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E intanto, mentre non c'eri...

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Marcello Fois

Del dirsi addio

Voto medio della comunità Lìberos
Recensioni (1)
Inserito il 21-01-2019 da LaCasula
Aggiornato il 21-01-2019 da LaCasula
Disponibile in 3 librerie
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Aggiornato il 21-01-2019 da LaCasula
Disponibile in 3 librerie

Un bambino di undici anni sparisce nel nulla in una Bolzano diafana. Intorno a lui, scheggiato e vivo, il mondo degli adulti, in cui nessuno può dirsi innocente e forse nemmeno del tutto colpevole. Al commissario Sergio Striggio per inciampare nella verità sarà necessario scavare a fondo dentro se stesso, ed essere disposto a una distrazione ininterrotta. A vivere appieno i sentimenti che prova, per una donna e soprattutto per un uomo. A stilare un elenco di cose bellissime. Ad accompagnare un padre ingombrante nel suo ultimo viaggio e a ripensarsi bambino. Perché solo imparando a cambiare punto di vista è possibile chiudere i cerchi e non farsi ingannare da un gioco di specchi.

Quando s'imbatte nel caso del piccolo Michele, scomparso dall'auto dei genitori in un'area di sosta senza lasciare traccia, il commissario Striggio sta attraversando un periodo piuttosto complicato. A casa, Leo vorrebbe che lui la smettesse di nascondere il loro amore, soprattutto al padre. E il padre, dal canto suo, sta per arrivare da Bologna con una notizia sconcertante. La sparizione di Michele - un bambino «speciale», dotato di capacità di apprendimento straordinarie e con seri problemi di relazione - è un ordigno destinato a far deflagrare ogni cosa. A riattivare amori, odii, frammenti di passato che ritornano: perché in gioco è soprattutto l'umanità, in tutte le sue declinazioni. E forse la soluzione può venire più facilmente proprio dalla dimensione interiore che dagli snodi di un'indagine tradizionale. Per questo, mentre indaga, il commissario vive, pensa, si distrae, si perde. Cosí gli altri intorno a lui. Perché il nuovo romanzo di Marcello Fois è un noir al calor bianco, tesissimo ma continuamente franto, interrotto dalla vita e dai pensieri di chi la sta vivendo, incentrato sui sentimenti e sulla capacità di riconoscerne la voce piú autentica. Fois scolpisce una galleria di personaggi tridimensionali e vivi: gli abitanti della sua storia si scoprono deboli e spesso bugiardi, capaci di rancore ma al contempo in grado di perdonare e di piangere le loro manchevolezze. Genitori, figli, fratelli, colleghi e amanti: tutti partecipi di un mistero che sta ben attento a nascondere la propria soluzione fino alle battute conclusive, quando Fois cala finalmente gli assi e rivela ancora una volta la sua grande tempra di narratore universale.

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Luisa

"Come ci si dice addio è la cosa più importante del dirsi addio". Una serie di storie che si intricano e si ingarbugliano, inframmezzate da rimandi alla mitologia e alla storia, un po' troppa roba per me. Di base è interessante, ma mi sono persa più di una volta ed è stato faticoso ritrovare la strada... Fois è uno dei miei autori preferiti, ma come ho già avuto modo di scrivere, la mia passione è altalenante, a volte cieca e potente, altre volte leggera e volubile, come in questo caso. Nulla da dire sulla scrittura, a tratti anche troppo ampollosa, sicuramente adatta ad un libro del genere, ma mi è mancata la forza della semplicità, la solidarietà, la vita vera.

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Editore: Einaudi

Lingua: (DATO NON PRESENTE)

Numero di pagine: 310

Formato: (DATO NON PRESENTE)

ISBN-10: 8806216511

ISBN-13: 9788806216511

Data di pubblicazione: 2017

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Un bambino di undici anni sparisce nel nulla in una Bolzano diafana. Intorno a lui, scheggiato e vivo, il mondo degli adulti, in cui nessuno può dirsi innocente e forse nemmeno del tutto colpevole. Al commissario Sergio Striggio per inciampare nella verità sarà necessario scavare a fondo dentro se stesso, ed essere disposto a una distrazione ininterrotta. A vivere appieno i sentimenti che prova, per una donna e soprattutto per un uomo. A stilare un elenco di cose bellissime. Ad accompagnare un padre ingombrante nel suo ultimo viaggio e a ripensarsi bambino. Perché solo imparando a cambiare punto di vista è possibile chiudere i cerchi e non farsi ingannare da un gioco di specchi.

Quando s'imbatte nel caso del piccolo Michele, scomparso dall'auto dei genitori in un'area di sosta senza lasciare traccia, il commissario Striggio sta attraversando un periodo piuttosto complicato. A casa, Leo vorrebbe che lui la smettesse di nascondere il loro amore, soprattutto al padre. E il padre, dal canto suo, sta per arrivare da Bologna con una notizia sconcertante. La sparizione di Michele - un bambino «speciale», dotato di capacità di apprendimento straordinarie e con seri problemi di relazione - è un ordigno destinato a far deflagrare ogni cosa. A riattivare amori, odii, frammenti di passato che ritornano: perché in gioco è soprattutto l'umanità, in tutte le sue declinazioni. E forse la soluzione può venire più facilmente proprio dalla dimensione interiore che dagli snodi di un'indagine tradizionale. Per questo, mentre indaga, il commissario vive, pensa, si distrae, si perde. Cosí gli altri intorno a lui. Perché il nuovo romanzo di Marcello Fois è un noir al calor bianco, tesissimo ma continuamente franto, interrotto dalla vita e dai pensieri di chi la sta vivendo, incentrato sui sentimenti e sulla capacità di riconoscerne la voce piú autentica. Fois scolpisce una galleria di personaggi tridimensionali e vivi: gli abitanti della sua storia si scoprono deboli e spesso bugiardi, capaci di rancore ma al contempo in grado di perdonare e di piangere le loro manchevolezze. Genitori, figli, fratelli, colleghi e amanti: tutti partecipi di un mistero che sta ben attento a nascondere la propria soluzione fino alle battute conclusive, quando Fois cala finalmente gli assi e rivela ancora una volta la sua grande tempra di narratore universale.

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Luisa

"Come ci si dice addio è la cosa più importante del dirsi addio". Una serie di storie che si intricano e si ingarbugliano, inframmezzate da rimandi alla mitologia e alla storia, un po' troppa roba per me. Di base è interessante, ma mi sono persa più di una volta ed è stato faticoso ritrovare la strada... Fois è uno dei miei autori preferiti, ma come ho già avuto modo di scrivere, la mia passione è altalenante, a volte cieca e potente, altre volte leggera e volubile, come in questo caso. Nulla da dire sulla scrittura, a tratti anche troppo ampollosa, sicuramente adatta ad un libro del genere, ma mi è mancata la forza della semplicità, la solidarietà, la vita vera.

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