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Silvio Perego

Gli impiegati vanno di fretta

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Inserito il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Aggiornato il 30-01-2014 da Alberto Rossi
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Alberto Rossi

Innanzitutto ci si potrebbe chiedere cos'è, negli anni '10 del secolo XXI, la poesia. Senza dubbio la poesia è un territorio dove nessuno vuole investire più un soldo, ché nessuno la compra e la legge più, ma proprio per questo quello della poesia è a mio parere un territorio oggi incredibilmente libero, ben più libero, paradossalmente, di quel romanzo che dovrebbe essere il genere libero per eccellenza. E sia chiaro, lo dico al di là di questa raccolta di Silvio Perego che comunque, diciamolo subito, m'è piaciuta assai. La poesia è libertà. L'opera di Perego, entriamo nello specifico, stupisce sin dall'inizio per l'estrema lucidità con cui l'autore riesce ad usare una scrittura scomposta, che trova il suo ritmo al di fuori della sintassi e che consta di un quasi totale azzeramento dei segni di interpunzione. Niente rime, niente assonanze, poche allitterazioni, ma puro ritmo. Ma è lucida anche nel taglio conteso tra lirica e narrazione, una narrazione che in genere parte dallo sguardo del poeta per poi accartocciarsi su se stessa, in una serie di riflessioni non-terminate perché non-terminabili, ma che continuano a rimandarsi di spunto in spunto. E la potenza sta tutta nel trasformare il quotidiano in universale, nel male assoluto che è la nostra società, che è descritta come egoista, tetra, annichilente, vista con occhi a volte disincantati, molto più spesso accusatori, senza tirarsi indietro, ché la voce poetica sa benissimo di essere una parte di quel consorzio umano così devastatore. Mi vengono in mente i versi del Caproni: Se almeno questo fosse il rumore del mare. Non lo sopporto più il rumore della storia. Ebbene, quello che Perego mette in atto nella sua poesia è una fusione tra i due rumori del Caproni, rumori che sommati diventano ancor più insopportabili, ancor più insostenibili per i timpani di chiunque, eppure così terribilmente attraenti da scacciare l'amor proprio per tuffarcisi affrontando la sordità, in una protesi modernissima del sublime romantico. Proprio perché la poesia è libertà. Qualche assaggio: non crederete mica di essere liberi? non usciremo vivi da qui... la finestrella del bagno è troppo piccola ronf squosh ronf. Il lavandino esplode in una bolla d'acqua silenziosa. devo fare presto cù cù, devo uscire prima che ripassino perché passano in continuazione a sparare veleno sul mondo tra panni sporchi stesi ad asciugare mollette & fili tesi da un universo all'altro sanano ogni tipo di anima con bombe di sabbia umida sommergono le menti ma riusciamo ancora a nutrire un pensiero innocente e a dirlo. vorrei crollassero gli ultimi muri rimasti a Gerusalemme a Cipro a Ceuta il muro della morte il muro del deserto il muro dimenticato la storia corre su fiumi di veleno e di morte innaffiata da bicchieri di vino ____________________________ le persone gironzolano temerarie e insoddisfatte sempre per lo stesso verso con lo stesso rumore di ciabatte con la maglietta Nr. 13 di Ballack sulle spalle nessuno crede di potere invecchiare tanto in fretta sparsi in tutte le direzioni contemporaneamente dove solo un lamento di dolore si solleva dal fondo dell'anima nel mondo interminabile l'america è in ginocchio la louisiana è finita sott'acqua l'europa è in crisi d'identità l'africa ha fame l'asia non sa dove stare crede sia sufficiente rivendere le sue magliette a queste pance pelose occidentali per essere perbene. dov'è la francia populista e garantista mentre tutto accade proprio ora? un delicato equilibrio strategico dove nessuno ha interesse a essere l'unico a cambiare uhm... silenzio interrotto …mattinata rovinata da bambini che litigano a qualcuno si deve dare la colpa ___________________________________ il bambino gratta le cacche verdi dei piccioni dai vetri delle macchine e poi li fa volare via uccideteli uccideteli grida, uccideteli prima che conquistino il mondo! ...c'è troppo casino nel mondo, non sottovalutate gli inetti... credevo fosse più facile soffrire, sapete? e non che tutto dipendesse dal disegno cosmico scritto nel vuoto di sensi dell'eterno! i miei compagni delle superiori non lo immaginano neppure e non vedranno la catastrofe imminente per loro è ancora tutto invariato e il giornale di oggi dice che Cernobyl non è stato così devastante & il mondo potrebbe sopportare di nuovo un dopotutto atomico portatemi via da qui…

