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Fabio Geda

Se la vita che salvi è la tua

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 31-08-2014 da Martocchia
Aggiornato il 31-08-2014 da Martocchia
Disponibile in 3 librerie
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Aggiornato il 31-08-2014 da Martocchia
Disponibile in 3 librerie

Andrea Luna ha trentasette anni, fa l'insegnante, ma non ha una cattedra fissa. Quello che doveva essere un breve soggiorno newyorkese, una vacanza solitaria voluta per riprendere fiato e soffocare le braci di una crisi coniugale, si trasforma in una peregrinazione nelle miserie dell'umanità e nella sua infinita ricchezza, in un viaggio che lo trascina ai margini della società e che gli regala incontri memorabili, soprattutto quello con la famiglia Patterson: Ary, la madre, e i suoi due figli gemelli di tredici anni, Benjamin e Allison. Quando, all'improvviso, Andrea decide di tornare a casa dalla moglie, quello che ha lasciato non esiste più. E allora capisce che «casa» è altrove. Per raggiungerla sarà disposto a tutto, anche ad affidarsi a un pollero, un trafficante d'uomini.

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Martocchia

"Si sente in colpa? chiede Walter.
Credo di sì.
Si sente in colpa o si vergogna?
Si sente...Oh, ma che differenza fa, Walter?
Walter si gratta la guancia. Mia madre faceva la maestra, sa? Prima di annegare. Le ho mai detto che mia madre è annegata?
Sì.
Ecco, mia madre aveva questa riserva di saggezza, frasi a effetto che usava con i suoi alunni. E con me. E tra le varie c'era il discorso sul perdono. Walter esplode in una risata che si risolve in un attacco di tosse, cerca il fazzoletto in tasca, lo porta alla bocca. Mi scusi, dice. Il fatto è che il discorso sul perdono era il suo preferito. Credo si divertisse più lei a farlo di quanto non le interessasse farci capire cosa diceva. Ma il fatto, in ogni caso, è che lei diceva le cose in questo modo trasparente, che era impossibile poi non capire dove volesse andare a parare, non so se mi spiego. E il discorso sul perdono partiva proprio dala differenza tra vergogna e senso di colpa, perché la vergogna, signore, la vergogna è come dire "io sono sbagliato" mentre il senso di colpa è come dire "ho fatto una cosa sbagliata", ecco qual era il succo del discorso.
Andrea annuisce.
La vergogna è una pozza di sabbie mobili, ti muovi e ti disperi e non fai altro che affondare. Conosco uno che si è ucciso, per la vergogna. Glielo giuro, signore. Si è sparato con un fucile davanti ai figli, roba da non credere. 
E se solo avesse pensato che non era vergogna quella che provava, ma senso di colpa, sarebbe bastato dire: ho fatto una cosa sbagliata. Walter si sistema sulla sedia e fa una smorfia, come se la gamba gli facesse male. Tutti facciamo cose sbagliate, dice. Ma noi non siamo l'errore. E' questo ciò che diceva mia madre, sa? Noi non siamo l'errore, siamo solo quelli che l'hanno commesso. E per lavare via una colpa basta pentirsi, sinceramente. Tace, poi riprende. Dovrebbe dirlo a quell'uomo di cui stiamo parlando. Dovrebbe farglielo sapere, se è un suo amico.
Lo farò."

Ogni volta che assisto alla presentazione di un libro, resistere alla tentazione di rientrare a casa a mani piene è sempre molto, molto difficile.
Te lo raccontano in modo tale da innescare quel maledetto meccanismo nella testa, cui è difficile sfuggire.
Ecco, a fine estate, nel bel mezzo dei giardini pubblici della mia città, con il profumo di terra bagnata pronto a fare da cornice ad una giornata che di estivo aveva veramente poco (questo lo dico perché chissà, magari ha contribuito a farmi infatuare del libro :D), ad assistere alla presentazione dell'ultima fatica di Geda, io c'ero.
E ricordo anche che, ahimè, ero dovuta rientrare a casa triste e sconsolata, senza libro.
Ho aspettato tanto per poterlo leggere e, ora che l'ho finito, non so, ho come la sensazione che le mie orecchie quella sera abbiano sentito tutt'altro.

