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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

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Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Andrea Tarabbia

Il demone a Beslan

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 06-05-2015 da licia_t
Aggiornato il 31-12-2020 da Akribia
Disponibile in 2 librerie
Inserito il 06-05-2015 da licia_t
Aggiornato il 31-12-2020 da Akribia
Disponibile in 2 librerie

Marat Bazarev è quello che è sopravvissuto e sopravviverà.
È l'uomo che, con i suoi compagni, una mattina di sole di settembre è entrato nella scuola numero 1 di Beslan. E lì ha dato inizio alla fine. 334 morti, di cui oltre la metà bambini: questo il bilancio dei tre giorni di sequestro in cui più di mille persone sono state tenute in ostaggio da un commando di separatisti ceceni. Marat è l'unico fra gli attentatori a essere uscito vivo dalla scuola, catturato dalla polizia russa e imprigionato in un carcere di massima sicurezza a Mosca. E qui, chiuso in una cella gelida e isolata, scrive la sua ultima confessione. È pronto ad assumersi la responsabilità che gli spetta, ma ha anche un'urgenza più forte: raccontare la sua storia.
È così che comincia: con Marat e il suo migliore amico Shamil seduti sull'erba di un anfiteatro in un pomeriggio di pace, con Shamil che ridendo si allontana nella boscaglia e dopo pochi passi lancia un urlo terrificante. Nascosti sotto un mucchio di pietre e frasche trovano sette corpi straziati: è il primo segnale. A casa li attende un villaggio saccheggiato e deserto, le porte delle case spalancate e nessuno dei familiari e degli amici.
È così che comincia: Marat in quel pomeriggio terribile capisce che non esiste più una legge e nemmeno le regole, che non c'è onore né coraggio, ma solo paura. E allora si unisce ai guerriglieri in montagna, e con loro si prepara a un'azione in grado di rimbombare da un capo all'altro del mondo. È così che comincia: in un giorno di festa pieno di fiori, in una scuola alla periferia del Caucaso e del mondo.
Facendosi carico di tutto il peso e la colpa della voce di Marat, Andrea Tarabbia immagina una storia di vento, fango, sangue e vendetta, la storia di un'amicizia che resiste a tutti gli orrori. Con delicatezza e profondità, racconta il viaggio dentro il male nella sua forma più umana e disperata, a confronto con i demoni che terrorizzano l'Occidente. E lo fa con una forza che non si dimentica.

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licia_t

meno duro da leggere di quanto credessi, ma non per questo meno impietoso. Un libro secco, mai compiaciuto, che si interroga senza banalità e in modo originale sul male e le sue radici

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Editore: Mondadori

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 360

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8804604212

ISBN-13: 9788804604211

Data di pubblicazione: 2011

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Marat Bazarev è quello che è sopravvissuto e sopravviverà.
È l'uomo che, con i suoi compagni, una mattina di sole di settembre è entrato nella scuola numero 1 di Beslan. E lì ha dato inizio alla fine. 334 morti, di cui oltre la metà bambini: questo il bilancio dei tre giorni di sequestro in cui più di mille persone sono state tenute in ostaggio da un commando di separatisti ceceni. Marat è l'unico fra gli attentatori a essere uscito vivo dalla scuola, catturato dalla polizia russa e imprigionato in un carcere di massima sicurezza a Mosca. E qui, chiuso in una cella gelida e isolata, scrive la sua ultima confessione. È pronto ad assumersi la responsabilità che gli spetta, ma ha anche un'urgenza più forte: raccontare la sua storia.
È così che comincia: con Marat e il suo migliore amico Shamil seduti sull'erba di un anfiteatro in un pomeriggio di pace, con Shamil che ridendo si allontana nella boscaglia e dopo pochi passi lancia un urlo terrificante. Nascosti sotto un mucchio di pietre e frasche trovano sette corpi straziati: è il primo segnale. A casa li attende un villaggio saccheggiato e deserto, le porte delle case spalancate e nessuno dei familiari e degli amici.
È così che comincia: Marat in quel pomeriggio terribile capisce che non esiste più una legge e nemmeno le regole, che non c'è onore né coraggio, ma solo paura. E allora si unisce ai guerriglieri in montagna, e con loro si prepara a un'azione in grado di rimbombare da un capo all'altro del mondo. È così che comincia: in un giorno di festa pieno di fiori, in una scuola alla periferia del Caucaso e del mondo.
Facendosi carico di tutto il peso e la colpa della voce di Marat, Andrea Tarabbia immagina una storia di vento, fango, sangue e vendetta, la storia di un'amicizia che resiste a tutti gli orrori. Con delicatezza e profondità, racconta il viaggio dentro il male nella sua forma più umana e disperata, a confronto con i demoni che terrorizzano l'Occidente. E lo fa con una forza che non si dimentica.

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