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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Fabio Stassi

È finito il nostro carnevale

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Recensioni (0)
Inserito il 22-04-2013 da Aldo Addis
Aggiornato il 22-04-2013 da Aldo Addis
Disponibile in 4 librerie
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Aggiornato il 22-04-2013 da Aldo Addis
Disponibile in 4 librerie

È finito il nostro carnevale è la storia di Rigoberto Aguyar Montiel: una macedonia di geni razziali, un senzaterra, un anarchico, un nemico dell'ordine costituito ma soprattutto un amante del calcio e delle donne. Nella Parigi di fine anni Venti (a pochi mesi dal primo campionato mondiale di calcio) Rigoberto si innamora perdutamente di Consuelo, la magnifica modella che poserà per la creazione della coppa Rimet. Scomparsa misteriosamente la ragazza (nel laboratorio di un orafo di nervoso talento), Rigoberto promette a se stesso di rubare la statuetta d'oro, facendone il simbolo di tutte le speranze perdute dagli uomini.
Inizia in questo modo una lunga cavalcata in giro per i cinque continenti. Nelle vesti di cronista sportivo – sempre sull'orlo del licenziamento – Rigoberto insegue la Diosa de la Victoria campionato del mondo dopo campionato del mondo, dall'Italia fascista del '34 alla swinging London del '66, dall'Uruguay di Schiaffino al Brasile di Garrincha e Pelè. Tra rovesci di fortuna, azioni rocambolesche, colpi di scena, il lungo viaggio di Rigoberto è anche l'attraversamento del Novecento, un percorso pieno di occasioni luminose (l'incontro con Ernest Hemingway, con Django Reinhardt, con Tom Jobim e Vinicius de Moraes) e di momenti tristi (la seconda guerra mondiale, le dittature sudamericane degli anni Settanta, la fine del calcio come branca del romanticismo).
È finito il nostro carnevale è un romanzo picaresco ma anche il canto dolente alzato a un'epoca ormai conclusa (quella di chi «correndo sulla fascia destra, muoveva un corridoio di farfalle»): ai suoi errori, al suo troppo amare, ai suoi uomini, le sue donne, i suoi miti.

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Editore: Minimum Fax

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 249

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8875211205

ISBN-13: 9788875211202

Data di pubblicazione: 2007

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È finito il nostro carnevale

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È finito il nostro carnevale è la storia di Rigoberto Aguyar Montiel: una macedonia di geni razziali, un senzaterra, un anarchico, un nemico dell'ordine costituito ma soprattutto un amante del calcio e delle donne. Nella Parigi di fine anni Venti (a pochi mesi dal primo campionato mondiale di calcio) Rigoberto si innamora perdutamente di Consuelo, la magnifica modella che poserà per la creazione della coppa Rimet. Scomparsa misteriosamente la ragazza (nel laboratorio di un orafo di nervoso talento), Rigoberto promette a se stesso di rubare la statuetta d'oro, facendone il simbolo di tutte le speranze perdute dagli uomini.
Inizia in questo modo una lunga cavalcata in giro per i cinque continenti. Nelle vesti di cronista sportivo – sempre sull'orlo del licenziamento – Rigoberto insegue la Diosa de la Victoria campionato del mondo dopo campionato del mondo, dall'Italia fascista del '34 alla swinging London del '66, dall'Uruguay di Schiaffino al Brasile di Garrincha e Pelè. Tra rovesci di fortuna, azioni rocambolesche, colpi di scena, il lungo viaggio di Rigoberto è anche l'attraversamento del Novecento, un percorso pieno di occasioni luminose (l'incontro con Ernest Hemingway, con Django Reinhardt, con Tom Jobim e Vinicius de Moraes) e di momenti tristi (la seconda guerra mondiale, le dittature sudamericane degli anni Settanta, la fine del calcio come branca del romanticismo).
È finito il nostro carnevale è un romanzo picaresco ma anche il canto dolente alzato a un'epoca ormai conclusa (quella di chi «correndo sulla fascia destra, muoveva un corridoio di farfalle»): ai suoi errori, al suo troppo amare, ai suoi uomini, le sue donne, i suoi miti.

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Éntula, il festival letterario diffuso CON la Sardegna

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