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E intanto, mentre non c'eri...

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Huckelberry Finn
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"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


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Oltre un mese fa, 05-04-2024
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"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

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Joseph Roth

Ebrei erranti

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (0)
Inserito il 18-05-2013 da Vito Calabrese
Aggiornato il 18-05-2013 da Vito Calabrese
Disponibile in 1 libreria
Inserito il 18-05-2013 da Vito Calabrese
Aggiornato il 18-05-2013 da Vito Calabrese
Disponibile in 1 libreria

In questo libro appassionante, un reportage che non sapeva di essere un’ultima celebrazione di una grande civiltà alla vigilia della sua scomparsa, Roth ci parla di quegli ebrei orientali ai quali egli stesso apparteneva. E ce ne parla «con amore invece che con quella ‘obiettività scientifica’ che è anche detta noia». Il suo presupposto è «la folle speranza che esistano ancora lettori davanti ai quali non sia necessario difendere gli ebrei orientali». Con lo sguardo del grande narratore, Roth osserva quella formicolante vita, torturata ed estatica, che donò all’Europa un sapore inconfondibile, acutissimo. Nessuno spirito nazionale era riuscito a elaborare così mirabilmente il senso della complicazione, dell’irresolubile groviglio dell’esistenza come lo spirito degli ebrei orientali, chiusi nelle loro cittadine o sparsi per il mondo in una perpetua migrazione. Dietro ognuno di questi ebrei si intravede la figura del rabbino che «in un anno ascolta i destini più strani, e nessun caso è tanto complicato che egli non ne abbia udito uno ancora più intricato». È un mondo che Roth, più di ogni altro, ha saputo raccontare con partecipazione e lucidità anche crudele. Queste pagine ripopolano davanti ai nostri occhi, con la magia della parola, quella parte dell’Europa dove oggi di ebrei quasi non ne rimangono più e continua a regnare indisturbato l’antisemitismo. Ebrei erranti apparve nel 1927 presso la casa editrice «Die Schmiede» a Berlino. A tale testo si aggiunge qui la premessa scritta da Roth nel 1937 per una progettata nuova edizione del libro presso l’editore Allert de Lange ad Amsterdam.

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Editore: Adelphi

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 132

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8845906086

ISBN-13: 9788845906084

Data di pubblicazione: 1985

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In questo libro appassionante, un reportage che non sapeva di essere un’ultima celebrazione di una grande civiltà alla vigilia della sua scomparsa, Roth ci parla di quegli ebrei orientali ai quali egli stesso apparteneva. E ce ne parla «con amore invece che con quella ‘obiettività scientifica’ che è anche detta noia». Il suo presupposto è «la folle speranza che esistano ancora lettori davanti ai quali non sia necessario difendere gli ebrei orientali». Con lo sguardo del grande narratore, Roth osserva quella formicolante vita, torturata ed estatica, che donò all’Europa un sapore inconfondibile, acutissimo. Nessuno spirito nazionale era riuscito a elaborare così mirabilmente il senso della complicazione, dell’irresolubile groviglio dell’esistenza come lo spirito degli ebrei orientali, chiusi nelle loro cittadine o sparsi per il mondo in una perpetua migrazione. Dietro ognuno di questi ebrei si intravede la figura del rabbino che «in un anno ascolta i destini più strani, e nessun caso è tanto complicato che egli non ne abbia udito uno ancora più intricato». È un mondo che Roth, più di ogni altro, ha saputo raccontare con partecipazione e lucidità anche crudele. Queste pagine ripopolano davanti ai nostri occhi, con la magia della parola, quella parte dell’Europa dove oggi di ebrei quasi non ne rimangono più e continua a regnare indisturbato l’antisemitismo. Ebrei erranti apparve nel 1927 presso la casa editrice «Die Schmiede» a Berlino. A tale testo si aggiunge qui la premessa scritta da Roth nel 1937 per una progettata nuova edizione del libro presso l’editore Allert de Lange ad Amsterdam.

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