Voce narrante dell'epica sontuosamente popolare che anima Texaco, ripercorrendo 150 anni di storia della Martinica, È Marie-Sophie Laborieux. L'evento che provoca il racconto è l'ingresso, un mattino, del «Cristo» (angelo distruttore o salvatore?) nella baraccopoli di Texaco, non lontana dalla ordinata Enville, l’Incittà (per i sobborghi la città è sempre un moto a luogo). Davanti a un bicchiere di rum, si svolge il racconto di Marie-Sophie al Cristo-urbanizzatore. La traccia è la storia della sua famiglia, dagli antenati schiavi e dal padre Esternome - schiavo affrancato per aver salvato la vita al padrone - alla faticosa conquista della donna-matador di uno spazio per costruirsi una baracca nell'area industriale abbandonata dalla compagnia petrolifera Texaco, quindi passata a «compagnia di sopravvivenza». L'autore è il «tracciator di parole» di questo epos dei sobborghi, di cui Marie-Sophie è «l'informatrice», perché la scommessa fondamentale di Chamoiseau è mettersi in ascolto di un universo orale per travasarlo in una raffinata arte romanzesca. Con ciò Texaco rappresenta il più alto risultato di quella letteratura caraibica che va compiendo un percorso identitario sotto il segno della creolità.
Traduzione di Sergio Atzeni