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E intanto, mentre non c'eri...

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Durante la lettura è impossibile separare il romanzo dal contesto storico più conosciuto. I personaggi sono dei rappresentanti di oggetti più [...]

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Huckelberry Finn
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Huckelberry Finn
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Simonetta Agnello Hornby

La Mennulara

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Inserito il 28-09-2016 da Laura
Aggiornato il 28-09-2016 da Laura
Disponibile in 1 libreria
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Aggiornato il 28-09-2016 da Laura
Disponibile in 1 libreria

Roccacolomba. Sicilia. 23 settembre 1963. È morta la Mennulara, al secolo Maria Rosalia Inzerillo, domestica della famiglia Alfallipe, del cui patrimonio è stata da sempre – e senza mai venir meno al ruolo subalterno – oculata amministratrice. Tutti ne parlano perché si favoleggia sulla ricchezza che avrebbe accumulato, forse favorita dalle relazioni con la mafia locale. Tutti ne parlano perché sanno e non sanno, perché c’è chi la odia e la maledice e chi la ricorda con gratitudine. Senza di lei Orazio Alfallipe, uomo sensuale e colto, avrebbe dissipato proprietà e rendite. Senza di lei Adriana Alfallipe, una volta morto il marito, sarebbe rimasta sola in un palazzo immenso. Senza di lei i figli di Orazio e Adriana, Lilla, Carmela e Gianni, sarebbero cresciuti senza un futuro. Eppure i tre fratelli, tornati nel deserto palazzo di famiglia, credono di avere tutti dei buoni motivi per sentirsi illusi e beffati dalla donna, apparentemente rozza e ignorante, che ora ha lasciato loro uno strano testamento. Voci, testimonianze e memorie fanno emergere un affresco che è insieme uno straordinario ritratto di donna e un ebbro teatro mediterraneo di misteri e passioni, di deliri sensuali e colori dell’aria, di personaggi e di visioni memorabili. Un grande romanzo. Una grande storia siciliana.

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Editore: Feltrinelli

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 224

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8807881934

ISBN-13: 9788807881930

Data di pubblicazione: 2013

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Roccacolomba. Sicilia. 23 settembre 1963. È morta la Mennulara, al secolo Maria Rosalia Inzerillo, domestica della famiglia Alfallipe, del cui patrimonio è stata da sempre – e senza mai venir meno al ruolo subalterno – oculata amministratrice. Tutti ne parlano perché si favoleggia sulla ricchezza che avrebbe accumulato, forse favorita dalle relazioni con la mafia locale. Tutti ne parlano perché sanno e non sanno, perché c’è chi la odia e la maledice e chi la ricorda con gratitudine. Senza di lei Orazio Alfallipe, uomo sensuale e colto, avrebbe dissipato proprietà e rendite. Senza di lei Adriana Alfallipe, una volta morto il marito, sarebbe rimasta sola in un palazzo immenso. Senza di lei i figli di Orazio e Adriana, Lilla, Carmela e Gianni, sarebbero cresciuti senza un futuro. Eppure i tre fratelli, tornati nel deserto palazzo di famiglia, credono di avere tutti dei buoni motivi per sentirsi illusi e beffati dalla donna, apparentemente rozza e ignorante, che ora ha lasciato loro uno strano testamento. Voci, testimonianze e memorie fanno emergere un affresco che è insieme uno straordinario ritratto di donna e un ebbro teatro mediterraneo di misteri e passioni, di deliri sensuali e colori dell’aria, di personaggi e di visioni memorabili. Un grande romanzo. Una grande storia siciliana.

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