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Curzio Malaparte

Maledetti toscani

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Inserito il 07-07-2012 da
Disponibile in 1 libreria
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'Malaparte's final book, MALEDETTI TOSCANI (1956), an analysis of Tuscan character and attack on bourgeois culture, was a great popular success in Italy. However, after the book was translated into English under the title Those Cursed Tuscans, Phoebe Adams wrote in the Atlantic Monthly, that on the whole, the book "tells little about Tuscany or anything else except Malaparte."' from http://kirjasto.sci.fi/malapart.htm

This edition was translated by Rex Benedict

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Ellakarenina

Il mio campanilismo è pari a zero, tanto più che come Malaparte sono nata in Toscana da genitori non toscani, e non ho mai amato particolarmente Prato, pur senza disprezzarla. Tuttavia, questo non mi impedisce di emozionarmi quando leggo Malaparte che parla della nostra città, con toni iperbolici certo, ma sotto sotto veritieri, affermando "Io son di Prato, m'accontento di esser di Prato, e se non fossi nato pratese vorrei non esser venuto al mondo". (I pratesi amano questa frase e la usano in ogni ricorrenza, e un po' li odio per questo, perchè secondo me "Maledetti toscani" è l'opera meno intensa di Malaparte, ma quella che molti si limitano a leggere) In fondo, nonostante le inevitabili accuse di provincialismo, si sa che i pratesi la sanno lunga, più degli altri toscani, "poichè tutta a Prato finisce la storia d'Italia e d'Europa: tutta a Prato, in stracci".

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Editore: Mondadori

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine:

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8804491183

ISBN-13: 9788804491187

Data di pubblicazione: 2001

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Curzio Malaparte

Maledetti toscani

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'Malaparte's final book, MALEDETTI TOSCANI (1956), an analysis of Tuscan character and attack on bourgeois culture, was a great popular success in Italy. However, after the book was translated into English under the title Those Cursed Tuscans, Phoebe Adams wrote in the Atlantic Monthly, that on the whole, the book "tells little about Tuscany or anything else except Malaparte."' from http://kirjasto.sci.fi/malapart.htm

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Il mio campanilismo è pari a zero, tanto più che come Malaparte sono nata in Toscana da genitori non toscani, e non ho mai amato particolarmente Prato, pur senza disprezzarla. Tuttavia, questo non mi impedisce di emozionarmi quando leggo Malaparte che parla della nostra città, con toni iperbolici certo, ma sotto sotto veritieri, affermando "Io son di Prato, m'accontento di esser di Prato, e se non fossi nato pratese vorrei non esser venuto al mondo". (I pratesi amano questa frase e la usano in ogni ricorrenza, e un po' li odio per questo, perchè secondo me "Maledetti toscani" è l'opera meno intensa di Malaparte, ma quella che molti si limitano a leggere) In fondo, nonostante le inevitabili accuse di provincialismo, si sa che i pratesi la sanno lunga, più degli altri toscani, "poichè tutta a Prato finisce la storia d'Italia e d'Europa: tutta a Prato, in stracci".

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