Libro

era da tempo che non provavo lo stesso entusiasmo per tutta la durata della letture. a pagina 29 sapevo già che mi sarebbe piaciuto. adesso leggo il secondo volume: Il grande inverno.

La storia si apre sulla fredda Barriera e su Grande Inverno, i personaggi che ci vengono presentati hanno il carattere tipico di chi vive in regioni frustate da un clima rigido e severo. Ma non è questo che raffredda il romanzo. La scrittura è insapore, i dialoghi spesso ridondanti o inutili, l'utilizzo delle stesse metafore smaschera una cultura povera che grava su personaggi (per ora) di poco spessore e lievemente stereotipati. A peggiorare il tutto la pessima traduzione di Altieri, con errori non poco grossolani come tradurre in "unicorno" quello che è in realtà un cervo, nella prima parte del libro. Tralasciando poi gli errori tipografici con lettere mal stampate o non stampate affatto. E come ultimo colpo di daga, la pecuniaria scelta della Mondadori di dividere le uscite originali in più parti, facendo arrivare la saga a oltre una dozzina di volumi. La cosa sconcertante è che la storia vale, è interessante, avvincente, gli intrecci sono pensati ad arte, per cui nonostante una serie di difetti che normalmente getterebbero un libro nell'abisso dell'infamia con un calcio alla Leonida, la trama si fa perdonare. Non a caso ne è stata tratta una serie tv di successo che ne ha rafforzato in punti deboli restituendo un prodotto ottimo in fatto di dialoghi e spessore dei personaggi. Girano voci secondo le quali Martin migliori nei libri successivi, c'è da sperarlo, lo confermerò o meno nelle prossime recensioni.