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Jane Austen

Lady Susan - I Watson - Sanditon

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 23-03-2013 da Erika
Aggiornato il 23-03-2013 da Erika
Disponibile in 5 librerie
Inserito il 23-03-2013 da Erika
Aggiornato il 23-03-2013 da Erika
Disponibile in 5 librerie

La città di provincia, le chiacchiere misurate dei salotti, le ferree regole e convenzioni dell’universo piccolo-borghese: in queste tre brevi opere gli ingredienti per entrare nello straordinario mondo della Austen ci sono tutti. La protagonista di Lady Susan, frizzante romanzo epistolare, è una donna energica, intelligente, senza scrupoli, che si diverte a giocare con i sentimenti degli uomini. Ne I Watson Emma, coraggiosa e arguta eroina, vede le sue ambizioni matrimoniali frustrate dalla povertà e dall’orgoglio. Infine Sanditon, ambientato in una località marina di villeggiatura, presenta una straordinaria galleria di personaggi ipocondriaci osservati con occhio divertito e scettico. Il Settecento inglese della borghesia di provincia, delle buone maniere, del matrimonio come aspirazione suprema: Jane Austen ha saputo dipingere il suo tempo con grazia ed eleganza, ma ne ha lasciato accuratamente emergere, con le stesse armi tipiche di quei salotti – arguzia, bon ton, ironia –, gli aspetti più retrogradi, rivelandosi, pur tra le pareti domestiche, donna di spirito e femminista ante litteram. L’incredibile varietà di sfumature psicologiche e i rapporti sociali scandagliati con maestria ci consegnano tre deliziosi racconti di grande fascino e assolutamente attuali.

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Lilaym

Sarò banale, ma Jane Austen è sempre una garanzia di alta letteratura. Ero curiosa nell'accostarmi a questo singolare esperimento; esperimento perché raccoglie tre lavori diversissimi tra loro, e a loro modo incompleti: Lady Susan, opera giovanile e unico romanzo epistolare giunto fino a noi, The Watsons, iniziato negli anni di Bath e in seguito abbandonato senza giungere a una conclusione, e Sandinton, che l'autrice iniziò già malata e che non terminò mai. Lady Susan è l'unico dei lavori presenti ad avere una fine ben delineata: le vicende si sviluppano attraverso le epistole di diverse persone (in questo momento me ne sovvengono in mente cinque), ma al centro della scena è dominato dalla Lady Susan del titolo, quando parla in prima persona ma soprattutto quando sono gli altri a parlare di lei. Susan è il vero deus ex machina di tutta la storia: si ha il forte sospetto che agli avvenimenti prendano una certa piega solo perché lo decide lei. Bellissima, intelligente, ma soprattutto scaltra, manipolatrice, infida: Lady Susan appare così fin da subito agli occhi del lettore. Si potrebbe pensare che sia un personaggio detestato ferocemente: eppure non è così. L'antipatia non avvolge mai il suo charme. La giovane Jane produce un colpo da maestro dipingendo una figura di donna, che, al di là del suo egoismo, delle sue meschinità e piccinerie, è riuscita a decidere di se stessa, a vivere la sua vita esattamente come voleva e quando lo voleva, sopravvivendo in una società che fagocitava le donne e le loro sostanze a beneficio degli uomini, sminuendole il loro ruolo e riducendole a mero oggetto di scambio e piacere. Eppure, Lady Susan ha trovato il modo di giocare in questo mondo con le sue regole. E questo non è poco: chapeau. The Watsons è stato indicato come il più cupo dei suoi lavori, eppure personalmente non lo vedo così cupo. Emma, la protagonista, certo si muove tra mille difficoltà: data in affido a una ricca zia ancora bambina, e a causa di ciò allontanata dalla famiglia di origine, deve farci ritorno a causa del secondo matrimonio della zia con un ufficiale irlandese. Emma non solo perde in questo modo l’eredità che si pensava le spettasse di diritto, ma soprattutto viene allontanata dall’ambiente in cui è cresciuta: è costretta così a tornare in seno alla propria famiglia di origine, i cui membri sono per lei dei perfetti estranei. E’ stato detto che nessuna delle protagoniste di Jane Austen abbia avuto alle spalle una famiglia così povera e avara di affetti e calore. Non sono d’accordo: la famiglia di Anne Elliott in “Persuasione” mi appare molto più vuota e priva di affetti. Emma non si trova in una situazione facile, ma la più grande delle sue sorelle, Elisabeth, sembra una ragazza di buon cuore, anche se non sempre Emma può dirsi d’accordo con le sue opinioni, e il padre, seppur infermo, è un uomo colto e dalla compagnia piacevole. Anne Elliot sì che non poteva contare veramente sull’appoggio di nessun membro della propria famiglia. The Watsons ha un’atmosfera simile a quella di Mansfield Park, e la stessa Emma ha qualche tratto caratteriale in comune con Fanny Price: peccato che Jane Austen l’abbia abbandonato, si preannunciava una lettura estremamente piacevole e interessante. Sandinton è l’ultimo romanzo iniziato da Jane Austen, e dalle sue poche pagine mi è parso di capire che avrebbe dovuto avere una struttura complessa. L’unico dei romanzi ad avere il nome di una località per titolo, e non a caso: la vera protagonista è la cittadina balneare di Sanditon. I personaggi, eccetto che nei capitoli iniziali, si muovono tutti entro i suoi confini, e la sua è una presenza fattiva, non un mero contorno. Anche quella che dovrebbe essere la protagonista, Charlotte, in realtà non ha uno spazio prominente rispetto a quello degli altri personaggi: sembra che essi a turno si dividano equamente le luci della ribalta. Lo sguardo acuto di Jane ci offre la visione di un manipolo di personaggi ipocondriaci, e la sua stessa pungente criticità trova via facile nel coglierne la grossolana ridicolezza, come nel caso di Arthur Parker, o il più sottile compiacimento di sé, come nel caso di sua sorella Diana. Una Jane Austen a tutto tondo: sarebbe un vero peccato perderla.

