Il 30 gennaio 1933 il presidente Hindenburg affidava la Cancelleria della Repubblica di Weimar ad Adolf Hitler, capo di quel Partito Nazionalsocialista che aveva ottenuto la maggioranza relativa alle elezioni dell'anno precedente.
L'ascesa del nazismo era stata resa possibile dalla forza d'urto che il partito di Hitler aveva saputo esercitare sulle fragili istituzioni democratiche scosse dalle frequenti crisi politiche; ma anche - e soprattutto - dalla disgregazione del tessuto sociale di una Germania paralizzata dalla crisi economica alla fine degli anni Venti.
Iniziava così nella "legalità" il dominio di Hitler e del nazionalsocialismo sulla Germania.
Gli anni a venire avrebbero conosciuto la progressiva e inesorabile costruzione dello Stato totalitario, dapprima con il cambiamento istituzionale del 1933-1934, poi con il consolidamento della dittatura fra il 1934 e il 1938.
In una continua esasperazione degli strumenti dittatoriali e delle basi ideologiche del razzismo e dell'imperialismo, fino agli "anni del furore" della seconda guerra mondiale.
Un passato ingombrante, capace di condizionare la memoria del popolo tedesco fino ai nostri giorni.