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Andrea Camilleri

Le pecore e il pastore

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (0)
Inserito il 21-01-2019 da LaCasula
Aggiornato il 21-01-2019 da LaCasula
Disponibile in 4 librerie
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Aggiornato il 21-01-2019 da LaCasula
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Estate 1945. Il vescovo di Agrigento Monsignor Peruzzo viene ferito a morte da due proiettili. Per salvare la vita del pastore dieci giovani monache offrono la loro a Dio, lasciandosi morire. Camilleri scopre questa storia quasi per caso, da una nota a piè di pagina. E con la determinazione del detective «risale la storia. Insegue piste labili o cancellate. Conduce un'indagine sofferta e tormentosa. Interroga fonti storiche e documenti letterari».

Un atto di lettura è all'origine di questo giallo storico. La svagata curiosità dello scrittore viene attratta e irretita da un libro, dimesso e periferico in apparenza, e ritroso anche. Il libro vuole essere desiderato e corteggiato. È vessatorio. Lo scrittore si lascia sedurre. Agguanta il libro infine. E precipita nella lettura. Ma incespica. Inciampa in una nota a piè di pagina. In una di quelle notizie frettolose, quasi incidentali, che di solito vengono saltate senza rimorso. Il passo vulnerabile del lettore si arresta. La brevità della nota stenta a contenere l'immanità del fatto. Immobile come una scheggia insidiosa, la nota ferisce e dà i brividi. Disloca, fuor dello spazio continuo del libro, nel recondito e nell'asetticità erudita di un margine, l'irta e inconfessata convivenza della civiltà con il rito intensamente arcaico del sacrificio umano: con l'immolazione, con il suicidio per arsura di fede, con l'orrore. Recita la nota: «Nella lettera del 16 agosto 1956 l'Abadessa sr. Enrichetta Fanara del monastero benedettino di Palma Montechiaro così scriveva a Peruzzo: "Non sarebbe il caso di dirglielo, ma glielo diciamo per fargli ubbidienza [...] Quando V. E. ricevette quella fucilata e stava in fin di vita, questa comunità offrì la vita di dieci monache per salvare la vita del pastore. Il Signore accettò l'offerta e il cambio: dieci monache, le più giovani, lasciarono la vita per prolungare quella del loro beneamato pastore"». Il «pastore» delle giovani «pecore», che si lasciarono morire di fame e sete in una lunga e assistita agonia dentro le celle claustrali di un convento di antica e macerata santità (contro la quale a nulla valsero le «farfantarie» di un satanasso lapidatore ed epistolografo in diavolese, convocato dai rapimenti mistici), era il vescovo di Agrigento Giovanni Battista Peruzzo: il «vescovo dei contadini» che, in nome della giustizia sociale, e a dispetto del professato anticomunismo, aveva messo il suo carisma e la sua possente eloquenza al servizio dei deboli e degli abbandonati: contro gli agrari; e contro quella «struttura di peccato», che era il latifondo incolto. Immancabilmente due proiettili ferirono a morte il vescovo. Era una sera d'estate del 1945. Dieci monache offrirono le loro vite a Dio. Il vescovo sopravvisse al baratto. Mentre dieci cadaveri si dissolvevano nel silenzio di una strage dimenticata. Solo a distanza di undici anni, Peruzzo venne messo a parte del segreto.
Dalla nota a piè di pagina, Camilleri risale la storia. Insegue piste labili o cancellate. Conduce un'indagine sofferta e tormentosa. Interroga fonti storiche e documenti letterari. Entra nei turbamenti di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che dai fondatori del monastero di Palma di Montechiaro discendeva. Mette in campo se stesso, con i suoi ricordi giovanili. Interroga e si interroga, sgomento, sul passato e sul presente. Intreccia cielo e terra. Il saggio narrativo include tempi lontani. E topografie. Montagne sassose, romitori, luoghi ostili e impervi. Gli spazi fisici si trasformano in archetipi geometrici. Dalla selva oscura, aspra e solitaria, al convento: dagli aliti di sepolcro degli essiccatoi per mummie, ai tanfi cerosi; dalla vischiosità della natura, a quella della storia: tra banditismo, separatismo, e connivenze malavitose. La temperatura della scrittura cambia gradazione. Si accende nel seppiato delle rievocazioni. Si stempera nel bianco e nero dell'inchiesta. (Salvatore Silvano Nigro)