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Editore: Newton Compton

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 192

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8854124524

ISBN-13: 9788854124523

Data di pubblicazione: 2011

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La città di provincia, le chiacchiere misurate dei salotti, le ferree regole e convenzioni dell’universo piccolo-borghese: in queste tre brevi opere gli ingredienti per entrare nello straordinario mondo della Austen ci sono tutti. La protagonista di Lady Susan, frizzante romanzo epistolare, è una donna energica, intelligente, senza scrupoli, che si diverte a giocare con i sentimenti degli uomini. Ne I Watson Emma, coraggiosa e arguta eroina, vede le sue ambizioni matrimoniali frustrate dalla povertà e dall’orgoglio. Infine Sanditon, ambientato in una località marina di villeggiatura, presenta una straordinaria galleria di personaggi ipocondriaci osservati con occhio divertito e scettico. Il Settecento inglese della borghesia di provincia, delle buone maniere, del matrimonio come aspirazione suprema: Jane Austen ha saputo dipingere il suo tempo con grazia ed eleganza, ma ne ha lasciato accuratamente emergere, con le stesse armi tipiche di quei salotti – arguzia, bon ton, ironia –, gli aspetti più retrogradi, rivelandosi, pur tra le pareti domestiche, donna di spirito e femminista ante litteram. L’incredibile varietà di sfumature psicologiche e i rapporti sociali scandagliati con maestria ci consegnano tre deliziosi racconti di grande fascino e assolutamente attuali.

