l'aria fresca finto estiva che ci vai in maglietta e poi hai freddo, le persone che ridono a volte e a volte non ridono, la voce di Paolo Nori che, ho controllato, non è presente nel libro. La voce di Paolo Nori non è presente nel libro. Io che l'ho visto di persona la sento attraverso il libro. Ma voi? Leggete con la vostra voce interiore? E che gusto ne ricavate? Avete una voce interiore affascinante e profonda e sexy. Bene. Ma non è quella di Paolo Nori. Continuiamo. Poi quello seduto vede anche: i muri delle case che affacciano sulla piazza, le voci di persone che arrivano, le voci di persone che se ne vanno, il rumore delle sedie che si spostano quando la lettura finisce e la piazza si svuota. E a me piacerebbe un giorno essere l'ultimo che lascia la piazza, immagino che ci sarà qualcuno che se ne va dopo tutti gli altri o no?. Quello che smonta ecco. Io tipo vorrei fare finta di niente, parlare al cellulare magari o guardare per aria, aspettare che quello che smonta finisca di smontare e quando lo vedo uscire di scena in una delle vie che si immettono nella piazza a quel punto alzarmi guardarmi intorno e andarmene.

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Editore: Perda Sonadora Imprentas

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 194

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-13: 9788890550607

Data di pubblicazione: 2010

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