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Salvatore Niffoi

La sesta ora

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Inserito il 21-01-2019 da LaCasula
Aggiornato il 21-01-2019 da LaCasula
Disponibile in 17 librerie
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Aggiornato il 21-01-2019 da LaCasula
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Ularzai è un villaggio misterioso: le pietre camminano e il tempo sembra essersi fermato. A Ularzai, il 6 agosto, giorno della festa della Trasfigurazione di Nostro Signore, nasce Bachis il sarto. Dai primi anni di vita, Bachis manifesta la passione per l'arte del cucito. La pedaliera della Singer del vecchio Tziu Chicchinu Buttone, il sarto del paese, scandisce con il suo ritmo le giornate del bambino. Bachis sa qual è la sua passione ma vi si oppone babbo Tidoru che mortifica l'indole di quel figlio che sembra «partorito da uno scampolo di stoffa, con l'ago in una mano, le forbici nell'altra e una bobina al posto del cuore». L'arrivo in paese di un famoso regista per le riprese di un film, finisce per rappresentare un'occasione preziosa per il giovane di talento. L'esperienza di costumista lo porta presto nella Capitale, oltremare, e si avvia ad una carriera nel mondo della moda. Ma potrà questa nuova avventura liberarlo dalla magia del "paese degli umili" dove il destino degli uomini è governato da forze oscure e scandito dai sei tocchi maledetti dell'orologio della torre pisana.

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Denise Salis

Crudo e diretto come solo Niffoi sa essere. Un legame stretto alla terra, alla lingua, alla tradizione. Ho apprezzato meno rispetto a "La vedova scalza", perchè la storia è guidata da un fatalismo legato alla terra matrigna e schiaccia i suoi figli, punendoli per aver cercato fortuna altrove. Io la mia Sardegna non la vivo così. In molte parti mi ci sono ritrovata. La nostalgia delle piccole cose, la consapevolezza di appartenere ad una terra tanto diversa dal resto del mondo, un popolo dalle mille sfaccettature. Ma il dramma dei Voettone è quello di chi si lascia andare alla disperazione e al fatalismo, alla superstizione della civetta che insozza le ore appollaiata sulla torre dell'orologio. Non condivido. Ma forse io l'ho presa troppo sul personale...

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Editore: Il Maestrale

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 240

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8886109709

ISBN-13: 9788886109703

Data di pubblicazione: 2003

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Crudo e diretto come solo Niffoi sa essere. Un legame stretto alla terra, alla lingua, alla tradizione. Ho apprezzato meno rispetto a "La vedova scalza", perchè la storia è guidata da un fatalismo legato alla terra matrigna e schiaccia i suoi figli, punendoli per aver cercato fortuna altrove. Io la mia Sardegna non la vivo così. In molte parti mi ci sono ritrovata. La nostalgia delle piccole cose, la consapevolezza di appartenere ad una terra tanto diversa dal resto del mondo, un popolo dalle mille sfaccettature. Ma il dramma dei Voettone è quello di chi si lascia andare alla disperazione e al fatalismo, alla superstizione della civetta che insozza le ore appollaiata sulla torre dell'orologio. Non condivido. Ma forse io l'ho presa troppo sul personale...

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