Laura Mancinelli s'ispira a un emblematico fatto storico - il passaggio del Forte di Exilles ai sabaudi segnò un decisivo consolidamento della loro posizione di difensori della Penisola - per raccontare il dilagare tutto settecentesco delle Sacre Rappresentazioni, motivo di vanto per intere comunità e occasione di feste, danze, begli incontri e futuri fidanzamenti. Ciò spiega l'enorme agitazione che colse gli abitanti di Exilles al sapere che don Giasset ne voleva organizzare una. Ma gli intenti del parroco non erano del tutto pii: suo interesse era concentrare sulla Sacra Rappresentazione le cure della bella vedova Ballon, altrimenti distratte da una azzurra divisa francese e dal suo inebriante profumo di fiori di mandorlo provenzale. La stessa vedova preferiva guarire dalle pene d'amore allestendo il grande spettacolo, e la sua amica Leontine sperava di accasare la figlia, facendo sfoggio delle proprie ricchezze, mentre l'ostessa sognava di consolidare gli affari. Laura Mancinelli tratteggia con affettuosa ironia il ritratto di una società lontana dalle mode cittadine cui però aspira e dai giochi di potere in cui si trova suo malgrado immersa. Fino a quando, all'indomani dei festeggiamenti, uno «scherzo della storia» cambiò il destino di Exilles.