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Editore:

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 76

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8848813623

ISBN-13: 9788848813624

Data di pubblicazione: 2012

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Innanzitutto ci si potrebbe chiedere cos'è, negli anni '10 del secolo XXI, la poesia. Senza dubbio la poesia è un territorio dove nessuno vuole investire più un soldo, ché nessuno la compra e la legge più, ma proprio per questo quello della poesia è a mio parere un territorio oggi incredibilmente libero, ben più libero, paradossalmente, di quel romanzo che dovrebbe essere il genere libero per eccellenza. E sia chiaro, lo dico al di là di questa raccolta di Silvio Perego che comunque, diciamolo subito, m'è piaciuta assai. La poesia è libertà. L'opera di Perego, entriamo nello specifico, stupisce sin dall'inizio per l'estrema lucidità con cui l'autore riesce ad usare una scrittura scomposta, che trova il suo ritmo al di fuori della sintassi e che consta di un quasi totale azzeramento dei segni di interpunzione. Niente rime, niente assonanze, poche allitterazioni, ma puro ritmo. Ma è lucida anche nel taglio conteso tra lirica e narrazione, una narrazione che in genere parte dallo sguardo del poeta per poi accartocciarsi su se stessa, in una serie di riflessioni non-terminate perché non-terminabili, ma che continuano a rimandarsi di spunto in spunto. E la potenza sta tutta nel trasformare il quotidiano in universale, nel male assoluto che è la nostra società, che è descritta come egoista, tetra, annichilente, vista con occhi a volte disincantati, molto più spesso accusatori, senza tirarsi indietro, ché la voce poetica sa benissimo di essere una parte di quel consorzio umano così devastatore. Mi vengono in mente i versi del Caproni: Se almeno questo fosse il rumore del mare. Non lo sopporto più il rumore della storia. Ebbene, quello che Perego mette in atto nella sua poesia è una fusione tra i due rumori del Caproni, rumori che sommati diventano ancor più insopportabili, ancor più insostenibili per i timpani di chiunque, eppure così terribilmente attraenti da scacciare l'amor proprio per tuffarcisi affrontando la sordità, in una protesi modernissima del sublime romantico. Proprio perché la poesia è libertà. Qualche assaggio: non crederete mica di essere liberi? non usciremo vivi da qui... la finestrella del bagno è troppo piccola ronf squosh ronf. Il lavandino esplode in una bolla d'acqua silenziosa. devo fare presto cù cù, devo uscire prima che ripassino perché passano in continuazione a sparare veleno sul mondo tra panni sporchi stesi ad asciugare mollette & fili tesi da un universo all'altro sanano ogni tipo di anima con bombe di sabbia umida sommergono le menti ma riusciamo ancora a nutrire un pensiero innocente e a dirlo. vorrei crollassero gli ultimi muri rimasti a Gerusalemme a Cipro a Ceuta il muro della morte il muro del deserto il muro dimenticato la storia corre su fiumi di veleno e di morte innaffiata da bicchieri di vino ____________________________ le persone gironzolano temerarie e insoddisfatte sempre per lo stesso verso con lo stesso rumore di ciabatte con la maglietta Nr. 13 di Ballack sulle spalle nessuno crede di potere invecchiare tanto in fretta sparsi in tutte le direzioni contemporaneamente dove solo un lamento di dolore si solleva dal fondo dell'anima nel mondo interminabile l'america è in ginocchio la louisiana è finita sott'acqua l'europa è in crisi d'identità l'africa ha fame l'asia non sa dove stare crede sia sufficiente rivendere le sue magliette a queste pance pelose occidentali per essere perbene. dov'è la francia populista e garantista mentre tutto accade proprio ora? un delicato equilibrio strategico dove nessuno ha interesse a essere l'unico a cambiare uhm... silenzio interrotto …mattinata rovinata da bambini che litigano a qualcuno si deve dare la colpa ___________________________________ il bambino gratta le cacche verdi dei piccioni dai vetri delle macchine e poi li fa volare via uccideteli uccideteli grida, uccideteli prima che conquistino il mondo! ...c'è troppo casino nel mondo, non sottovalutate gli inetti... credevo fosse più facile soffrire, sapete? e non che tutto dipendesse dal disegno cosmico scritto nel vuoto di sensi dell'eterno! i miei compagni delle superiori non lo immaginano neppure e non vedranno la catastrofe imminente per loro è ancora tutto invariato e il giornale di oggi dice che Cernobyl non è stato così devastante & il mondo potrebbe sopportare di nuovo un dopotutto atomico portatemi via da qui…

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