Andrea Luna ha trentasette anni, insegna arte....

continua su: http://sullungomaredellibro.blogspot.com/2014/11/fabio-geda-se-la-vita-che-salvi-e-la-tua.html

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Editore: Einaudi

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 240

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8806217747

ISBN-13: 9788806217747

Data di pubblicazione: 2014

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Andrea Luna ha trentasette anni, fa l'insegnante, ma non ha una cattedra fissa. Quello che doveva essere un breve soggiorno newyorkese, una vacanza solitaria voluta per riprendere fiato e soffocare le braci di una crisi coniugale, si trasforma in una peregrinazione nelle miserie dell'umanità e nella sua infinita ricchezza, in un viaggio che lo trascina ai margini della società e che gli regala incontri memorabili, soprattutto quello con la famiglia Patterson: Ary, la madre, e i suoi due figli gemelli di tredici anni, Benjamin e Allison. Quando, all'improvviso, Andrea decide di tornare a casa dalla moglie, quello che ha lasciato non esiste più. E allora capisce che «casa» è altrove. Per raggiungerla sarà disposto a tutto, anche ad affidarsi a un pollero, un trafficante d'uomini.

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"Si sente in colpa? chiede Walter.
Credo di sì.
Si sente in colpa o si vergogna?
Si sente...Oh, ma che differenza fa, Walter?
Walter si gratta la guancia. Mia madre faceva la maestra, sa? Prima di annegare. Le ho mai detto che mia madre è annegata?
Sì.
Ecco, mia madre aveva questa riserva di saggezza, frasi a effetto che usava con i suoi alunni. E con me. E tra le varie c'era il discorso sul perdono. Walter esplode in una risata che si risolve in un attacco di tosse, cerca il fazzoletto in tasca, lo porta alla bocca. Mi scusi, dice. Il fatto è che il discorso sul perdono era il suo preferito. Credo si divertisse più lei a farlo di quanto non le interessasse farci capire cosa diceva. Ma il fatto, in ogni caso, è che lei diceva le cose in questo modo trasparente, che era impossibile poi non capire dove volesse andare a parare, non so se mi spiego. E il discorso sul perdono partiva proprio dala differenza tra vergogna e senso di colpa, perché la vergogna, signore, la vergogna è come dire "io sono sbagliato" mentre il senso di colpa è come dire "ho fatto una cosa sbagliata", ecco qual era il succo del discorso.
Andrea annuisce.
La vergogna è una pozza di sabbie mobili, ti muovi e ti disperi e non fai altro che affondare. Conosco uno che si è ucciso, per la vergogna. Glielo giuro, signore. Si è sparato con un fucile davanti ai figli, roba da non credere. 
E se solo avesse pensato che non era vergogna quella che provava, ma senso di colpa, sarebbe bastato dire: ho fatto una cosa sbagliata. Walter si sistema sulla sedia e fa una smorfia, come se la gamba gli facesse male. Tutti facciamo cose sbagliate, dice. Ma noi non siamo l'errore. E' questo ciò che diceva mia madre, sa? Noi non siamo l'errore, siamo solo quelli che l'hanno commesso. E per lavare via una colpa basta pentirsi, sinceramente. Tace, poi riprende. Dovrebbe dirlo a quell'uomo di cui stiamo parlando. Dovrebbe farglielo sapere, se è un suo amico.
Lo farò."

Ogni volta che assisto alla presentazione di un libro, resistere alla tentazione di rientrare a casa a mani piene è sempre molto, molto difficile.
Te lo raccontano in modo tale da innescare quel maledetto meccanismo nella testa, cui è difficile sfuggire.
Ecco, a fine estate, nel bel mezzo dei giardini pubblici della mia città, con il profumo di terra bagnata pronto a fare da cornice ad una giornata che di estivo aveva veramente poco (questo lo dico perché chissà, magari ha contribuito a farmi infatuare del libro :D), ad assistere alla presentazione dell'ultima fatica di Geda, io c'ero.
E ricordo anche che, ahimè, ero dovuta rientrare a casa triste e sconsolata, senza libro.
Ho aspettato tanto per poterlo leggere e, ora che l'ho finito, non so, ho come la sensazione che le mie orecchie quella sera abbiano sentito tutt'altro.

Andrea Luna ha trentasette anni, insegna arte....

continua su: http://sullungomaredellibro.blogspot.com/2014/11/fabio-geda-se-la-vita-che-salvi-e-la-tua.html

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