Lìberos

Libro

La mia Libreria

Devi effettuare l'accesso per visualizzare le tue informazioni utente.

Accedi ora o registrati


E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

Devi effettuare l'accesso per visualizzare le informazioni sulla tua libreria.

Accedi ora o registrati

Devi effettuare l'accesso per inserire questo libro nella tua libreria.

Accedi ora o registrati

Jón Kalman Stefánsson

Paradiso e inferno

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 28-09-2017 da Luisa
Aggiornato il 28-09-2017 da Luisa
Disponibile in 2 librerie
Inserito il 28-09-2017 da Luisa
Aggiornato il 28-09-2017 da Luisa
Disponibile in 2 librerie

È l’Islanda, dove le forze primordiali della natura rendono i destini immutabili nel tempo, il luogo di questo racconto di gente di mare persa nell’asprezza dei giorni e delle notti, di un Ragazzo segnato dalla solitudine, e del suo grande amico Bárður, pescatore di merluzzo per necessità, ma in realtà poeta, sognatore, innamorato dei libri e delle parole, le uniche in grado di “consolarci e asciugare le nostre lacrime, sciogliere il ghiaccio che ci stringe il cuore”. Parole che possono anche essere fatali: come per Bárður, rapito da quel verso del Paradiso perduto di Milton che ha voluto rileggere prima di imbarcarsi, al punto da dimenticare a terra la cerata, correndo il rischio di trovare una morte invisibile e silenziosa come quella dei pesci. Storia di tragedia e di ritorno alla vita all’inseguimento di un destino diverso, Paradiso e inferno è un’avventura iniziatica, un viaggio metafisico, la ricerca di un senso e di uno scopo alto nella vita, ma soprattutto un inno al potere salvifico delle parole. Con una scrittura magnetica che decanta l’essenziale, Jón Kalman Stefánsson racconta con infinita tenerezza un’amicizia, la storia di due ragazzi che si innalza in una sfera magica sopra il frastuono del mondo, per ricordare che la vita umana è sempre una gara contro il buio dell’universo, in cui “non abbiamo bisogno di parole per sopravvivere, ne abbiamo bisogno per vivere”.

Devi effettuare l'accesso per inserire le tue informazioni sulla lettura di questo libro.

Accedi ora o registrati

Modifica date lettura

Inizio lettura

Fine lettura

Recensioni

Alberto Rossi

Guarda come girano quelle parole non vogliono stare ferme al cuore al cuore puntano dritte al cuore. La morte è in fondo il significato ultimo. Come ci si dimentica di un morto? Con le parole. La letteratura è fonte di oblio ce lo dice l'autore stesso state attenti non lasciatevi ingannare. Lo veniamo a sapere non preoccupatevi veniamo a sapere tutto ché nulla è lasciato al caso non il minimo caso non il sesso non la morte non gli occhi neri di una donna profondi come la notte. Che modo di scrivere è mai questo? Siamo storditi dalle ovvietà tautologiche un sacco di banalità presentate con tono leggero e sublime come se fossero novità fondamentali ed è una leggerezza che sorprende e regge perfetta sembra Saramago ma siamo lontanissimi da Saramago è l'estremo opposto di Saramago Saramago è mordace e ci fa ridere e discetta sul male della società qui si parla di una società sacra e millenaria che non si può criticare e di cui non si può ridere e allora a che serve dire tutto tutto non farci capire che cos'è importante? Certo che lo si capisce state attenti ai parallelismi tra il micro e il macro tra il micro del periodo con tante piccole particelle che spezzano e donano un minimo di calore al ghiaccio che altrimenti ci congelerebbe le vene e il macro del testo con le tante divagazioni che donano un minimo di colore al bianco che altrimenti ci accecherebbe gli occhi. Cecità sì è quella la parola chiave per capire dove va il testo ed il cieco amante della poesia e insofferente all'umanità Koblein è il personaggio chiave per capire da dove viene il testo le tre grandi fonti d'ispirazione ovviamente cieche Omero Milton Borges. Ma non preoccupatevi è tutto denso è necessario scalfire ma bastano le vostre unghie suvvia è impossibile non entrarvi è impossibile non esserne ammagliati finanche a quei modi che usa lui per dirci tutto quello che è il libro e non ci serve altro. Il racconto è stato più lungo di quanto avesse previsto. Si è distratto. Ha divagato. È uscito dall'esistenza travolto dalla narrazione, ha toccato con mano l'amico morto e l'ha riportato brevemente in vita. Forse il senso di quel racconto era proprio resuscitare Bárður dalla morte, fare irruzione nel regno dei morti armato di parole. Quindi tutto in venti pagine ci stava fors'anche meno facciamo diciotto le ho fatto diciotto e mezzo che faccio lascio? E invece duecentrotrenta ma è perfetto è perfetto così non c'è possibilità che mi sbagli. E avete visto bene ci sono anche gli incisi ma ripeto riesce ad essere denso ad essere denso usando gli incisi e ad essere denso lui io intanto scrivo senza mettere incisi per essere denso e chissamaicheeffettivamentecisiariuscito ma non sono neanche cose da chiedersi ci si accontenta e si fa quel che si può. Va beh. E poi sfido chiunque abbia già letto questo romanzo a dirmi in che persona è scritto.

Valuta la recensione

Editore: Iperborea

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 245

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 887091190X

ISBN-13: 9788870911909

Data di pubblicazione: 2011

Devi effettuare l'accesso per tracciare questo libro.

