Lìberos

Libro

La mia Libreria

Devi effettuare l'accesso per visualizzare le tue informazioni utente.

Accedi ora o registrati


E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

Devi effettuare l'accesso per visualizzare le informazioni sulla tua libreria.

Accedi ora o registrati

Devi effettuare l'accesso per inserire questo libro nella tua libreria.

Accedi ora o registrati

Jesper Juul

Il bambino è competente

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 10-05-2017 da Roberto
Aggiornato il 10-05-2017 da Roberto
Disponibile in 1 libreria
Inserito il 10-05-2017 da Roberto
Aggiornato il 10-05-2017 da Roberto
Disponibile in 1 libreria

Il bambino nasce "competente" e dispone già di nozioni, valori e criteri di valutazione che orientano concretamente la sua esperienza. Comunemente, invece, ci si comporta con lui come se fosse una specie di tabula rasa su cui i genitori devono imprimere le conoscenze necessarie per un regolare sviluppo umano e sociale. Questo modello nega la sua personalità e induce un deleterio stato di insicurezza. Juul invita, invece, a un'attenta osservazione del bambino, considerato non più come soggetto passivo ma, al contrario, come un "centro attivo di competenze": il passo necessario per un atteggiamento dialogico che possa orientarlo verso una costruzione armonica delle sue relazioni con la famiglia e il mondo.

Devi effettuare l'accesso per inserire le tue informazioni sulla lettura di questo libro.

Accedi ora o registrati

Modifica date lettura

Inizio lettura

Fine lettura

Recensioni

Roberto

Letto di filato una volta, ora lo sto rileggendo attentamente. Saltano all'occhio alcune chicche. Di seguito qualche esempio. Assolutamente da consigliare a genitori e non, per capire come si è diventati quello che siamo partendo dal bambino che siamo stati in relazione ai genitori che abbiamo avuto. Secondo me merita il Nobel. [Sul vecchio e sul nuovo] La psicologia tradizionale mette in discussione le emozioni: quanto può odiare un figlio il proprio padre? E quanto è adirata una figlia con la madre? Sono domande importanti che permettono di comunicare la vera sofferenza. Ma vorrei sottolineare il fatto di non aver mai incontrato genitori che non amassero i propri figli, nè figli che non amassero i genitori. Ho incontrato molti genitori e figli incapaci di trasformare i loro sentimenti di amore in un comportamento che esprima altrettanto amore. [Sui limiti] ... Non è poi tanto importante che i genitori concordino sul modo di educare i figli. In linea di principio devono concordare su una sola cosa, e cioè che è anche possibile non essere d'accordo. I figli diventano insicuri quando i genitori percepiscono le differenza come qualcosa di sbagliato e indesiderabile. [Sulle differenze tra i genitori] Io considero la personalità come la somma delle nostre strategie di sopravvivenza, plasmate dalle possibilità e limitazioni accordateci da famiglia e cultura di provenienza. La nostra strategia globale di sopravvivenza è l'espressione di come abbiamo imparato a gestire il conflitto tra integrità, cioè responsabilità verso se stessi, e collaborazione, cioè responsabilità verso gli altri, per renderlo quantomeno sopportabile per noi e accettabile per i nostri genitori. Questa strstegia è sempre, almeno in parte, autodistruttiva. Anche se rimosso, noi tutti, da bambini, abbiamo ricevuto delle ferite e ci siamo trattati in modo poco sano. Alcuni di noi hanno cercato rifugio nella solitudine, altri in un'unione coi genitori, altri ancora un compromesso tra gli estremi. E' importante ricordare che, se il nostro comportamento è distruttivo per noi, lo è anche per coloro che ci sono vicini, e per la relazione che abbiamo con loro. [...] E' un grave errore mettere sullo stesso piano la nostra iniziale strategia di sopravvivenza (nella famiglia di origine) con una strategia per la vita. Come possiamo trasformare la nostra strategia di sopravvivenza in una strategia per la vita? Abbiamo bisogno di due cose: l'amore che riceviamo dagli altri, insieme al desiderio di essere noi un valore nella loro vita. Solo allora possiamo lavorare a questo obiettivo di trasformazione. Se iniziamo una famiglia prima dei trenta o trentacinque anni, non conosciamo nè l'altra persona nè noi stessi. Conosciamo solo le nostre due personalità, che consistono delle nostre strategia individuali di sopravvivenza. [...] Conviene rammentarsi a vicenda che quando due adulti hanno un figlio, uno dei due potrà forse avere un terzo dell'esperienza, dell'intuito e della pratica necessaria a fare, con più o meno competenza il mestiere di genitore. La conoscenza restante ci viene da quello che impariamo l'uno dall'altro, e dagli insegnamenti che ci da nostro figlio attraverso le sue reazioni competenti. [...] I conflitti fanno parte della natura del processo di apprendimento. Pertanto abbiamo bisogno di considerare i conflitti in senso costruttivo, anzichè come mezzo per stabilire chi "ha ragione"...

Valuta la recensione

Editore: Feltrinelli

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 188

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8807817306

ISBN-13: 9788807817304

Data di pubblicazione: 2003

Devi effettuare l'accesso per tracciare questo libro.

