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Edgar Lee Masters

Spoon River Anthology

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Aggiornato il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Disponibile in 1 libreria
Inserito il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Aggiornato il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Disponibile in 1 libreria

A landmark of 20th-century American literature: a series of over 200 compelling free-verse monologues in which former citizens of a mythical Midwestern town speak touchingly from the grave of the thwarted hopes and dreams of their lives. Reprinted from the authoritative 1915 edition.

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Alberto Rossi

Sono passati circa dieci anni dalla prima volta che lessi la Spoon River Anthology. Ne avevo 17 allora: avevo ancora tutti i capelli, non avevo ancora tatuaggi, avevo un semplice pizzetto al posto della barba, qualche chilo in più ma un fegato decisamente più in forma. A ben guardare, però, fisicamente non sono poi cambiato molto. Ad essere cambiato moltissimo, invece, è il mio modo di fruire della poesia. All'epoca ero poco più che un verginello poetico, erano i miei primi esperimenti di lettura extrascolastica della poesia, e i versi di Lee Masters non mi lasciarono granché. Letti e dimenticati nel giro di poco. Passano gli anni, ma dieci son lunghi, e pur non avendo fatto strada pressoché in nulla, mi aspettavo molto dalla rilettura di questa raccolta: quel qualcosa che non seppi cogliere da adolescente e che adesso, raggiunta la maturità (ahahahahahahahahahahahahahhahahahahahahahahahahaahahha ahahahahahahahahahaahhaahahahahahahahha ahahahahahahahhaahahaahhahahahahha ahahahahahahahahahahahahahhahahahahahahahahahahaahahha ahahahahahahahahahaahhaahahahahahahahha ahahahahahahahhaahahaahhahahahahha ahahahahahahahahahahahahahhahahahahahahahahahahaahahha ahahahahahahahahahaahhaahahahahahahahha ahahahahahahahhaahahaahhahahahahha ahahahahahahahahahahahahahhahahahahahahahahahahaahahha ahahahahahahahahahaahhaahahahahahahahha ahahahahahahahhaahahaahhahahahahha ahahahahahahahahahahahahahhahahahahahahahahahahaahahha ahahahahahahahahahaahhaahahahahahahahha ahahahahahahahhaahahaahhahahahahha ahahahahahahahahahahahahahhahahahahahahahahahahaahahha ahahahahahahahahahaahhaahahahahahahahha ahahahahahahahhaahahaahhahahahahha ahahahahahahahahahahahahahhahahahahahahahahahahaahahha ahahahahahahahahahaahhaahahahahahahahha ahahahahahahahhaahahaahhahahahahha ahahahahahahahahahahahahahhahahahahahahahahahahaahahha ahahahahahahahahahaahhaahahahahahahahha ahahahahahahahhaahahaahhahahahahha ), dovrei invece capire. E invece sono rimasto ancor più indifferente che dieci anni fa. Nulla dei celebrati epitaffi delle scrittore americano riesce a colpirmi. Non il ritmo, spesso monotono; non l'idea di far parlare un intero paese, inscenando così una sequela di punti di vista diversi che dovrebbe lasciare spazio al cinismo e al sarcasmo. Ma a me tutto ciò pare solo ruffiano. È il contrario di quel che diceva Moliere: non si dà ragione a nessuno in modo da dar ragione a tutti. Comunque tu la pensi, leggendo questo libro ne uscirai rinfrancato. Se ti accontenti di questo.

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Editore: Dover Publications

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 144

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 0486272753

ISBN-13: 9780486272757

Data di pubblicazione: 1992

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A landmark of 20th-century American literature: a series of over 200 compelling free-verse monologues in which former citizens of a mythical Midwestern town speak touchingly from the grave of the thwarted hopes and dreams of their lives. Reprinted from the authoritative 1915 edition.

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Sono passati circa dieci anni dalla prima volta che lessi la Spoon River Anthology. Ne avevo 17 allora: avevo ancora tutti i capelli, non avevo ancora tatuaggi, avevo un semplice pizzetto al posto della barba, qualche chilo in più ma un fegato decisamente più in forma. A ben guardare, però, fisicamente non sono poi cambiato molto. Ad essere cambiato moltissimo, invece, è il mio modo di fruire della poesia. All'epoca ero poco più che un verginello poetico, erano i miei primi esperimenti di lettura extrascolastica della poesia, e i versi di Lee Masters non mi lasciarono granché. Letti e dimenticati nel giro di poco. Passano gli anni, ma dieci son lunghi, e pur non avendo fatto strada pressoché in nulla, mi aspettavo molto dalla rilettura di questa raccolta: quel qualcosa che non seppi cogliere da adolescente e che adesso, raggiunta la maturità (ahahahahahahahahahahahahahhahahahahahahahahahahaahahha ahahahahahahahahahaahhaahahahahahahahha ahahahahahahahhaahahaahhahahahahha ahahahahahahahahahahahahahhahahahahahahahahahahaahahha ahahahahahahahahahaahhaahahahahahahahha ahahahahahahahhaahahaahhahahahahha ahahahahahahahahahahahahahhahahahahahahahahahahaahahha ahahahahahahahahahaahhaahahahahahahahha ahahahahahahahhaahahaahhahahahahha ahahahahahahahahahahahahahhahahahahahahahahahahaahahha ahahahahahahahahahaahhaahahahahahahahha ahahahahahahahhaahahaahhahahahahha ahahahahahahahahahahahahahhahahahahahahahahahahaahahha ahahahahahahahahahaahhaahahahahahahahha ahahahahahahahhaahahaahhahahahahha ahahahahahahahahahahahahahhahahahahahahahahahahaahahha ahahahahahahahahahaahhaahahahahahahahha ahahahahahahahhaahahaahhahahahahha ahahahahahahahahahahahahahhahahahahahahahahahahaahahha ahahahahahahahahahaahhaahahahahahahahha ahahahahahahahhaahahaahhahahahahha ahahahahahahahahahahahahahhahahahahahahahahahahaahahha ahahahahahahahahahaahhaahahahahahahahha ahahahahahahahhaahahaahhahahahahha ), dovrei invece capire. E invece sono rimasto ancor più indifferente che dieci anni fa. Nulla dei celebrati epitaffi delle scrittore americano riesce a colpirmi. Non il ritmo, spesso monotono; non l'idea di far parlare un intero paese, inscenando così una sequela di punti di vista diversi che dovrebbe lasciare spazio al cinismo e al sarcasmo. Ma a me tutto ciò pare solo ruffiano. È il contrario di quel che diceva Moliere: non si dà ragione a nessuno in modo da dar ragione a tutti. Comunque tu la pensi, leggendo questo libro ne uscirai rinfrancato. Se ti accontenti di questo.

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