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Sarò banale, ma Jane Austen è sempre una garanzia di alta letteratura. Ero curiosa nell'accostarmi a questo singolare esperimento; esperimento perché raccoglie tre lavori diversissimi tra loro, e a loro modo incompleti: Lady Susan, opera giovanile e unico romanzo epistolare giunto fino a noi, The Watsons, iniziato negli anni di Bath e in seguito abbandonato senza giungere a una conclusione, e Sandinton, che l'autrice iniziò già malata e che non terminò mai. Lady Susan è l'unico dei lavori presenti ad avere una fine ben delineata: le vicende si sviluppano attraverso le epistole di diverse persone (in questo momento me ne sovvengono in mente cinque), ma al centro della scena è dominato dalla Lady Susan del titolo, quando parla in prima persona ma soprattutto quando sono gli altri a parlare di lei. Susan è il vero deus ex machina di tutta la storia: si ha il forte sospetto che agli avvenimenti prendano una certa piega solo perché lo decide lei. Bellissima, intelligente, ma soprattutto scaltra, manipolatrice, infida: Lady Susan appare così fin da subito agli occhi del lettore. Si potrebbe pensare che sia un personaggio detestato ferocemente: eppure non è così. L'antipatia non avvolge mai il suo charme. La giovane Jane produce un colpo da maestro dipingendo una figura di donna, che, al di là del suo egoismo, delle sue meschinità e piccinerie, è riuscita a decidere di se stessa, a vivere la sua vita esattamente come voleva e quando lo voleva, sopravvivendo in una società che fagocitava le donne e le loro sostanze a beneficio degli uomini, sminuendole il loro ruolo e riducendole a mero oggetto di scambio e piacere. Eppure, Lady Susan ha trovato il modo di giocare in questo mondo con le sue regole. E questo non è poco: chapeau. The Watsons è stato indicato come il più cupo dei suoi lavori, eppure personalmente non lo vedo così cupo. Emma, la protagonista, certo si muove tra mille difficoltà: data in affido a una ricca zia ancora bambina, e a causa di ciò allontanata dalla famiglia di origine, deve farci ritorno a causa del secondo matrimonio della zia con un ufficiale irlandese. Emma non solo perde in questo modo l’eredità che si pensava le spettasse di diritto, ma soprattutto viene allontanata dall’ambiente in cui è cresciuta: è costretta così a tornare in seno alla propria famiglia di origine, i cui membri sono per lei dei perfetti estranei. E’ stato detto che nessuna delle protagoniste di Jane Austen abbia avuto alle spalle una famiglia così povera e avara di affetti e calore. Non sono d’accordo: la famiglia di Anne Elliott in “Persuasione” mi appare molto più vuota e priva di affetti. Emma non si trova in una situazione facile, ma la più grande delle sue sorelle, Elisabeth, sembra una ragazza di buon cuore, anche se non sempre Emma può dirsi d’accordo con le sue opinioni, e il padre, seppur infermo, è un uomo colto e dalla compagnia piacevole. Anne Elliot sì che non poteva contare veramente sull’appoggio di nessun membro della propria famiglia. The Watsons ha un’atmosfera simile a quella di Mansfield Park, e la stessa Emma ha qualche tratto caratteriale in comune con Fanny Price: peccato che Jane Austen l’abbia abbandonato, si preannunciava una lettura estremamente piacevole e interessante. Sandinton è l’ultimo romanzo iniziato da Jane Austen, e dalle sue poche pagine mi è parso di capire che avrebbe dovuto avere una struttura complessa. L’unico dei romanzi ad avere il nome di una località per titolo, e non a caso: la vera protagonista è la cittadina balneare di Sanditon. I personaggi, eccetto che nei capitoli iniziali, si muovono tutti entro i suoi confini, e la sua è una presenza fattiva, non un mero contorno. Anche quella che dovrebbe essere la protagonista, Charlotte, in realtà non ha uno spazio prominente rispetto a quello degli altri personaggi: sembra che essi a turno si dividano equamente le luci della ribalta. Lo sguardo acuto di Jane ci offre la visione di un manipolo di personaggi ipocondriaci, e la sua stessa pungente criticità trova via facile nel coglierne la grossolana ridicolezza, come nel caso di Arthur Parker, o il più sottile compiacimento di sé, come nel caso di sua sorella Diana. Una Jane Austen a tutto tondo: sarebbe un vero peccato perderla.

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