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Michela L.


Huckelberry Finn
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"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

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Raymond Carver

America oggi

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Inserito il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Aggiornato il 30-01-2014 da Alberto Rossi
Disponibile in 1 libreria
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Aggiornato il 30-01-2014 da Alberto Rossi
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Alberto Rossi

In uno dei momenti migliori de "La nausea", Sartre scrive queste eleganti parole per esprimere il suo disappunto verso le persone che eleganti non sono, ma semmai teste di merda, se mi passate il francesismo: "Spiegano il nuovo con il vecchio, e il vecchio l'hanno spiegato con avvenimenti più vecchi ancora, come quegli storici che fanno di Lenin un Robespierre russo e di Robespierre un Cromwell francese: tutto sommato, non hanno mai capito niente". Ecco, sul retro di copertina di questa raccolta una citazione da un'anonima recensione del Times ci dice che "Raymond Carver è il Cechov d'America". Non è in fondo la stessa identica cosa? Teste di merda, appunto. Il libro invece, partendo dal presupposto che Carver con Cechov ha ben poco a che fare, e con poco intendo dire niente. L'autore va a pescare nell'America provinciale e quotidiana, cifra stilistica di molti altri scrittori con cui condivide età e provenienza e che ha francamente stancato nei tanti mediocri che riempiono le librerie. Ma Carver è sapiente e talentuoso e la sua quotidianità ha qualcosa di strano ed attraente; non è vera quotidianità, è quel limbo sottile che divide la routine dall'evento. Tutti i protagonisti di questi racconti fanno qualcosa di paradossale, piccolo e paradossale come tante manie. E nella nostra ambizione di esseri umani che vogliono staccarsi dall'esistenza abitudinaria pensiamo che non è questo quel che risponde al nostro desiderio di eccezionalità. Ma è il destino a cui siamo costretti mentre comincio a perdere i capelli. Diciamo 3,5, alcuni racconti sono pregevoli (soprattutto nella seconda metà del volume), altri poco interessanti. La poesia posta in chiusura è proprio urènda.

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Editore: Minimum Fax

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 156

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8875214093

ISBN-13: 9788875214098

Data di pubblicazione: 2012

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In uno dei momenti migliori de "La nausea", Sartre scrive queste eleganti parole per esprimere il suo disappunto verso le persone che eleganti non sono, ma semmai teste di merda, se mi passate il francesismo: "Spiegano il nuovo con il vecchio, e il vecchio l'hanno spiegato con avvenimenti più vecchi ancora, come quegli storici che fanno di Lenin un Robespierre russo e di Robespierre un Cromwell francese: tutto sommato, non hanno mai capito niente". Ecco, sul retro di copertina di questa raccolta una citazione da un'anonima recensione del Times ci dice che "Raymond Carver è il Cechov d'America". Non è in fondo la stessa identica cosa? Teste di merda, appunto. Il libro invece, partendo dal presupposto che Carver con Cechov ha ben poco a che fare, e con poco intendo dire niente. L'autore va a pescare nell'America provinciale e quotidiana, cifra stilistica di molti altri scrittori con cui condivide età e provenienza e che ha francamente stancato nei tanti mediocri che riempiono le librerie. Ma Carver è sapiente e talentuoso e la sua quotidianità ha qualcosa di strano ed attraente; non è vera quotidianità, è quel limbo sottile che divide la routine dall'evento. Tutti i protagonisti di questi racconti fanno qualcosa di paradossale, piccolo e paradossale come tante manie. E nella nostra ambizione di esseri umani che vogliono staccarsi dall'esistenza abitudinaria pensiamo che non è questo quel che risponde al nostro desiderio di eccezionalità. Ma è il destino a cui siamo costretti mentre comincio a perdere i capelli. Diciamo 3,5, alcuni racconti sono pregevoli (soprattutto nella seconda metà del volume), altri poco interessanti. La poesia posta in chiusura è proprio urènda.

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