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Claudio Magris

Il mito absburgico nella letteratura austriaca moderna

Voto medio della comunità Lìberos
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Inserito il 29-01-2013 da Anna
Aggiornato il 29-01-2013 da Anna
Disponibile in 1 libreria
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Aggiornato il 29-01-2013 da Anna
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Intrecciando storia, cultura e costume, Magris ha ricostruito le ragioni storiche del mito asburgico e la sua presenza nelle opere letterarie, dall'epoca Biedermeier ad autori come Schnitzler, Hofmansthal, Rilke, Roth e Musil.

"La storia del mito asburgico è la storia di una cultura che vive la crisi e la trasformazione epocale di tutta una civiltà, non certo soltanto austriaca; una civiltà che, in nome del suo amore per l'ordine, scopre il disordine del mondo". Apparso agli inizi degli anni Settanta, questo libro ha avuto il merito di indagare tra i primi un tema che avrebbe poi goduto di una fortuna ininterrotta. Nel mito asburgico confluiscono molte componenti: l'idealizzazione dell'Impero come armonica entità sovranazionale e universalistica; il senso dell'ordine e della gerarchia; l'imperatore Francesco Giuseppe, che di quell'ordine era simbolo e garante; una visione edonistica ed epicurea della vita, con epicentro Vienna... Intrecciando storia, cultura e costume, Magris ha ricostruito le ragioni storiche di questo mito e la sua presenza nelle opere leterarie, dall'epoca Biedermeier ad autori come Schnitzler, Hofmannsthal, Kraus, Rilke, Roth, Werfel, Zweig, Musil, Doderer, la cui adesione al proprio tempo ha assunto la forma, tipicamente austriaca, dell'ironia, della critica disincantata e beffarda."

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Editore: Einaudi

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 336

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-13: 9788806138523

Data di pubblicazione: 1996

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Intrecciando storia, cultura e costume, Magris ha ricostruito le ragioni storiche del mito asburgico e la sua presenza nelle opere letterarie, dall'epoca Biedermeier ad autori come Schnitzler, Hofmansthal, Rilke, Roth e Musil.

"La storia del mito asburgico è la storia di una cultura che vive la crisi e la trasformazione epocale di tutta una civiltà, non certo soltanto austriaca; una civiltà che, in nome del suo amore per l'ordine, scopre il disordine del mondo". Apparso agli inizi degli anni Settanta, questo libro ha avuto il merito di indagare tra i primi un tema che avrebbe poi goduto di una fortuna ininterrotta. Nel mito asburgico confluiscono molte componenti: l'idealizzazione dell'Impero come armonica entità sovranazionale e universalistica; il senso dell'ordine e della gerarchia; l'imperatore Francesco Giuseppe, che di quell'ordine era simbolo e garante; una visione edonistica ed epicurea della vita, con epicentro Vienna... Intrecciando storia, cultura e costume, Magris ha ricostruito le ragioni storiche di questo mito e la sua presenza nelle opere leterarie, dall'epoca Biedermeier ad autori come Schnitzler, Hofmannsthal, Kraus, Rilke, Roth, Werfel, Zweig, Musil, Doderer, la cui adesione al proprio tempo ha assunto la forma, tipicamente austriaca, dell'ironia, della critica disincantata e beffarda."

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