Dopo il crollo dell’impero sovietico e la fine del bipolarismo, l’idea di una unificazione politica e giuridica del pianeta si è andata progressivamente affermando. La crescente interdipendenza dei fattori politici ed economici – si sostiene – esige “una governance globale come alternativa all’anarchia, alla guerra civile planetaria”, al terrorismo.
Occorrono istituzioni internazionali che siano capaci di contenere le turbolenze dei mercati finanziari, attenuare le differenze dello sviluppo economico, correggere gli squilibri ecologici, reprimere i conflitti locali, proteggere i diritti umani attraverso l’istituzione di Corti penali internazionali.
Ispirandosi a una concezione realistica e complessa dei rapporti internazionali, Danilo Zolo sottolinea i rischi impliciti nella prospettiva cosmopolitica. Nonostante il suo idealismo universalistico, essa tende a coincidere con le strategie “imperiali” delle grandi potenze industriali, in particolare degli Stati Uniti. E finisce per giustificare l’uso sistematico della forza militare per garantire la stabilità egemonica dell’ordine mondiale.