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E intanto, mentre non c'eri...

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 28-08-2024
I nomi epiceni
Amélie Nothomb

"Non gli passa. È difficile che la collera passi. Esiste il verbo incollerirsi, far montare dentro di sé la collera, ma non il suo contrario. P [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-04-2024
La zona d'interesse
Martin Amis

"pensavo, come ha potuto «un sonnolento paese di poeti e sognatori», e la più colta e raffinata nazione che il mondo avesse mai visto, come ha [...]

Michela L.


Huckelberry Finn
Oltre un mese fa, 05-02-2024
Il libro delle sorelle
Amélie Nothomb

"Tu che adori la letteratura non hai voglia di scrivere? - Adoro anche il vino, ma non per questo ho voglia di coltivare la vigna."

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Anton Pavlovič Čehov

Il giardino dei ciliegi

Voto medio della comunità Lìberos
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Inserito il 29-08-2017 da Maria Agostina
Aggiornato il 29-08-2017 da Maria Agostina
Disponibile in 0 librerie
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Aggiornato il 29-08-2017 da Maria Agostina
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"Il giardino dei ciliegi", l'ultima e, secondo un parere largamente concorde della critica, la più lirica delle opere teatrali di Cechov, nacque con dolorosa lentezza tra il 1902 e il 1903 per la maggior parte a Jalta, dove Anton Pavlovic, minato dalla tubercolosi, si era stabilito già dall'autunno del '99. La vicenda di Ljubov' Andreevna Ranevskaja e della sua famiglia rispecchia la crisi di una società, la decadenza di una classe, l'affermazione di un'altra, quindi una trasformazione di mentalità e il delinearsi di un nuovo sistema di valori, mentre ripropone i temi, cari al drammaturgo russo, dell'idealismo, della frustrazione, del sacrificio in funzione di un benessere avvenire, e ancora "la sofferenza del mutamento", qualcosa che fatalmente accomuna tutti, giacché al fondo di ogni trasformazione si affaccia per ognuno di noi, inevitabile, l'interrogativo sul senso ultimo delle cose.

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Editore: Einaudi

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 71

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 880606486X

ISBN-13: 9788806064860

Data di pubblicazione: 1970

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"Il giardino dei ciliegi", l'ultima e, secondo un parere largamente concorde della critica, la più lirica delle opere teatrali di Cechov, nacque con dolorosa lentezza tra il 1902 e il 1903 per la maggior parte a Jalta, dove Anton Pavlovic, minato dalla tubercolosi, si era stabilito già dall'autunno del '99. La vicenda di Ljubov' Andreevna Ranevskaja e della sua famiglia rispecchia la crisi di una società, la decadenza di una classe, l'affermazione di un'altra, quindi una trasformazione di mentalità e il delinearsi di un nuovo sistema di valori, mentre ripropone i temi, cari al drammaturgo russo, dell'idealismo, della frustrazione, del sacrificio in funzione di un benessere avvenire, e ancora "la sofferenza del mutamento", qualcosa che fatalmente accomuna tutti, giacché al fondo di ogni trasformazione si affaccia per ognuno di noi, inevitabile, l'interrogativo sul senso ultimo delle cose.

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