Nato a Brooklyn nel 1930, Frank McCourt ha solo quattro anni quando arriva a Limerick con i genitori, che fanno ritorno in Irlanda, lasciandosi alle spalle il sogno americano. Il padre Malachy, è un simpatico irresponsabile. Sperpera al pub il magro salario e rientra a casa ubriaco cantando inni patriottici. Ma racconta storie meravigliose e sa farsi amare. Angela, la madre, sbrigativamente trascina verso la sopravvivenza i figli che nascono. Il racconto di questa vita derelitta ci arriva attraverso gli occhi e la voce di Frankie, il maggiore della tribù. Questo ragazzino indistruttibile, sfrontato, refrattario a ogni sentimentalismo, implacabile osservatore -come solo certi bambini sanno esserlo-, crea con le sue parole, con il suo ritmo, un prodigio di comicità e vitalità contagiose, dove tutte le atrocità, pur senza perdere nulla della loro spesso lugubre asprezza, diventano episodi di un viaggio verso la terra promessa, che sarà ancora, e questa volta davvero, l'America.