Accedi ora o registrati


Chi lo ha letto

Nessun utente ha letto questo libro

Chi lo sta leggendo

Nessun utente sta leggendo questo libro

Devi effettuare l'accesso per visualizzare le informazioni sulla tua libreria.

Accedi ora o registrati

Devi effettuare l'accesso per inserire questo libro nella tua libreria.

Accedi ora o registrati

Jesper Juul

Il bambino è competente

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 10-05-2017 da Roberto
Aggiornato il 10-05-2017 da Roberto
Disponibile in 1 libreria
Inserito il 10-05-2017 da Roberto
Aggiornato il 10-05-2017 da Roberto
Disponibile in 1 libreria

Il bambino nasce "competente" e dispone già di nozioni, valori e criteri di valutazione che orientano concretamente la sua esperienza. Comunemente, invece, ci si comporta con lui come se fosse una specie di tabula rasa su cui i genitori devono imprimere le conoscenze necessarie per un regolare sviluppo umano e sociale. Questo modello nega la sua personalità e induce un deleterio stato di insicurezza. Juul invita, invece, a un'attenta osservazione del bambino, considerato non più come soggetto passivo ma, al contrario, come un "centro attivo di competenze": il passo necessario per un atteggiamento dialogico che possa orientarlo verso una costruzione armonica delle sue relazioni con la famiglia e il mondo.

Devi effettuare l'accesso per inserire le tue informazioni sulla lettura di questo libro.

Accedi ora o registrati

Modifica date lettura

Inizio lettura

Fine lettura

Recensioni

Roberto

Letto di filato una volta, ora lo sto rileggendo attentamente. Saltano all'occhio alcune chicche. Di seguito qualche esempio. Assolutamente da consigliare a genitori e non, per capire come si è diventati quello che siamo partendo dal bambino che siamo stati in relazione ai genitori che abbiamo avuto. Secondo me merita il Nobel. [Sul vecchio e sul nuovo] La psicologia tradizionale mette in discussione le emozioni: quanto può odiare un figlio il proprio padre? E quanto è adirata una figlia con la madre? Sono domande importanti che permettono di comunicare la vera sofferenza. Ma vorrei sottolineare il fatto di non aver mai incontrato genitori che non amassero i propri figli, nè figli che non amassero i genitori. Ho incontrato molti genitori e figli incapaci di trasformare i loro sentimenti di amore in un comportamento che esprima altrettanto amore. [Sui limiti] ... Non è poi tanto importante che i genitori concordino sul modo di educare i figli. In linea di principio devono concordare su una sola cosa, e cioè che è anche possibile non essere d'accordo. I figli diventano insicuri quando i genitori percepiscono le differenza come qualcosa di sbagliato e indesiderabile. [Sulle differenze tra i genitori] Io considero la personalità come la somma delle nostre strategie di sopravvivenza, plasmate dalle possibilità e limitazioni accordateci da famiglia e cultura di provenienza. La nostra strategia globale di sopravvivenza è l'espressione di come abbiamo imparato a gestire il conflitto tra integrità, cioè responsabilità verso se stessi, e collaborazione, cioè responsabilità verso gli altri, per renderlo quantomeno sopportabile per noi e accettabile per i nostri genitori. Questa strstegia è sempre, almeno in parte, autodistruttiva. Anche se rimosso, noi tutti, da bambini, abbiamo ricevuto delle ferite e ci siamo trattati in modo poco sano. Alcuni di noi hanno cercato rifugio nella solitudine, altri in un'unione coi genitori, altri ancora un compromesso tra gli estremi. E' importante ricordare che, se il nostro comportamento è distruttivo per noi, lo è anche per coloro che ci sono vicini, e per la relazione che abbiamo con loro. [...] E' un grave errore mettere sullo stesso piano la nostra iniziale strategia di sopravvivenza (nella famiglia di origine) con una strategia per la vita. Come possiamo trasformare la nostra strategia di sopravvivenza in una strategia per la vita? Abbiamo bisogno di due cose: l'amore che riceviamo dagli altri, insieme al desiderio di essere noi un valore nella loro vita. Solo allora possiamo lavorare a questo obiettivo di trasformazione. Se iniziamo una famiglia prima dei trenta o trentacinque anni, non conosciamo nè l'altra persona nè noi stessi. Conosciamo solo le nostre due personalità, che consistono delle nostre strategia individuali di sopravvivenza. [...] Conviene rammentarsi a vicenda che quando due adulti hanno un figlio, uno dei due potrà forse avere un terzo dell'esperienza, dell'intuito e della pratica necessaria a fare, con più o meno competenza il mestiere di genitore. La conoscenza restante ci viene da quello che impariamo l'uno dall'altro, e dagli insegnamenti che ci da nostro figlio attraverso le sue reazioni competenti. [...] I conflitti fanno parte della natura del processo di apprendimento. Pertanto abbiamo bisogno di considerare i conflitti in senso costruttivo, anzichè come mezzo per stabilire chi "ha ragione"...

Valuta la recensione

Éntula, il festival letterario diffuso CON la Sardegna

Mens Sana, festival di letteratura sportiva

Liquida, festival di letteratura giornalistica