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Editore: Sellerio

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 127

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8838922039

ISBN-13: 9788838922039

Data di pubblicazione: 2007

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Le pecore e il pastore

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Estate 1945. Il vescovo di Agrigento Monsignor Peruzzo viene ferito a morte da due proiettili. Per salvare la vita del pastore dieci giovani monache offrono la loro a Dio, lasciandosi morire. Camilleri scopre questa storia quasi per caso, da una nota a piè di pagina. E con la determinazione del detective «risale la storia. Insegue piste labili o cancellate. Conduce un'indagine sofferta e tormentosa. Interroga fonti storiche e documenti letterari».

Un atto di lettura è all'origine di questo giallo storico. La svagata curiosità dello scrittore viene attratta e irretita da un libro, dimesso e periferico in apparenza, e ritroso anche. Il libro vuole essere desiderato e corteggiato. È vessatorio. Lo scrittore si lascia sedurre. Agguanta il libro infine. E precipita nella lettura. Ma incespica. Inciampa in una nota a piè di pagina. In una di quelle notizie frettolose, quasi incidentali, che di solito vengono saltate senza rimorso. Il passo vulnerabile del lettore si arresta. La brevità della nota stenta a contenere l'immanità del fatto. Immobile come una scheggia insidiosa, la nota ferisce e dà i brividi. Disloca, fuor dello spazio continuo del libro, nel recondito e nell'asetticità erudita di un margine, l'irta e inconfessata convivenza della civiltà con il rito intensamente arcaico del sacrificio umano: con l'immolazione, con il suicidio per arsura di fede, con l'orrore. Recita la nota: «Nella lettera del 16 agosto 1956 l'Abadessa sr. Enrichetta Fanara del monastero benedettino di Palma Montechiaro così scriveva a Peruzzo: "Non sarebbe il caso di dirglielo, ma glielo diciamo per fargli ubbidienza [...] Quando V. E. ricevette quella fucilata e stava in fin di vita, questa comunità offrì la vita di dieci monache per salvare la vita del pastore. Il Signore accettò l'offerta e il cambio: dieci monache, le più giovani, lasciarono la vita per prolungare quella del loro beneamato pastore"». Il «pastore» delle giovani «pecore», che si lasciarono morire di fame e sete in una lunga e assistita agonia dentro le celle claustrali di un convento di antica e macerata santità (contro la quale a nulla valsero le «farfantarie» di un satanasso lapidatore ed epistolografo in diavolese, convocato dai rapimenti mistici), era il vescovo di Agrigento Giovanni Battista Peruzzo: il «vescovo dei contadini» che, in nome della giustizia sociale, e a dispetto del professato anticomunismo, aveva messo il suo carisma e la sua possente eloquenza al servizio dei deboli e degli abbandonati: contro gli agrari; e contro quella «struttura di peccato», che era il latifondo incolto. Immancabilmente due proiettili ferirono a morte il vescovo. Era una sera d'estate del 1945. Dieci monache offrirono le loro vite a Dio. Il vescovo sopravvisse al baratto. Mentre dieci cadaveri si dissolvevano nel silenzio di una strage dimenticata. Solo a distanza di undici anni, Peruzzo venne messo a parte del segreto.
Dalla nota a piè di pagina, Camilleri risale la storia. Insegue piste labili o cancellate. Conduce un'indagine sofferta e tormentosa. Interroga fonti storiche e documenti letterari. Entra nei turbamenti di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, che dai fondatori del monastero di Palma di Montechiaro discendeva. Mette in campo se stesso, con i suoi ricordi giovanili. Interroga e si interroga, sgomento, sul passato e sul presente. Intreccia cielo e terra. Il saggio narrativo include tempi lontani. E topografie. Montagne sassose, romitori, luoghi ostili e impervi. Gli spazi fisici si trasformano in archetipi geometrici. Dalla selva oscura, aspra e solitaria, al convento: dagli aliti di sepolcro degli essiccatoi per mummie, ai tanfi cerosi; dalla vischiosità della natura, a quella della storia: tra banditismo, separatismo, e connivenze malavitose. La temperatura della scrittura cambia gradazione. Si accende nel seppiato delle rievocazioni. Si stempera nel bianco e nero dell'inchiesta. (Salvatore Silvano Nigro)

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