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Davide Van de Sfroos

Il mio nome è Herbert Fanucci

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Aggiornato il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Disponibile in 1 libreria
Inserito il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Aggiornato il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Disponibile in 1 libreria

Chi è veramente Herbert Fanucci? E perché Phil Collins gli deve un divano? Di lui, sappiamo che è stato un cameriere, un fotografo, probabilmente un cronista, e anche qualcuno di cui non vuole parlare: di sicuro, ha deciso di non scattare mai più una fotografia.
Adesso l'imperativo che anima la sua esistenza e agita i suoi sogni è "scrivere un libro", forse per ritrovare se stesso o forse per perdersi definitivamente! Ma quale può essere il cammino che lo condurrà all'uscita dal labirinto del suo passato? Nasconde più segreti il due di picche disegnato sulla sua spalla o la Villa Rossa in cima al paese? E che canzone cela la sua Luna?
Ogni domanda non ha una sola risposta; ogni risposta, invece, scatena mille domande. Non esiste un'altra via per un uomo che cerca di far coincidere il proprio destino con il volo del corvo.

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Alberto Rossi

Quando si parla di regali sbagliati. "Ehi ma A. ama la musica, regaliamogli il libro di Van de Sfroos (o come diavolo si scrive)". Ma proprio perché io amo la musica odio profondamente Van de Sfroos. Questo è, senza alcuna ombra di dubbio, il peggior romanzo che io abbia mai letto. La trama è insulsa, storia d'amore da ragazzine delle medie degna di Moccia ma, ed è tanto peggio, con degli adulti come protagonisti ed evidentemente destinato ad un pubblico di adulti. Degli adulti con la profondità psicologica della Pimpa, ça va sans dire, e che hanno in comune con l'autore quello che è tra i suoi lati più fastidiosi: si pavoneggiano. Ma si sa, a fare di un romanzo un grande romanzo non è mica la trama, è semmai lo stile, la capacità dell'autore di entrarti nelle ossa. Ecco, a proposito di Moccia, la storiella è forse scritta con la stessa qualità stilistica (dico forse perché non ho mai letto Moccia, ma così, a priori, secondo me ci siamo). Dico io, ma può veramente uno che si spaccia per cantautore impegnato andare poi a cantare alle feste della Le… cioè, rifacciamo: può veramente uno che si spaccia per cantautore impegnato scrivere tali cretinerie in modo tanto rozzo e dozzinale? La cosa peggiore però, mannaggia a lui e a chi gli ha pubblicato il libro, è che il Van de Sfroos si permette di ostentare. Ostenta, per la precisione, una cultura musicale chiaramente inesistente, che raggiunge il suo apice nella scoperta che i due giovani amanti, ehi, tutti e due amano i Genesis. I Genesis, ci intendiamo? E lo dicono come se fosse il gruppo più underground/alternativo/sconosciuto del pianeta terra. Manco m'avessi detto Dogbowl. I Genesis, dio bono. Ma quelli del periodo Gabriel eh, quelli che nessuno ha mai sentito. Ma mi faccia il piacere. Ripeto, perché preme sottolinearlo: questo è il peggior romanzo in cui mi sia mai imbattuto, statene alla larga come fosse il piscio dei ratti. POSTILLA: Il libro è concepito, se di concezione si può parlare, anche come riflessione sulla musica contemporanea (infatti è del 2005 e il gruppo più recente citato sono gli Alice in Chains) e fornisce una sorta di tappeto di band che dovrebbe fungere da colonna sonora. Inutile dire che non si va mai oltre alla banalità di gruppi triti, ritriti e stratriti (Jethro Tull, Pink Floyd) e a volte pure un po' merdosi (non faccio nomi ché qualcuno potrebbe infastidirsi, ma penso soprattutto ad un gruppo irlandese che inizia per U e finisce con un numero primo pari).

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Editore: Bompiani

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 200

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8845234231

ISBN-13: 9788845234231

Data di pubblicazione: 2005

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Alberto Rossi

Quando si parla di regali sbagliati. "Ehi ma A. ama la musica, regaliamogli il libro di Van de Sfroos (o come diavolo si scrive)". Ma proprio perché io amo la musica odio profondamente Van de Sfroos. Questo è, senza alcuna ombra di dubbio, il peggior romanzo che io abbia mai letto. La trama è insulsa, storia d'amore da ragazzine delle medie degna di Moccia ma, ed è tanto peggio, con degli adulti come protagonisti ed evidentemente destinato ad un pubblico di adulti. Degli adulti con la profondità psicologica della Pimpa, ça va sans dire, e che hanno in comune con l'autore quello che è tra i suoi lati più fastidiosi: si pavoneggiano. Ma si sa, a fare di un romanzo un grande romanzo non è mica la trama, è semmai lo stile, la capacità dell'autore di entrarti nelle ossa. Ecco, a proposito di Moccia, la storiella è forse scritta con la stessa qualità stilistica (dico forse perché non ho mai letto Moccia, ma così, a priori, secondo me ci siamo). Dico io, ma può veramente uno che si spaccia per cantautore impegnato andare poi a cantare alle feste della Le… cioè, rifacciamo: può veramente uno che si spaccia per cantautore impegnato scrivere tali cretinerie in modo tanto rozzo e dozzinale? La cosa peggiore però, mannaggia a lui e a chi gli ha pubblicato il libro, è che il Van de Sfroos si permette di ostentare. Ostenta, per la precisione, una cultura musicale chiaramente inesistente, che raggiunge il suo apice nella scoperta che i due giovani amanti, ehi, tutti e due amano i Genesis. I Genesis, ci intendiamo? E lo dicono come se fosse il gruppo più underground/alternativo/sconosciuto del pianeta terra. Manco m'avessi detto Dogbowl. I Genesis, dio bono. Ma quelli del periodo Gabriel eh, quelli che nessuno ha mai sentito. Ma mi faccia il piacere. Ripeto, perché preme sottolinearlo: questo è il peggior romanzo in cui mi sia mai imbattuto, statene alla larga come fosse il piscio dei ratti. POSTILLA: Il libro è concepito, se di concezione si può parlare, anche come riflessione sulla musica contemporanea (infatti è del 2005 e il gruppo più recente citato sono gli Alice in Chains) e fornisce una sorta di tappeto di band che dovrebbe fungere da colonna sonora. Inutile dire che non si va mai oltre alla banalità di gruppi triti, ritriti e stratriti (Jethro Tull, Pink Floyd) e a volte pure un po' merdosi (non faccio nomi ché qualcuno potrebbe infastidirsi, ma penso soprattutto ad un gruppo irlandese che inizia per U e finisce con un numero primo pari).

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