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Grazia Deledda

Canne al vento

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Inserito il 09-11-2014 da pmax
Aggiornato il 09-11-2014 da pmax
Disponibile in 1 libreria
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Nubili e sole, le tre dame Pintor conducono un'esistenza grigiamente passiva, chiuse nella decrepita casa di famiglia, al centro di un paese sardo quasi fuori dalla storia. Veglia su di loro il vecchio servo Efix, che custodisce dentro di sé un drammatico doppio segreto: è il solo a sapere la verità sulla fuga della quarta sorella e sulla morte improvvisa del padre. Quando poi giunge dal continente il giovane nipote Giacinto, Efix si sente chiamato a una nuova lotta per proteggere le sue padrone. Ma la crisi provocata dalla venuta del "libero" Giacinto coinvolge anche lui. E la soluzione verrà non dal complesso dei fatti, ma da quello della coscienza. Alla base dei libri di Grazia Deledda c'è sempre un urto tra il vecchio e il nuovo, tra l'avanzante civiltà moderna e la sopravvivenza dell'antico mondo pre-borghese. La legge dei padri, le consuetudini e i tabù di un tempo sono ancora saldamente inseriti negli animi: perciò chi li contravviene si sente tutto pervaso di orrore per la colpa che sa di commettere e alla quale non può né vuole resistere. Come nei grandi romanzieri russi, così nella Deledda il peccato rappresenta una prova che, impegnando tutte le energie morali dell'uomo, ne esalta al più alto grado l'umanità.

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Editore: Giunti Demetra

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 256

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8844031914

ISBN-13: 9788844031916

Data di pubblicazione: 2006

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Nubili e sole, le tre dame Pintor conducono un'esistenza grigiamente passiva, chiuse nella decrepita casa di famiglia, al centro di un paese sardo quasi fuori dalla storia. Veglia su di loro il vecchio servo Efix, che custodisce dentro di sé un drammatico doppio segreto: è il solo a sapere la verità sulla fuga della quarta sorella e sulla morte improvvisa del padre. Quando poi giunge dal continente il giovane nipote Giacinto, Efix si sente chiamato a una nuova lotta per proteggere le sue padrone. Ma la crisi provocata dalla venuta del "libero" Giacinto coinvolge anche lui. E la soluzione verrà non dal complesso dei fatti, ma da quello della coscienza. Alla base dei libri di Grazia Deledda c'è sempre un urto tra il vecchio e il nuovo, tra l'avanzante civiltà moderna e la sopravvivenza dell'antico mondo pre-borghese. La legge dei padri, le consuetudini e i tabù di un tempo sono ancora saldamente inseriti negli animi: perciò chi li contravviene si sente tutto pervaso di orrore per la colpa che sa di commettere e alla quale non può né vuole resistere. Come nei grandi romanzieri russi, così nella Deledda il peccato rappresenta una prova che, impegnando tutte le energie morali dell'uomo, ne esalta al più alto grado l'umanità.

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