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Nicola Lagioia

Tre sistemi per sbarazzarsi di Tolstoj (senza risparmiare se stessi)

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Aggiornato il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Disponibile in 3 librerie
Inserito il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Aggiornato il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Disponibile in 3 librerie

Un lui, una lei, la Roma di oggi, la classica storia d'amore che potrebbe ricominciare; ma il confidente del protagonista, fra partite a scacchi e tazze di caffè al bar, è... Lev Tolstoj.
Con un linguaggio serrato ed elegante, un'ironia feroce, un continuo sovvertimento dei piani narrativi, Lagioia si diverte a trasformare la più convenzionale delle trame in «una macchina per la distruzione di cliché letterari» che non risparmia Guerra e pace, le madeleines di Proust, il mito della droga e quello del ritorno all'infanzia: un'originalissima prova di talento in cui si mescolano lo sperimentalismo europeo e il postmoderno americano. Il romanzo d'esordio di un vero innovatore.

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Recensioni

Alberto Rossi

C'è tanta voglia di scrivere qualcosa di veramente nuovo. C'è la capacità di scardinare alcune figure stereotipate, su tutte quella del vecchio saggio (alla Tolstoj) e quella del tossico filosofico (alla Burroughs). C'è un'innata capacità di comprendere cosa sia l'arte, e non solo la letteratura, ma tutta l'arte, all'inizio del XXI secolo. Ma c'è anche un certa ingenuità di fondo, perfettamente comprensibile per quello che fu il romanzo d'esordio di Nicola Lagioia (nel 2001, all'epoca non ancora trentenne), ma che non permette a questo esperimento di esplodere davvero come vorrebbe. Forse più interessante che effettivamente bello, nonostante alcuni passaggi siano da antologia (se non fosse che un libro come questo ripudia le antologie).

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Editore: Minimum Fax

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 114

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8875212414

ISBN-13: 9788875212414

Data di pubblicazione: 2009

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Un lui, una lei, la Roma di oggi, la classica storia d'amore che potrebbe ricominciare; ma il confidente del protagonista, fra partite a scacchi e tazze di caffè al bar, è... Lev Tolstoj.
Con un linguaggio serrato ed elegante, un'ironia feroce, un continuo sovvertimento dei piani narrativi, Lagioia si diverte a trasformare la più convenzionale delle trame in «una macchina per la distruzione di cliché letterari» che non risparmia Guerra e pace, le madeleines di Proust, il mito della droga e quello del ritorno all'infanzia: un'originalissima prova di talento in cui si mescolano lo sperimentalismo europeo e il postmoderno americano. Il romanzo d'esordio di un vero innovatore.

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C'è tanta voglia di scrivere qualcosa di veramente nuovo. C'è la capacità di scardinare alcune figure stereotipate, su tutte quella del vecchio saggio (alla Tolstoj) e quella del tossico filosofico (alla Burroughs). C'è un'innata capacità di comprendere cosa sia l'arte, e non solo la letteratura, ma tutta l'arte, all'inizio del XXI secolo. Ma c'è anche un certa ingenuità di fondo, perfettamente comprensibile per quello che fu il romanzo d'esordio di Nicola Lagioia (nel 2001, all'epoca non ancora trentenne), ma che non permette a questo esperimento di esplodere davvero come vorrebbe. Forse più interessante che effettivamente bello, nonostante alcuni passaggi siano da antologia (se non fosse che un libro come questo ripudia le antologie).

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