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E intanto, mentre non c'eri...

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Huckelberry Finn
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Richard Adams

La collina dei conigli

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (2)
Inserito il 06-10-2019 da Akribia
Aggiornato il 06-10-2019 da Akribia
Disponibile in 11 librerie
Inserito il 06-10-2019 da Akribia
Aggiornato il 06-10-2019 da Akribia
Disponibile in 11 librerie

Un branco di conigli protagonisti di una meravigliosa epopea della libertà.

Il saggio Moscardo, l'ingegnoso Mirtillo, il prode Argento e tanti altri sono gli eroi di questo fantastico romanzo epico. Un drappello di piccoli coraggiosi conigli, alla ricerca di un avvenire più sicuro, migra attraverso le ridenti colline del Berkshire e affronta mille nemici in un indimenticabile cammino verso il più prezioso dei beni: la libertà. Con La collina dei conigli la letteratura contemporanea ha ricreato la sua Iliade e la sua Odissea: i piccoli e coraggiosi protagonisti vivono avventure ed emozioni, la quiete di splendidi pascoli e raccontano leggende sul Popolo dei Conigli, i suoi dèi e i suoi eroi.

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Recensioni

Noce Moscata

 

 

E non è fame..

Mettiamo un attimo da parte i coniglietti.

 

Dentro questo libro ci sono cose bellissime. Una di queste è la spiegazione del concetto di valore aggiunto.

 

A un certo punto vi verrà chiesto di immaginare una collina. Chiudete gli occhi e focalizzatela nella mente. Com’è la vostra collina? Soleggiata, alberata, cespugliosa? È una collina verde, oppure è come una coperta patchwork, pezzata dai campi arati? Comunque ve la immaginiate, posso scommettere quello che volete che la state vedendo con la luce accesa. Cioè: non state immaginando la collina al buio della notte giusto? Così come, se vi dico “lepre”, voi immaginerete un animaletto con una pelliccia morbida e poffolosa.  Eppure la collina rimane collina anche al buio, come la lepre rimane lepre anche senza pelliccia.

 

La nostra immaginazione non crea mai cose senza logica. Anche se fantastichiamo, il nostro cervello tiene sempre ben presente certe priorità. Come la lepre ha bisogno della pelliccia per proteggersi e poter campare, noi abbiamo bisogno della luce del sole per vivere. È una questione di necessarietà che diventa scontata, e perciò parte integrante dei nostri pensieri, reali o immaginari che siano.  Ma prendiamo la luna. Il chiaro di luna. Se dovessimo posizionarlo all’interno di un paesaggio creato ad hoc  nella nostra mente, è probabile che ci metteremo sotto due innamorati, magari su una panchina di un parco o in una spiaggia deserta; oppure un gruppo di ragazzini che con la torcia in mano si prepara ad esplorare una casa abbandonata. Niente di necessario quindi.

 

Perché? Perché il chiaro di luna è un qualcosa in più, una cornice che abbellisce o che trasforma il panorama dandogli un significato diverso, più tenebroso o romantico, più denso o più soffuso. Il chiaro di luna non è scontato come la luce del sole. È il valore aggiunto che rende le cose diverse a seconda del nostro stato d’animo. È quel plusvalore che ci regala un’altra prospettiva da conservare nella nostra memoria, perché ha reso singolare un particolare momento. È qualcosa che va oltre la necessità e diventa fregio e ornamento di un istante.

 

E questo spiega perché tutti dovreste leggere questo libro. Non certo per sapere il significato di epopea, o quello di  fuga per la libertà, o magari quello di odissea.  Se cercate queste cose, probabilmente le avete anche già lette; Moscardo, Quintilio, Parruccone, Mirtillo e Nicchio non avranno niente da aggiungere alle nozioni che già conoscete. Questo libro è per chi cerca il valore aggiunto, quel “in più” che Adams ha magistralmente donato a una storia di umanità e peripezie. Quella voglia di qualcosa di buono che attanaglia la signora in giallo dei Ferrero Rocher, e che non è fame.

 

Voglio infine concludere con un appello. Il film omonimo del lontano ’72, ha un grandissimo pregio: quello di aver mantenuto intatta l’atmosfera evocativa così essenziale nel libro. Le visioni di Quintilio trasmettono lo stesso terrore dell’ignoto che angosciava la colonia dei prodi coniglietti. Ma risente tantissimo della mancanza di tempo. Impossibile condensare tutto il libro in un’ora e mezza di film. Non oso pensare però, che capolavoro potrebbe uscirne  se la pellicola fosse in mano a un Miyazaki. Dati i temi a lui cari, l’ecologia, la natura, il rispetto dell’uomo, voglio fortemente credere che prima o poi ci farà un pensierino. Sono certa che anche Vulneraria approverebbe. 

