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Antonio Tabucchi

Il gioco del rovescio

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (0)
Inserito il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Aggiornato il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Disponibile in 3 librerie
Inserito il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Aggiornato il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Disponibile in 3 librerie

Resoconti di passioni, di stati affettivi, versati nel nulla e dintorni.
Il libro
E' vero, raccontare è un gioco e io, lo ammetto, amo molto giocare. Il gioco mi ha sempre tentato; ma in questo momento il gioco che più mi tenta è quello del Rovescio. E gli altri giochi che esso si porta appresso, naturalmente. Perché ci sono svariati giochi in questo libro, tutto sta nel lasciarsi tentare. Ma quello che importa è che tutte le sue variazioni, tutte le sorprese, i rischi e le audacie aprono strade che si dirigono verso un obiettivo finale, verso l'individuazione di un''unità contraddittoria'. Inquietano e allarmano. Seducono. Sono illuminazioni che portano alla scoperta più profonda o più sottile, e che ci possono lasciare sia davanti a una bicicletta - personaggio che, carica di passato e di mistero, attraversa "I pomeriggi del sabato" - oppure condurci sull'orlo di un volto esorcizzato: un buco ritagliato in una fotografia. Detto questo, e di fronte a tutto il resto che questo libro mi offre, trovo conferma a una vecchia convinzione: che non c'è gioco gratuito neppure nei giochi dei bambini, che sono cose fin troppo serie, come gli psicologi insegnano. E tantomeno in letteratura, perché in essa non esiste maestro o 'croupier' che la comandi. No, nell'avventura della scrittura non c'è mano che si alzi e che ordini: "Rien ne va plus, les jeux sont faits". Ed è per questo che, dopo aver chiuso "Il gioco del rovescio", tutto può prolungarsi da un altro capo e ciò che ora sto scrivendo può ricominciare in un altro modo.

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Editore: Feltrinelli

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 176

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 880781174X

ISBN-13: 9788807811746

Data di pubblicazione: 2001

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Il gioco del rovescio

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Resoconti di passioni, di stati affettivi, versati nel nulla e dintorni.
Il libro
E' vero, raccontare è un gioco e io, lo ammetto, amo molto giocare. Il gioco mi ha sempre tentato; ma in questo momento il gioco che più mi tenta è quello del Rovescio. E gli altri giochi che esso si porta appresso, naturalmente. Perché ci sono svariati giochi in questo libro, tutto sta nel lasciarsi tentare. Ma quello che importa è che tutte le sue variazioni, tutte le sorprese, i rischi e le audacie aprono strade che si dirigono verso un obiettivo finale, verso l'individuazione di un''unità contraddittoria'. Inquietano e allarmano. Seducono. Sono illuminazioni che portano alla scoperta più profonda o più sottile, e che ci possono lasciare sia davanti a una bicicletta - personaggio che, carica di passato e di mistero, attraversa "I pomeriggi del sabato" - oppure condurci sull'orlo di un volto esorcizzato: un buco ritagliato in una fotografia. Detto questo, e di fronte a tutto il resto che questo libro mi offre, trovo conferma a una vecchia convinzione: che non c'è gioco gratuito neppure nei giochi dei bambini, che sono cose fin troppo serie, come gli psicologi insegnano. E tantomeno in letteratura, perché in essa non esiste maestro o 'croupier' che la comandi. No, nell'avventura della scrittura non c'è mano che si alzi e che ordini: "Rien ne va plus, les jeux sont faits". Ed è per questo che, dopo aver chiuso "Il gioco del rovescio", tutto può prolungarsi da un altro capo e ciò che ora sto scrivendo può ricominciare in un altro modo.

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