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Iosif Brodskij

Fondamenta degli incurabili

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Aggiornato il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Disponibile in 1 libreria
Inserito il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Aggiornato il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Disponibile in 1 libreria

«Il pizzo verticale delle facciate veneziane è il più bel disegno che il tempo-alias-acqua abbia lasciato sulla terraferma, in qualsiasi parte del globo». Parlare di Venezia significa parlare di tutto – e in particolare della letteratura, del tempo, della forma, dell’occhio che la guarda. Così è per Brodskij in senso pienamente letterale. Questa divagazione su una città si spinge nelle profondità della memoria del pianeta, sino alla nascita della vita dalle acque, da una parte, e, dall’altra, nei meandri della memoria dello scrittore, intrecciando alla riflessione le apparizioni nel ricordo di certi momenti, di certi fatti che per lui avvennero a Venezia. C’è qui, come sempre in Brodskij, l’immediatezza della percezione e il gioco fulmineo che la traspone su un piano metafisico. E, per il lettore, quella percezione, quel contrappunto di immagini e pensieri intriderà d’ora in poi il nome stesso di Venezia. Fondamenta degli Incurabili, presentato a Venezia nel 1989 per il Consorzio Venezia Nuova in edizione fuori commercio, è stato arricchito dall’autore per questa edizione.

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Recensioni

Alberto Rossi

Questo non è un libro fatto per essere commentato; non nella maniera usuale, quantomeno, perché leggendo Fondamenta degli incurabili dello stile e della retorica, in fondo, ce se ne fotte. Che poi non ce ne si accorga e che questo libro ti entri sottopelle proprio grazie alle sue astuzie retoriche e ai suoi gioielli stilistici, beh, questo è tutt'altro discorso. Con Brodskij, con quello che in questo piccolo volume Brodskij dice, spesso non ci si trova neanche troppo d'accordo e altrettanto spesso si pensa che esageri nell'imbastire critiche e apologie o nel narrare episodi. Però la natura del libro è quella di un'unica gigantesca (e orgogliosa) sensazione che al suo interno contiene un'iride di sensazioni, quelle lasciate da una città meravigliosa e mediterranea - Venezia - su di un poeta meraviglioso e nordico. E di commentare le sensazioni, proprio, non sono in grado. Lascio però gli sfortunati lettori di questa mia con un piccolo stralcio, uno dei tanti passaggi significativi che a me è parso anche metafora - involontaria chissà? - della vita umana, incastrata ahilei (ahinoi) in una società purtroppo altrettanto umana: "La gente del luogo non va in gondola: è la cosa che non fa mai. Tanto per cominciare, una corsa in gondola costa cara. Possono permettersela soltanto i turisti stranieri, ma quelli facoltosi. Questo spiega l'età media dei passeggeri che si vedono sulle gondole: un settantenne può scucire senza batter ciglio un decimo del suo stipendio da insegnante. La vista di questi Romei decrepiti e delle loro Giuliette in menopausa è invariabilmente triste e imbarazzante, per non dire sinistra. Per i giovani, cioè per coloro ai quali una cosa del genere sarebbe intonata, una gondola è tanto inaccessibile quanto un albergo a cinque stelle."

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Editore: Adelphi

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 108

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8845908089

ISBN-13: 9788845908088

Data di pubblicazione: 1991

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Aggiornato il 30-01-2014 da Alberto Rossi
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«Il pizzo verticale delle facciate veneziane è il più bel disegno che il tempo-alias-acqua abbia lasciato sulla terraferma, in qualsiasi parte del globo». Parlare di Venezia significa parlare di tutto – e in particolare della letteratura, del tempo, della forma, dell’occhio che la guarda. Così è per Brodskij in senso pienamente letterale. Questa divagazione su una città si spinge nelle profondità della memoria del pianeta, sino alla nascita della vita dalle acque, da una parte, e, dall’altra, nei meandri della memoria dello scrittore, intrecciando alla riflessione le apparizioni nel ricordo di certi momenti, di certi fatti che per lui avvennero a Venezia. C’è qui, come sempre in Brodskij, l’immediatezza della percezione e il gioco fulmineo che la traspone su un piano metafisico. E, per il lettore, quella percezione, quel contrappunto di immagini e pensieri intriderà d’ora in poi il nome stesso di Venezia. Fondamenta degli Incurabili, presentato a Venezia nel 1989 per il Consorzio Venezia Nuova in edizione fuori commercio, è stato arricchito dall’autore per questa edizione.

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Questo non è un libro fatto per essere commentato; non nella maniera usuale, quantomeno, perché leggendo Fondamenta degli incurabili dello stile e della retorica, in fondo, ce se ne fotte. Che poi non ce ne si accorga e che questo libro ti entri sottopelle proprio grazie alle sue astuzie retoriche e ai suoi gioielli stilistici, beh, questo è tutt'altro discorso. Con Brodskij, con quello che in questo piccolo volume Brodskij dice, spesso non ci si trova neanche troppo d'accordo e altrettanto spesso si pensa che esageri nell'imbastire critiche e apologie o nel narrare episodi. Però la natura del libro è quella di un'unica gigantesca (e orgogliosa) sensazione che al suo interno contiene un'iride di sensazioni, quelle lasciate da una città meravigliosa e mediterranea - Venezia - su di un poeta meraviglioso e nordico. E di commentare le sensazioni, proprio, non sono in grado. Lascio però gli sfortunati lettori di questa mia con un piccolo stralcio, uno dei tanti passaggi significativi che a me è parso anche metafora - involontaria chissà? - della vita umana, incastrata ahilei (ahinoi) in una società purtroppo altrettanto umana: "La gente del luogo non va in gondola: è la cosa che non fa mai. Tanto per cominciare, una corsa in gondola costa cara. Possono permettersela soltanto i turisti stranieri, ma quelli facoltosi. Questo spiega l'età media dei passeggeri che si vedono sulle gondole: un settantenne può scucire senza batter ciglio un decimo del suo stipendio da insegnante. La vista di questi Romei decrepiti e delle loro Giuliette in menopausa è invariabilmente triste e imbarazzante, per non dire sinistra. Per i giovani, cioè per coloro ai quali una cosa del genere sarebbe intonata, una gondola è tanto inaccessibile quanto un albergo a cinque stelle."

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