Accedi ora o registrati


Chi lo ha letto

Nessun utente ha letto questo libro

Chi lo sta leggendo

Nessun utente sta leggendo questo libro

Devi effettuare l'accesso per visualizzare le informazioni sulla tua libreria.

Accedi ora o registrati

Devi effettuare l'accesso per inserire questo libro nella tua libreria.

Accedi ora o registrati

Jón Kalman Stefánsson

Paradiso e inferno

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 28-09-2017 da Luisa
Aggiornato il 28-09-2017 da Luisa
Disponibile in 2 librerie
Inserito il 28-09-2017 da Luisa
Aggiornato il 28-09-2017 da Luisa
Disponibile in 2 librerie

È l’Islanda, dove le forze primordiali della natura rendono i destini immutabili nel tempo, il luogo di questo racconto di gente di mare persa nell’asprezza dei giorni e delle notti, di un Ragazzo segnato dalla solitudine, e del suo grande amico Bárður, pescatore di merluzzo per necessità, ma in realtà poeta, sognatore, innamorato dei libri e delle parole, le uniche in grado di “consolarci e asciugare le nostre lacrime, sciogliere il ghiaccio che ci stringe il cuore”. Parole che possono anche essere fatali: come per Bárður, rapito da quel verso del Paradiso perduto di Milton che ha voluto rileggere prima di imbarcarsi, al punto da dimenticare a terra la cerata, correndo il rischio di trovare una morte invisibile e silenziosa come quella dei pesci. Storia di tragedia e di ritorno alla vita all’inseguimento di un destino diverso, Paradiso e inferno è un’avventura iniziatica, un viaggio metafisico, la ricerca di un senso e di uno scopo alto nella vita, ma soprattutto un inno al potere salvifico delle parole. Con una scrittura magnetica che decanta l’essenziale, Jón Kalman Stefánsson racconta con infinita tenerezza un’amicizia, la storia di due ragazzi che si innalza in una sfera magica sopra il frastuono del mondo, per ricordare che la vita umana è sempre una gara contro il buio dell’universo, in cui “non abbiamo bisogno di parole per sopravvivere, ne abbiamo bisogno per vivere”.

Devi effettuare l'accesso per inserire le tue informazioni sulla lettura di questo libro.

Accedi ora o registrati

Modifica date lettura

Inizio lettura

Fine lettura

Recensioni

Alberto Rossi

Guarda come girano quelle parole non vogliono stare ferme al cuore al cuore puntano dritte al cuore. La morte è in fondo il significato ultimo. Come ci si dimentica di un morto? Con le parole. La letteratura è fonte di oblio ce lo dice l'autore stesso state attenti non lasciatevi ingannare. Lo veniamo a sapere non preoccupatevi veniamo a sapere tutto ché nulla è lasciato al caso non il minimo caso non il sesso non la morte non gli occhi neri di una donna profondi come la notte. Che modo di scrivere è mai questo? Siamo storditi dalle ovvietà tautologiche un sacco di banalità presentate con tono leggero e sublime come se fossero novità fondamentali ed è una leggerezza che sorprende e regge perfetta sembra Saramago ma siamo lontanissimi da Saramago è l'estremo opposto di Saramago Saramago è mordace e ci fa ridere e discetta sul male della società qui si parla di una società sacra e millenaria che non si può criticare e di cui non si può ridere e allora a che serve dire tutto tutto non farci capire che cos'è importante? Certo che lo si capisce state attenti ai parallelismi tra il micro e il macro tra il micro del periodo con tante piccole particelle che spezzano e donano un minimo di calore al ghiaccio che altrimenti ci congelerebbe le vene e il macro del testo con le tante divagazioni che donano un minimo di colore al bianco che altrimenti ci accecherebbe gli occhi. Cecità sì è quella la parola chiave per capire dove va il testo ed il cieco amante della poesia e insofferente all'umanità Koblein è il personaggio chiave per capire da dove viene il testo le tre grandi fonti d'ispirazione ovviamente cieche Omero Milton Borges. Ma non preoccupatevi è tutto denso è necessario scalfire ma bastano le vostre unghie suvvia è impossibile non entrarvi è impossibile non esserne ammagliati finanche a quei modi che usa lui per dirci tutto quello che è il libro e non ci serve altro. Il racconto è stato più lungo di quanto avesse previsto. Si è distratto. Ha divagato. È uscito dall'esistenza travolto dalla narrazione, ha toccato con mano l'amico morto e l'ha riportato brevemente in vita. Forse il senso di quel racconto era proprio resuscitare Bárður dalla morte, fare irruzione nel regno dei morti armato di parole. Quindi tutto in venti pagine ci stava fors'anche meno facciamo diciotto le ho fatto diciotto e mezzo che faccio lascio? E invece duecentrotrenta ma è perfetto è perfetto così non c'è possibilità che mi sbagli. E avete visto bene ci sono anche gli incisi ma ripeto riesce ad essere denso ad essere denso usando gli incisi e ad essere denso lui io intanto scrivo senza mettere incisi per essere denso e chissamaicheeffettivamentecisiariuscito ma non sono neanche cose da chiedersi ci si accontenta e si fa quel che si può. Va beh. E poi sfido chiunque abbia già letto questo romanzo a dirmi in che persona è scritto.

Valuta la recensione

Éntula, il festival letterario diffuso CON la Sardegna

Mens Sana, festival di letteratura sportiva

Liquida, festival di letteratura giornalistica