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stefano

Devo confessare che fino a pagina 200 mi sono annoiato molto e sono andata abbastanza lento. poi la lettura ha preso nuovo slancio e la storia è diventata appassionante fino alle ultime pagine. proprio bello.

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Editore: Rizzoli

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 486

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8817113301

ISBN-13: 9788817113304

Data di pubblicazione: 1987

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Richard Adams

La collina dei conigli

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Un branco di conigli protagonisti di una meravigliosa epopea della libertà.

Il saggio Moscardo, l'ingegnoso Mirtillo, il prode Argento e tanti altri sono gli eroi di questo fantastico romanzo epico. Un drappello di piccoli coraggiosi conigli, alla ricerca di un avvenire più sicuro, migra attraverso le ridenti colline del Berkshire e affronta mille nemici in un indimenticabile cammino verso il più prezioso dei beni: la libertà. Con La collina dei conigli la letteratura contemporanea ha ricreato la sua Iliade e la sua Odissea: i piccoli e coraggiosi protagonisti vivono avventure ed emozioni, la quiete di splendidi pascoli e raccontano leggende sul Popolo dei Conigli, i suoi dèi e i suoi eroi.

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Noce Moscata

 

 

E non è fame..

Mettiamo un attimo da parte i coniglietti.

 

Dentro questo libro ci sono cose bellissime. Una di queste è la spiegazione del concetto di valore aggiunto.

 

A un certo punto vi verrà chiesto di immaginare una collina. Chiudete gli occhi e focalizzatela nella mente. Com’è la vostra collina? Soleggiata, alberata, cespugliosa? È una collina verde, oppure è come una coperta patchwork, pezzata dai campi arati? Comunque ve la immaginiate, posso scommettere quello che volete che la state vedendo con la luce accesa. Cioè: non state immaginando la collina al buio della notte giusto? Così come, se vi dico “lepre”, voi immaginerete un animaletto con una pelliccia morbida e poffolosa.  Eppure la collina rimane collina anche al buio, come la lepre rimane lepre anche senza pelliccia.

 

La nostra immaginazione non crea mai cose senza logica. Anche se fantastichiamo, il nostro cervello tiene sempre ben presente certe priorità. Come la lepre ha bisogno della pelliccia per proteggersi e poter campare, noi abbiamo bisogno della luce del sole per vivere. È una questione di necessarietà che diventa scontata, e perciò parte integrante dei nostri pensieri, reali o immaginari che siano.  Ma prendiamo la luna. Il chiaro di luna. Se dovessimo posizionarlo all’interno di un paesaggio creato ad hoc  nella nostra mente, è probabile che ci metteremo sotto due innamorati, magari su una panchina di un parco o in una spiaggia deserta; oppure un gruppo di ragazzini che con la torcia in mano si prepara ad esplorare una casa abbandonata. Niente di necessario quindi.

 

Perché? Perché il chiaro di luna è un qualcosa in più, una cornice che abbellisce o che trasforma il panorama dandogli un significato diverso, più tenebroso o romantico, più denso o più soffuso. Il chiaro di luna non è scontato come la luce del sole. È il valore aggiunto che rende le cose diverse a seconda del nostro stato d’animo. È quel plusvalore che ci regala un’altra prospettiva da conservare nella nostra memoria, perché ha reso singolare un particolare momento. È qualcosa che va oltre la necessità e diventa fregio e ornamento di un istante.

 

E questo spiega perché tutti dovreste leggere questo libro. Non certo per sapere il significato di epopea, o quello di  fuga per la libertà, o magari quello di odissea.  Se cercate queste cose, probabilmente le avete anche già lette; Moscardo, Quintilio, Parruccone, Mirtillo e Nicchio non avranno niente da aggiungere alle nozioni che già conoscete. Questo libro è per chi cerca il valore aggiunto, quel “in più” che Adams ha magistralmente donato a una storia di umanità e peripezie. Quella voglia di qualcosa di buono che attanaglia la signora in giallo dei Ferrero Rocher, e che non è fame.

 

Voglio infine concludere con un appello. Il film omonimo del lontano ’72, ha un grandissimo pregio: quello di aver mantenuto intatta l’atmosfera evocativa così essenziale nel libro. Le visioni di Quintilio trasmettono lo stesso terrore dell’ignoto che angosciava la colonia dei prodi coniglietti. Ma risente tantissimo della mancanza di tempo. Impossibile condensare tutto il libro in un’ora e mezza di film. Non oso pensare però, che capolavoro potrebbe uscirne  se la pellicola fosse in mano a un Miyazaki. Dati i temi a lui cari, l’ecologia, la natura, il rispetto dell’uomo, voglio fortemente credere che prima o poi ci farà un pensierino. Sono certa che anche Vulneraria approverebbe. 

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stefano

Devo confessare che fino a pagina 200 mi sono annoiato molto e sono andata abbastanza lento. poi la lettura ha preso nuovo slancio e la storia è diventata appassionante fino alle ultime pagine. proprio bello.

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